Devo dire che quella Fabiola non mi
piaceva nemmeno un pò, non era affatto il tipo di donna che avrei visto accanto
a mio marito, e non si trattava di gelosia. Pure se facevo fatica a dimostrarlo
in quel periodo io amavo ancora profondamente Stefano ed ero certa in cuor mio
che meritasse molto di più. Fabiola era il classico tipo di sgualdrinella buona
per quelli come Giuliano, tutti cazzo e poco cervello. Una preda troppo facile
per un uomo raffinato come Stefano. Nonostante questo oggi so di dover essere
molto grata a quella troia. Vedere tutta quella sborra e il cazzo di Stefano
moscio, bagnaticcio e soddisfatto mi aprì gli occhi. Ora mi era più chiaro cosa
avrei voluto da mio marito e da quel preciso istante avrei lavorato sodo per
ottenerlo. Ma non vi svelerò nulla per il momento.
Mi avvicinai alla coppietta: “E tutta
questa sborra di chi è?” chiesi in tono scherzoso.
“Come non la riconosci?” mi provocò l’altra.
Stefano nel frattempo era imbarazzato,
si copriva il cazzo con le mani con aria colpevole.
“E’ quella che tu non vuoi più” inclazò
la troia in tono di sfida “E non sai cosa ti perdi”.
Evitai di rispondere, non volevo
litigare con lei, non mi interessava proprio. Mi limitai ad alzarmi in piedi e
lasciar colare lungo le mie cosce il seme che Franco e Giuliano avevano
scaricato in me poco prima.
Era chiaro che questo mio gesto non
risultò indifferente, Stefano ebbe un accenno di erezione nonostante avesse
sborrato da poco e Fabiola ebbe un moto di invidia. Naturalmente le era
piaciuto mungere il cazzo di Stefano ma la vista della doppia sborrata che
avevo prodotto io la ingolosì senza darlo troppo a vedere. Una troia resta
sempre una troia in fondo, così come un cornuto resta sempre un cornuto.
La scena non era sfuggita nemmeno agli
altri presenti maschili sulla spiaggia e due ragazzotti più coraggiosi degli
altri ne approfittarono per avvicinarsi. Nudi e con i piselloni in piena
erezione si presentarono a me e Fabiola.
“Allora bellezze, avete per caso ancora
sete?” disse il primo a metà tra il volgare e il simpatico.
“Ma per chi mi avete presa? Io sono una
donna innamorata, portate i vostri ormoni altrove” rispose Fabiola facendosi
più vicina a Stefano. Ma i due torelli non demordevano e non si spostarono di
un solo metro. Erano talmente arrapati che non avevano bisogno di toccarsi per
farlo restare in tiro.
“Anche io sono una donna innamorata”
aggiunsi ma al contrario suo lo dissi mentre afferravo quei due cazzi di marmo,
uno per mano.
Presi a leccare le cappelle a turno una
per volta e solo quando furono lucide e pronte con uno sforzo non indifferente
spalancai la bocca nel tentativo di prenderli in bocca insieme. Iniziai il mio
doppio pompino fatto di saliva, lingua e succhiate violente a quelle cappelle
viola. Ero certa che Fabiola mi avrebbe uccisa per prendere il mio posto ma la
cosa che la fece incavolare di più non furono i due cazzi persi quanto accorgersi
che Stefano non nascondeva più il suo che svettava duro molto più di prima e
non per merito suo. In quella competizione Fabiola aveva qualcosa in meno di
me, Stefano ama i culoni è vero ma non ama niente di più al mondo che vedere la
sua donna indaffarata con cazzi diversi dal suo. E in quel caso la sua donna
ero ancora io. Vedere Stefano prendersi in mano il cazzo in maniera quasi
automatica fece andare Fabiola su tutte le furie.
“Vuoi incularmi amore?” cercò di
rendersi appetibile, ma non aveva ancora capito nulla dell’uomo che diceva di
amare.
“Hai un culo fantastico” le rispose lui “ma
non te la prendere, non è il momento”. Non voleva staccare gli occhi dal mio
doppio lavoro di bocca proprio nel momento in cui avevo preso le mani dei miei
porci sconosciuti e me le ero piazzate sulle tettone.
Fabiola era su tutte le furie. Guardò
Franco che beato si faceva una canna con Giuliano e gli gridò di essere uno
stronzo, che aveva degli amici di merda e che non si sarebbe dovuto far
risentire mai più. Franco rideva e la lasciava fare e nel frattempo avvenne
quella cosa che non accadeva più da tanto: la sborrata simultanea di Stefano e
dei miei amanti, la sua nelle sue mani e le altre sulle mie tette, una
ciascuno.
Nessun commento:
Posta un commento