mercoledì 7 febbraio 2018

È normale desiderare l’amore.

È normale desiderare l’amore.

(in foto: Carter Cruise, Second Chances, NewSensations.com)


   Non andavo al negozio di intimo da molto tempo, praticamente da quando aveva iniziato a gestirlo Moana. Aveva dimostrato di essere così capace ad amministrare l’attività che la mia presenza era quasi superflua. Rivedere il centro commerciale dove avevo lavorato per più di vent’anni, prima come semplice commessa e poi come proprietaria del negozio, mi diede una piacevole sensazione di orgoglio. Mi sentivo a casa. È proprio il caso di dire che mi ero fatta da sola. Avevo cominciato appunto come apprendista, poi a poco alla volta, grazie ai miei risparmi, ero riuscita a rilevare l’attività. La proprietaria ricordo che aveva deciso di vendere tutto e ritirarsi, e quindi io avevo colto l’occasione al volo e avevo comprato il negozio. Essendo stata una delle sue commesse migliore mi aveva fatto anche un prezzo di favore. Se non avessi accettato avrei perso una delle occasioni più importanti della mia vita. Ed ero molto fiera che adesso Moana aveva preso il mio posto, anche se nominalmente continuavo ad essere io la proprietaria del negozio.
   Quando ritornavo al centro commerciale venivo accolta in modo caloroso da tutti gli altri commercianti, con cui negli anni avevo stretto una buona amicizia e una pacifica convivenza all’interno delle mura del centro. Anche Moana aveva fatto lo stesso, anche se con il personale del nostro negozio di intimo continuava a comportarsi come una tiranna. Ma nonostante numerosi tentativi di cambiare, lei continuava ad avere sempre lo stesso atteggiamento. Moana aveva sempre avuto un carattere autoritario, anche con gli uomini per esempio. Non si era mai lasciata mettere i piedi in testa da nessuno, aveva sempre comandato lei. Io invece no. Basti pensare al fatto che ero succube di Giuliano, e che praticamente mi facevo comandare a bacchetta, perché ero pazza di lui. Invece per quanto riguarda Moana mai nessun uomo era riuscito a metterla sotto. Probabilmente questa è una cosa che non sarebbe mai accaduta. Moana per sua stessa natura era una donna che doveva stare “sopra”. E questo anche per quanto riguarda il lavoro. Anche in ambito professionale lei doveva stare “sopra”, e guai a chi metteva in dubbio questa cosa. Per questo aveva sempre avuto con le commesse del negozio un atteggiamento molto duro. Ma io l’avevo ammonita più volte; le avevo infatti detto che se avesse continuato ad avere questo atteggiamento presto se le sarebbe ritrovate tutte contro. E devo dire che lei aveva cercato di cambiare, ma si sa, se nasci tonda non puoi morire quadrata. 
   Io invece le commesse le avevo sempre trattate con affetto e amore. E infatti quando entrai nel negozio fui accolta da un tripudio di abbracci. Non vorrei sembrarvi presuntuosa, ma posso dire tranquillamente che mi adoravano. Per loro ero stata come una mamma.
   In ogni modo, dopo essermi intrattenuta con loro, chiacchierando del più e del meno, andai alla ricerca di Moana, che però non vidi da nessuna parte. Poi ad un certo punto la vidi sbucare fuori da uno dei camerini, e dietro di lei c’era Berni, entrambi in evidente stato confusionale. Era chiaro che si erano imboscati per fare l’amore. Un atteggiamento davvero poco professionale da parte di mia figlia, ma decisi di passarci su. D’altronde al cuore non si comanda, quindi rimproverarla sarebbe stato inutile.
   Andai verso di loro. Erano molto sorpresi di vedermi, di certo non se la sarebbero mai aspettata quella mia improvvisata in negozio. Ma era tutto ok, non ero lì per rimproverarli di ciò che avevano appena fatto.
   “Mamma, che ci fai qui?”.
   “Ero qui di passaggio, e allora ho pensato di venirti a salutare” risposi. “Sai, stamattina sono stata dal papà di Giuliano. Abbiamo parlato molto, soprattutto di te”.
   “Di me? E per quale motivo?”.
   “Perché a lui farebbe molto piacere conoscerti. D’altronde sei pur sempre sua nipote”.
   “Ok ok” rispose lei un po' spazientita. “Adesso però sono molto impegnata. Aspetto una consegna da un momento all’altro”.
   “Ho visto com’eri impegnata” dissi, “a farti montare nel camerino del negozio”.
   “Mamma!” sbottò. “Non mi stavo facendo montare. Credi che io sono così incapace di controllare i miei istinti naturali a tal punto da farmi ingroppare qui in negozio?”.
   “Tu ti faresti ingroppare dappertutto, anche in mezzo ad una strada affollata”.
   “Ok, ho capito tutto. Tu sei venuta qui per provocarmi. Ma io non ci sto, perché sono molto impegnata, quindi se non ti dispiace...”.
   “Va bene, non ti arrabbiare. Me ne vado”.
   Così, dopo essermi intrattenuta ancora un po' con le commesse, decisi di ritornarmene a casa. Ma non appena varcai la soglia del negozio sentii la voce di Berni che mi chiamava. Mi chiese se mi andava di prendere un caffè, e io gli dissi che non avrei mai detto di no ad una proposta del genere. Così ci incamminammo verso il bar; era chiaro che voleva dirmi qualcosa, ma era come se non avesse il coraggio di farlo. Una volta raggiunto il bar ordinammo due caffè e Berni ancora faceva scena muta.
   “Sono sicura che c’è qualcosa che vuoi dirmi, ma che per ragioni di timidezza non riesci a tirare fuori” gli dissi accarezzandogli amorevolmente il viso. “Berni, a me puoi dire tutto. Tu ormai per me sei come un figlio. Cioè, voglio dire, hai ingravidato la mia Moana, per cui sei parte della nostra famiglia”.
   “Ecco, è proprio di Moana che volevo parlarti. Ultimamente si comporta in modo molto strano. È facilmente irritabile, e poi ha sempre voglia di fare l’amore. Ieri notte per esempio non si è fermata un attimo, e io non riuscivo a starle dietro. Non era mai sazia. E poi stamattina mi ha telefonato dal lavoro, e mi ha chiesto di venire qui al negozio perché voleva farlo di nuovo. Per questo eravamo nel camerino, perché lei voleva che io la penetrassi analmente”.
   “E tu l’hai accontentata, giusto?”.
   “E cosa avrei dovuto fare? Ho cercato di farla ragionare, ma lei è passata alle minacce dicendomi che se non l’avessi fatto mi avrebbe lasciato. Da quando ha scoperto di essere incinta sembra che abbia perso completamente la ragione”.
   “Non ti preoccupare Berni, è del tutto normale. Anche io quando ero incinta avevo sempre voglia di fare l’amore ed ero sempre molto nervosa. Tu cerca di assecondarla, perché in questo periodo non è lei a parlare, ma è il suo corpo”.

Sabrina.
  

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