martedì 19 marzo 2019

Sono venuta a cercarti

perché ti amo.

(in foto: Janet Mason, PureMature.com)


[postato da Stefano]

   Ero nel soggiorno di Ornella, nudo, e in una mano reggevo un calice di vino, e mentre l’aspettavo mi misi a curiosare in giro, e vidi una fotografia insieme al suo compagno, che era morto ormai da un anno. Dovevano essere ad una cerimonia o qualcosa del genere perché erano molto eleganti, e Ornella sembrava proprio una donna di classe. Ma la cosa che mi sorprese era lui; doveva essere molto più vecchio di lei, perlomeno di vent’anni. Adesso capivo il motivo per cui mi aveva detto che non lo aveva mai amato, ma che ci stava insieme soltanto per i soldi.  
   E allora feci una cosa che a qualcuno potrebbe risultare ridicola; mi rivolsi a lui, quasi come se fosse ancora vivo e mi stesse guardando. Lo feci più per gioco che altro.
   “A lei non dispiace se usufruisco della sua signora, vero?”.
   Ovviamente non poteva rispondermi perché era soltanto una fotografia. Però ebbi la sensazione di sentire le sue maledizioni, perché appunto stavo per prendermi Ornella. E allora continuai a parlare, e gli dissi che in verità era stato lui a prenderla a me, perché io conoscevo Ornella da  più tempo di lui, fin da quando eravamo ragazzini, e lei era ancora un “lui”. Per cui avevo tutto il diritto di riprendermela. Poi mi feci una risata, perché pensai alla stupidata che stavo facendo, e cioè parlare ad una fotografia, e nello specifico ad un uomo morto e sepolto da un anno.
   Così mi allontanai da quel bel quadretto e mi avvicinai allo stereo. C’era infatti un impianto che avrebbe fatto gola a qualsiasi appassionato di musica. Gli altoparlanti erano collocati in vari punti del soggiorno, in modo tale da rendere il suono più avvolgente. E allora lo accesi e partì una canzone; era Watermelon in East Hay di Frank Zappa. A lato dello stereo c’era la custodia del cd che c’era dentro, la presi e vidi che era una compilation di ballate rock. Non credevo che Ornella ascoltasse questo tipo di musica. Ricordo che quando eravamo ragazzi era una patita di musica pop, che io invece detestavo.
   “Quel cd era suo” ad un certo punto mi accorsi che lei era dietro di me, era nuda e aveva un corpo divino, ancora un po' bagnato perché era appena uscita dalla doccia. Si avvicinò alle mie spalle e mi cinse le braccia da dietro, e iniziò a baciarmi le spalle amorevolmente. E intanto sentivo il suo sesso premere tra le mie natiche, ma non era in erezione, e probabilmente non lo sarebbe stato neanche dopo. “Aveva una vera passione per il rock classico” mi disse.
   “Ti manca?” le chiesi.
   “Sì, ma non in quel senso. Come già ti ho detto non lo amavo, ma ci sono alcuni giorni che mi sento molto sola”.
   “È per questo che sei venuta a cercarmi al ristorante?”.
   “Sono venuta a cercarti perché ti amo”.
   A quel punto Ornella mi prese per mano e mi portò in camera da letto, e cominciammo a fare l’amore. E le nostre bocche si unirono l’una all’altra, e lei restò sopra di me per un tempo imprecisato, e si strofinava contro il mio corpo, e la mia erezione fremeva per entrare dentro il suo condotto anale, ma lei non voleva, o perlomeno non subito, prima voleva fare l’amore, cioè voleva amarmi, godersi il mio corpo, la mia bocca e tutto il resto, e ogni tanto lasciava che le strofinassi la mia erezione contro il buco del culo, e quando lo facevo lei sospirava per il piacere che le procurava quel contatto. Tentai varie volte di farglielo entrare dentro, e lei ad un certo punto mi chiese perché avessi così tanta fretta di concludere. Poi ritornò all’attacco della mia bocca, e iniziai a sospettare che per non so quale ragione non si sarebbe mai lasciata penetrare. Però mi sbagliavo, ad un certo punto lo prese con le dita e se lo fece entrare nel condotto anale. Nel frattempo dal soggiorno continuavano a provenire le ballate rock; in quel momento c’era Samba Pa Ti di Santana, e Ornella iniziò a cavalcarmi prima con delicatezza e poi quando la canzone arrivò a metà iniziò a farlo furiosamente, scuotendo il bacino su e giù in modo frenetico fino a farmi sborrare copiosamente nel suo retto, e allora a quel punto si diede pace e diede gli ultimi colpi con le anche e si fece entrare il mio cazzo agonizzante fino alle palle e se lo tenne dentro per qualche minuto e si accasciò su di me e mi tempestò di baci sul collo. Aveva il fiatone e, come me, era zuppa di sudore.
   Dopo un po' lo fece scivolare fuori e un rivolo abbondante di sperma colò all’esterno del buco. L’avevo riempita proprio bene.
   “Era tutta la vita che aspettavo questo momento” disse. E intanto fuori era buio, e quando guardai la sveglia digitale che stava di fianco al letto mi accorsi che erano le sette, e questa cosa mi sorprese molto perché voleva dire che io e Ornella avevamo fatto l’amore per più di due ore. La penetrazione era durata circa cinque minuti, ma erano i preliminari ad essere stati incredibilmente lunghi.
   Ci servì un po' di tempo prima di riprenderci del tutto, e quindi restammo nel letto a guardare il soffitto senza dirci nulla. Poi ad un certo punto mi chiese se avevo fame e io le risposi di sì, e allora si mise in piedi e andò a preparare la cena. Io restai ancora un po' sul letto, e notai  che sulla parete di fronte c’era un’altra fotografia di Ornella insieme al suo compagno morto. Erano sorridenti e sembravano felici, ma avevo l’impressione che lei stesse fingendo, e che il suo sorriso fosse sfacciatamente forzato. Ed erano seduti in un prato e stavano facendo un picnic o qualcosa del genere.
   Avevamo avuto gli occhi di lui addosso per tutto il tempo, aveva assistito a tutto ciò che avevamo fatto, quindi compresa la penetrazione anale con connessa eiaculazione interna. Chissà quante maledizioni che mi aveva mandato dall’oltretomba.
   “E dai, non te la prendere” dissi rivolto a lui, “non ho fatto niente di male. Ho soltanto sborrato nel condotto anale della tua donna”.
   Ma parlare con un morto non aveva alcun senso, e così mi alzai e andai a fare la doccia. Intanto Ornella aveva preparato la cena e aveva indossato un vestito da sera molto elegante, ma io non avevo niente, avevo solo il costume da bagno e la maglietta a mezze maniche, e lei mi disse che non importava, che potevo stare nudo. A lei avrebbe fatto molto piacere.
  

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