martedì 2 giugno 2015

Ritorno alla normalità


Il giorno in cui Stefano e Tiffany tornarono dalla loro vacanza in Sicilia io conobbi Lorenzo, il figlio del mio più grande grossista di intimo del negozio, venuto a controllare gli andamenti dei suoi prodotti..

Mi ha puntato subito, tra tante belle ragazze che frequentano il negozio. Ha cominciato a fare il brillante, io rispondevo per le rime, facendo intendere che ce n’era. Un bel ragazzo, anche meno stupido dello stereotipo che incarnava. Inoltre la ricchezza, da brava puttanella che sono, mi ha sempre stuzzicato.

La prima sera mi ha riaccompagnato a casa, con un macchinone, il secondo giorno non sarebbe neanche dovuto venire, ma è stato in negozio tutto il giorno.
Ci siamo rivisti, il sabato dopo. Io ero tiratissima, scarpette aperte con tacco a spillo e cinghiette di cuoio. Vestitino a metà coscia con spalline, orecchini, collana e una borsettina, e basta.

Lo ho portato a visitare l'Oasi. Durante il viaggio la conversazione è stata piacevole, allusoria, piccante.

Ho voluto mettere bene in chiaro una cosa, perchè non ci fossero malintesi. Per lui c’era spazio solo per una scopata occasionale, niente di più.

Mentre glielo dicevo avevo una mano sulla sua coscia, non più in là. Stava guidando ed era già fin troppo su di giri a questa notizia.
Ceniamo al ristorante dell'Oasi, una cenetta romantica preparata e servita da Stefano, la brezza della sera mi si infilava su per la gonna facendomi venire qualche brivido.

Dopo cena gli ho mostrato la nostra splendida piscina illuminata.
Io lo guardo maliziosa e poi mi incammino verso la piscina, a metà strada mi fermo un attimo, mi tirò giù le spalline e lascio cadere l’abito ai miei piedi. Lui vede così il mio corpo nudo da dietro, nella penombra.

Qualche altro passo e lascio cadere anche le scarpe, poi mi tuffo. Il tutto senza mai girarmi.
Faccio qualche bracciata, torno indietro e riemergo aggrappandomi al bordo piscina. Lorenzo sta venendo verso di me e si è già denudato anche lui. Il fisico non è niente male, d’altro canto mi ha detto tutti gli sport che fa. Constato con piacere che il macchinone non serve per colmare nessuna lacuna, come dicono che spesso capita.

Mi entra dentro per la prima volta sott’acqua, continuiamo a farlo sul prato umido e rasato di fresco quando mi chiede: “Devo ritornare a casa stanotte?”
“No, possiamo rimanere qui”
"Lui non ti aspetta?”
“Sì, mi aspetta. e vorrà anche sapere tutti i particolari…”
“Ma non è geloso?”
“Sì, lo è. ma più io faccio la troia e più lui ragiona col cazzo e non capisce più niente.”
Passo la notte con lui mentre Stefano resta a dormire con Tiffany.
Al mattino si sveglia con una splendida visuale, io sono affacciata alla finestra che guardo fuori i colori del cielo di questa mattina di quasi estate, con i gomiti sul davanzale e la schiena inarcata protendo verso di lui le mie chiappe tonde.

“Sai”, gli dico, “tu non hai dovuto faticare quasi per nulla per portarmi a letto. Però ho visto che sai essere un gran seduttore, anche perchè i mezzi non ti mancano. Qualcosa te la devo far sudare, altrimenti non c’è gusto. C’è una cosa che non ti ho concesso stanotte e che non ti concederò ancora a lungo.” lo dico sculettando
“Ho capito. Accetto la sfida. Ma ti propongo un rilancio.”
“Sentiamo, mi piacciono le sfide.”
“Finchè non lo dai a me, non lo darai neanche al tuo uomo.”
“Che figlio di puttana”
Ci salutiamo così e io corro da mio marito a raccontargli la mia nuova conquista.
“Già, che figlio di puttana. Così io ora dovrei sperare che costui sia così bravo nel sedurti e che voi vi vediate spesso, in modo che l’attesa sia breve” commenta Stefano arrapatissimo.
“Dai, in fondo è un modo anche per noi per riattizzare la passione, spezzare la monotonia.”
“Di solito le coppie magari optano per il sesso anale proprio per fare qualcosa di nuovo, non il contrario.”
“Dai così desidererai il mio culo come non mai. E' più bello quando si riesce ad avere ciò che non si può avere.”
“Ma quindi anche tu ci rinunci oppure andrai in giro a cercare un terzo senza il divieto di accesso?”
“Beh… in fondo io dovrò rimanere in allenamento, altrimenti poi me lo sfondate…”


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