venerdì 13 marzo 2015

Nuova vita.



Finalmente di nuovo a casa. Non vedevo l’ora di tornarci per riabbracciare il nostro piccolino ma avevo anche una gran voglia di tornare alla normalità, la nostra normalità, quella di una coppia felicemente innamorata, complice e sessualmente molto attiva, a modo nostro ovviamente. Volevo anche mettere un punto al passato, aver ritrovato Stefano e il suo cazzo mi aveva fatto capire che ero stufa di concedermi così facilmente a uomini di cui facevo fatica ricordare il nome. Era iniziata la nuova era di Stefano e Sabrina, lui sempre porco e cornuto, io sempre troia ma da ora con più gusto, con più classe. Stefano aveva scelto di amarmi così e io volevo aiutarlo a rendere ancora più completo il suo ruolo.
Ma questo sarebbe venuto con calma, ora avevo solo voglia di lui. Una voglia pazza, irrefrenabile che non riuscivo a trattenere. Passammo tre settimane di fuoco durante le quali mi feci scopare minimo due volte al giorno da mio marito senza rinunciare a seghe e pompini quando non c’era modo di avere rapporti completi. Non che a Stefano dispiacesse ovviamente ma come sapete lui non ha la tempra del toro da monta e sentivo che iniziava a desiderare qualcuno con cui dividere le fatiche a cui la mia figa avida ed esigente lo sottoponeva.
Senza contare che perfino l’allora innocente Rocchino si rendeva a suo modo complice. Quando iniziava a fare i capricci l’unico modo per farlo smettere di piangere era vedere mamma e papà che si facevano le coccole, a quel punto si addormentava beato e ci lasciava campo libero per smaialare.
Tutto filava liscio fino alla sera in cui ricevemmo la visita a sorpresa di Luca.
Luca era il capo di Stefano, il proprietario dell’agriturismo, un bell’uomo poco più grande di noi con cui non era mai successo niente pure se lui era perfettamente a conoscenza della mia fama e delle corna di Stefano di conseguenza.
Per farla breve Luca era venuto a comunicarci le sue intenzioni di mollare l’agriturismo e sistemarsi in un posto fisso che gli avrebbe garantito maggiori sicurezze. Aveva apprezzato il lavoro di Stefano e ci aveva visto del potenziale per cui era disposto a lasciare tutto a lui.
“Ma io non posso permettermi di rilevare l’attività, dove li prendo tutti quei soldi?” fu l’immediata obiezione di Stefano, il solito fifone.
“E chi ha parlato di soldi caro Stefano?” rispose lui tranquillo mentre sorseggiava del vino comodamente sul nostro divano. “Tu, anzi voi, avete qualcosa che vale molto di più e poi te lo cedo davvero con piacere”.
Aver chiamato in causa anche me poteva voler dire solo una cosa, e infatti..
“Stefano io non chiedo altro che il culo della tua Sabry, solo questo e l’agriturismo è tuo”
“Ma Luca non c’è mica bisogno di arrivare a tanto, Sabry il culo te lo da volentieri e io non mi sento in grado di gestire quel posto”
“Scusate se mi intrometto dato che qui si stanno facendo i conti sul mio di culo! Io trovo l’idea di Luca meravigliosa, ho sempre sognato di vivere in mezzo alla natura e sono stanca di vendere mutande per quelle che non sanno che farsene della figa che hanno. Ti aiuterò io amore e poi potremo far crescere Rocco in un ambiente sano. Quanto al prezzo, mi sembra più che accettabile” conclusi sfilando il perizoma da sotto il vestitino e lasciandolo cadere per terra.
Stefano sembrava ancora più perplesso e forse spaventato ma allo stesso tempo sollevato di avere una serata libera dagli impegni scopatori ma ancora non si pronunciava.
Pensai di incoraggiarlo tirandomi su il vestitino e dopo aver passato il tubetto del lubrificante a Luca andai a piegarmi sul tavolo del salotto.
“Dai amore, fammi contenta...non vedi come desidero prendere il cazzo di Luca nel culo? E se l’unico modo per averlo è accettare la sua proposta....accettala!”
A rincarare la dose ci pensò Luca abbassandosi i pantaloni e le mutande ed esibendo una sventola di cazzo da competizione. Il cazzo grosso dei miei amanti è sempre stato un punto debole di Stefano, specie quando volevano mettermelo nel culo. E Luca non aveva parlato di altro, solo il culo. Ancora più porco, ancora più da puttana.
Con il glande lucido di lubrificante appoggiato sul mio buchino stretto Luca era fermo in attesa della decisione di Stefano per affondarlo nel mio intestino.

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