mercoledì 21 febbraio 2018

Come una pin-up.

Come una pin-up.

(in foto: Eva Notty, Tata-Tastic Tastiness, DDFNetwork.com)


   Rimasi a curiosare ancora un po' nella stanza in cui mio padre aveva trascorso la sua adolescenza, e in cui aveva fatto l’amore con mia madre un’infinità di volte. Nel cassetto della scrivania trovai un pacchetto di preservativi scaduti da anni, una bustina con dell’erba dentro e infine degli album fotografici. Su uno di questi c’era scritto “Sabrina”, quindi una sbirciatina dentro era d’obbligo. Se c’era quel nome sopra voleva dire che all’interno c’erano delle fotografie che ritraevano mia madre, quindi avevo tutto il diritto di vederle. O forse no. Ma che importanza aveva? Ero da sola, e quindi potevo fare quello che volevo. E così sollevai la copertina di plastica e iniziai a sfogliare l’album, in cui effettivamente c’erano molte fotografie di mia madre nuda, al mare, in piscina, addirittura in un fienile, in ogni foto lei era sempre nuda. Nell’immagine del fienile il suo corpo era quasi abbandonato su alcune balle di fieno, e aveva le gambe oscenamente aperte e sul viso aveva un espressione che denotava un’incredibile voglia di fare l’amore. Avrà avuto all’incirca diciotto anni al tempo in cui erano state scattate quelle fotografie, e devo dire che era semplicemente divina, un concentrato di erotismo e passione che avrebbe indurito qualsiasi uomo. Aveva delle forme che avrebbero fatto invidiare qualsiasi altra ragazza della sua età. In verità mia madre era tutt’ora una gnocca colossale, ma in quelle immagini ovviamente era una gnocca colossale di diciotto anni, quindi vi lascio immaginare la porcaggine che esprimeva il suo corpo. Una macchina del sesso a tutti gli effetti.
   Ma chi aveva scattato quelle fotografie? Molto probabilmente il mio papà. E chi sennò? D’altronde l’album era custodito nel suo cassetto, quindi certamente erano fotografie che lui aveva scattato a mia madre lungo tutto il periodo in cui si erano frequentati di nascosto (e dico di nascosto per via del fatto che mio padre era fidanzato con un’altra ragazza). La cosa di cui non ero a conoscenza era appunto questa sua passione per la fotografia. E chi l’avrebbe mai detto. Credevo che il mio papà fosse appassionato soltanto di gnocca, e invece vengo a scoprire che era anche un abile fotografo.
   Mentre guardavo quelle immagini e contemplavo lo splendore del corpo di mia madre, mio nonno entrò in camera e io ebbi giusto il tempo di rimettere l’album nel cassetto e richiuderlo.
   “Ecco dov’eri finita!” esultò. “Questa era la stanza di tuo padre”.
   “Sì, l’avevo intuito” dissi. Poi feci un po' la vaga e guardai delle fotografie che erano appiccicate sul muro col nastro adesivo. Erano immagini che ritraevano mio padre insieme ai suoi amici. “Papà era appassionato di fotografia, vero?”.
   “In effetti c’è stato un periodo che a tuo padre gli era presa questa smania di fotografare tutto. E infatti al suo diciassettesimo compleanno mi chiese di regalargli una macchina fotografica”.
   “Ma quali erano i suoi soggetti preferiti?” chiesi.
   “Fotografava qualsiasi cosa. Gli piaceva soprattutto fotografare tua madre”.
   “Ah sì?” feci finta di cadere dalle nuvole. “E per quale motivo?”.
   “Beh, tesoro mio, probabilmente perché l’amava. Ricordo che una volta lo sorpresi a farle delle fotografie un po' osè. Ma forse non dovrei dirti queste cose”.
   “Nonno, a me puoi parlare liberamente. Non sono mica una bambina”.
   “Ebbene, io ero appena rientrato dal lavoro, e tua madre e tuo padre erano in giardino. Abbiamo una bella piscina in giardino, sai? Vuoi vederla?”.
   “Magari dopo. Continua il racconto per il momento”.
   “Ebbene, come ti dicevo io ero appena rientrato, e sorpresi tua madre che era in piedi sui bordi della piscina, lei era… era… tutta nuda, e aveva il corpo tutto bagnato. Probabilmente aveva appena fatto il bagno. E il tuo papà le stava scattando delle fotografie. E ricordo che lei era molto felice di farsi fotografare in quel modo, nuda, tanto che si metteva in posa, proprio come una pin-up. Era chiaro che l’idea di farsi fotografare nuda la eccitava molto”.
   “E tu cosa hai fatto?”.
   “A me non piaceva che il tuo papà facesse certe cose, e non mi piaceva neppure che tua madre si comportasse in quel modo, come una donnaccia. E quindi li ho sgridati”.
   “E loro cosa hanno fatto?”.
   “Tua madre per la vergogna è scappata a nascondersi dietro a un albero, tuo padre invece ha iniziato a cercare mille scuse per dirmi che non stavano facendo niente di male”.
   Era chiaro che mio nonno non voleva approfondire quell’episodio così interessante, perché subito mi disse di seguirlo perché appunto voleva farmi vedere la piscina che era sul retro della casa. E allora cercai di immaginarmi mia madre sui bordi della piscina, che faceva la zoccola davanti al mio papà mettendosi in pose porchissime mentre lui le scattava le fotografie. Quasi riuscivo a sentire la voce di lui che le dava indicazioni su come si doveva mettere, quale posizione porca doveva assumere, e lei che assecondava divertita ed eccitata tutte le sue direttive, inconsapevole che a breve sarebbe arrivato mio nonno, il quale l’avrebbe vista completamente nuda a fare la puttanella davanti all’obiettivo della macchina fotografica di mio padre.
   Mi chiedevo chissà quanti uomini avevano visto quelle fotografie. Conoscendo il mio papà, di certo le aveva sfoggiate a destra e a manca per pavoneggiarsi di ciò che faceva con Sabrina, conosciuta da tutti come “Bocca e Culo”, che era sicuramente una ragazza che andava a letto con chiunque, ma era chiaro che poi alla fine apparteneva soltanto ad un uomo, e cioè a mio padre. Infatti la lettera G che si era fatta tatuare dietro il collo era lì a dimostrare proprio questo, e cioè che lei apparteneva a lui. Con quella lettera mia madre aveva rinunciato alla sua indipendenza e alla sua dignità,  diventando automaticamente la schiava del sesso del mio papà biologico. Ovviamente era una cosa che io non avrei fatto mai e poi mai; succube di un uomo, io? Mi sarei cucita la patata piuttosto. Però forse parlo in questo modo soltanto perché non ero mai stata innamorata in quel modo come lo era stata lei. Mia madre era talmente cotta di mio padre che avrebbe sopportato anche le umiliazioni più ignobili.

Moana.

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