venerdì 9 febbraio 2018

Era lei a comandare.

Era lei a comandare. 

(in foto: Nicole E, Iguazo, Met-Art.com)


   Quando ritornai a casa ero ancora più arrapata di quando mi ero fatta inculare da Berni. Ero continuamente ossessionata dal cazzo, non facevo che pensarci. Chiudevo gli occhi per cercare di calmarmi ma era peggio, perché subito mi si materializzava nella mente un grosso cazzo duro, contornato di spesse vene verdi sode come l’acciaio, con un glande gonfio come una pallina da tennis. E praticamente avevo sempre la figa in fiamme; era come se fosse lei a comandare, io non avevo alcun potere decisionale. Tutte le iniziative che prendevo partivano da lei. Mi stava facendo impazzire. Certe volte era come se la sentissi parlare, e mi implorava di farle una carezza, e poi ancora un’altra, e poi di stuzzicare il clitoride, e di infilare un dito dentro e poi portarmelo in bocca e succhiare. E io lo facevo, facevo tutto quello che mi chiedeva, perché ero completamente incapace di oppormi.
   A cena preparai un risotto con formaggio e pere. Mangiai con Berni in fretta e furia, perché poi volevo fare l’amore, e quindi misi fretta anche a lui. Dopo aver spazzolato il mio piatto iniziai a fissarlo con gli occhi a cuoricino; non ce la facevo ad aspettare, gli sarei saltato addosso da un momento all’altro, soltanto che lui se la stava prendendo proprio comoda. Faceva dei piccoli bocconi, poi si fermava e beveva un sorso di vino. Mi stava facendo perdere la ragione. Comunque aspettai che finisse, dopodiché mi alzai e gli afferrai un polso, e lo trascinai letteralmente sul divano, mi tolsi il vestito da zoccola che avevo indossato (sotto non avevo niente) e gli montai sopra. Era stata “lei” a ordinarmi di indossare quel vestito da troia che avevo messo prima di cena, perché mi aveva detto che se lo avessi indossato a Berni gli sarebbe venuto subito duro. E infatti devo dire che aveva funzionato; con una mano raggiunsi il suo cazzo e lo strinsi tra le dita, era duro come il marmo, e allora mi salì il sangue alla testa e glielo tirai fuori dai pantaloni e subito me lo misi in figa e iniziai a cavalcarlo senza ritegno, come un’indemoniata.
   “Come mi sento vacca” dissi, mi sentivo posseduta da un incredibile raptus di porcaggine, e andavo su e giù in modo frenetico sul cazzo di Berni che quasi rischiavo di romperglielo, e lui era completamente spiazzato da tutta quella mia voracità sessuale. “Dammi tutto il tuo cazzo, tesoro. Dammelo tutto, fammelo arrivare in bocca”.
   Non capivo niente, nemmeno quando Berni aveva iniziato a sborrarmi dentro, io continuai a montarlo senza sosta, e lui mi prese per i fianchi e cercò di farmelo uscire da dentro, ma io non mi fermavo, non ne volevo sapere di darmi pace, poi lui mi spinse con la forza di lato facendomi cadere di schiena sul divano. Ero esausta, ma non abbastanza soddisfatta, così gli presi il cazzo in bocca e iniziai a sbocchinarlo con dedizione, e lui in principio accettò la mia bocca con piacere, poi però ad un certo punto mi afferrò per i capelli e mi tirò su la testa, e il suo cazzo mi scivolò fuori dalle labbra.
   “Moana, ti prego” mi disse. “Non ci riesco”.
   “E dai” piagnucolai. “Solo un altro pochino. Dammi ancora un po' di cazzo”.
   “Almeno dammi cinque minuti per riprendermi. Accidenti, sei assatanata!” a quel punto si alzò dal divano e se ne andò verso la camera da letto.
   Così mi misi ad aspettarlo, e intanto mi accarezzavo le labbra di sotto; erano bollenti e impiastricciate di sborra. Ci ficcai le dita dentro e poi me le misi in bocca. Dio, che voglia che c’avevo. Non potevo aspettare, così mi alzai dal divano e corsi in camera da letto. Se Berni non voleva darmi il suo cazzo me lo sarei preso con la forza. Ma quando entrai in camera lo trovai riverso sul letto in stato comatoso. Si era addormentato, e allora provai a svegliarlo in tutti i modi. Provai anche a fare quella cosa che a lui piaceva tanto, e cioè gli aprii le natiche e gli iniziai a leccare la zona che andava dalle palle al buco del culo. Era una cosa che lo faceva completamente impazzire, ma quella volta non ebbe alcun effetto.
   Non avevo altra scelta, dovevo soddisfare la mia patatina bollente da sola. E allora mi misi a rovistare nella nostra videoteca. Avevamo una videoteca molto fornita di film hard. Il porno come ben sapete non era mai stato un problema per me, d’altronde ne avevo anche realizzato uno. E non lo era mai stato nemmeno per la mia famiglia. Se ben ricordate i miei genitori non hanno mai nascosto il loro materiale pornografico; la loro collezione di film hard era tranquillamente esposta nel salotto di casa, per cui sia io che mio fratello eravamo cresciuti con la consapevolezza che il porno fosse un genere come un altro, e che non c’era nulla di cui vergognarsi a guardarlo. E infatti io lo guardavo volentieri. Era piacevole, soprattutto quando ero arrapata da far schifo e avevo voglia di toccarmi. E quindi anche nella casa che condividevo con Berni avevo deciso di mettere su una videoteca ben fornita di film hard. Devo dire che c’erano molti film, ma quelli che preferivo erano del genere “interracial”. E allora dopo un’accurata selezione decisi di vedere The Housewives of Lex Steele 2, dove appunto Lex Steele (che mia madre adorava alla follia, e che più volte aveva detto che da lui si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa) si montava delle belle milf. La scena che preferivo era quella con Kaylynn, una vera professionista del porno.
   Misi il dvd nel lettore e mi accomodai sul divano del soggiorno, con le gambe oscenamente aperte e pronta per iniziare l’operazione di sgrillettamento. Certo, non era la stessa cosa che fare l’amore, ma era comunque una piacevole emozione, soprattutto poi se guardavo la divina protuberanza di Lex Steele. E mentre mi davo piacere da sola chiusi gli occhi e iniziai a pensare ad una scena; pensai a mia madre, forse perché appunto il film che stavo guardando era con Lex Steele, e mia madre era cotta di lui, e quindi pensai alla scena che stavo guardando, solo che al posto di Kaylynn c’era mia madre, con lo stesso intimo porchissimo addosso, e c’ero anche io, però io ero completamente nuda, e c’era Lex che si alternava tra me e lei. Poi ad un certo punto iniziamo a fargli un doppio pompino, e ogni tanto le nostre labbra si uniscono in un bacio saffico, e la mia lingua incontra fugacemente la sua, e poi ritorna sull’enorme cazzo di Lex, e gli facciamo questo servizietto fino a farlo sborrare copiosamente, e lui si prende la trave in mano e inizia a schizzare prima sul viso di mia madre e poi sul mio, per non lasciare a secco nessuna di noi due.
   Intanto le mie dita erano davvero scatenate e si accanivano contro il clitoride fino a farmi raggiungere un orgasmo sensazionale che mi fece accasciare sul divano, senza forze ma finalmente appagata. Anche se per poco, perché ben presto la mia patatina insaziabile avrebbe preteso ancora le mie attenzioni. E io sarei stata obbligata a dargliele.

Moana.

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