domenica 23 ottobre 2016

Alla ricerca di un preservativo.


   Arrivati a casa Sabrina chiese a Tiziano se poteva fare una doccia prima di farsi montare. Lui da galantuomo le indicò il bagno e le disse di fare come se fosse a casa sua. Mia moglie si tolse il vestitino e entrò nel box doccia. A quel punto rimasi da solo con Tiziano, il quale anche lui si era messo nudo, ed era di fronte a me, seduto sul divano, con il cazzo già in erezione, e non faceva altro che dirmi che avevo una moglie sensazionale. Io in verità non riuscivo a dire nulla, era solo lui che parlava. Ero troppo nervoso, come ogni volta che io e Sabri ci imbattevamo in avventure di quel tipo. Ogni volta mi chiedevo se stavamo facendo la cosa giusta. Che razza di marito ero? Mi chiedevo. Quale marito avrebbe consegnato la propria donna nelle mani di uno sconosciuto?
   “Certo che tua moglie è proprio fantastica” disse e poi allargò le gambe per farmi vedere con orgoglio la sua erezione. “Guarda qua che cazzo duro che mi ha fatto venire!”.
   Tiziano aveva proprio un gran bel palo. Era sicuramente più grosso del mio, e a breve sarebbe entrato dentro mia moglie in tutta la sua interezza. Guardai in direzione della camera da letto; la porta era aperta e ci guardai dentro. Mi chiesi se mia moglie se la sarebbe fatta lì oppure sul divano, oppure sul pavimento, chissà. Ero nervoso da morire e andavo avanti e indietro, e dovetti sembrargli uno stupido. Ma lui continuava a chiedermi cose e a cercare di avere un dialogo con me mentre Sabrina si faceva la doccia, ma io non riuscivo a fare altro che rispondergli a monosillabi. Pensai al fatto che in quell’appartamento Tiziano il giorno prima si era scopato l’inglesina con annesso marito guardone. E il giorno prima ancora la tedesca, anche in quel caso con marito che assisteva alla scopata. E oggi invece toccava a Sabri, e toccava a me assistere.
   “Di un po', mica ti secca se mi faccio il culo della tua donna? Se vuoi me la faccio solo davanti”.
   “No no, fai pure” risposi con un filo di voce.
   “Meglio così, perché tua moglie ha un culo divino. Sarebbe un peccato non poterci fare niente. Che gran donna! Tutta da fottere, non c’è che dire”.
   Non c’era verso di farmi parlare. Ero elettrizzato all’idea di dover dare mia moglie a quello lì, che non sapevo neanche chi era. E a quanto pare le sue intenzioni erano chiare: voleva farsela davanti e dietro. Ma com’è che siamo diventati così? Mi chiedevo. Com’è che siamo diventati così maiali? Com’è che Sabri non si faceva scrupoli a fare porcate di quel tipo e io invece mi facevo tutte quelle pippe mentali? Stavo dando di matto a pensare a tutte quelle cose. Poi ad un certo punto sentimmo l’acqua della doccia che smise di scrosciare e il box doccia aprirsi. Sabrina uscì dal bagno e si mise in posa da pinup con un braccio contro lo stipite della porta, offrendosi in tutta la sua bellezza e in tutta la sua abbondanza agli occhi di lui. Aveva i capelli asciutti, probabilmente non li aveva bagnati. Ma il resto del corpo sgocciolava ancora. 
   “Sono pronta per essere chiavata” esultò.
   “E io, come vedi, sono pronto che darti il mio cazzo” rispose mostrandogli la sua indecente erezione.
   “Sì sì, lo vedo. E come, se lo vedo!” a quel punto Sabrina lo raggiunse e ci si mise a sedere accanto, gli prese il grosso cazzo in mano e andò su e giù molto delicatamente. “Dove ce li hai i preservativi?” gli chiese.
   “Quali preservativi?”.
   “Tesoro, non vorrai dirmi che volevi farlo senza preservativo?” il tono di voce di Sabrina diventò improvvisamente polemico e canzonatorio. “Ci conosciamo appena, non mi ricordo neppure come ti chiami e tu vorresti farlo senza condom? Ma sei pazzo?”.
   “Io non ne ho” rispose lui in modo categorico. “Che vogliamo fare?”.
   “In teoria prima di invitare una donna a casa tua per chiavartela dovresti assicurarti di averceli i preservativi”.
   “In genere faccio senza”.
   “Non con me amore. Se vuoi chiavarmi devi metterti il profilattico. Sennò niente”.
   Insomma, la diatriba andò avanti per un bel po', e quasi stavano per mettersi a litigare. Dovevo fare qualcosa, così proposi di rinviare la monta ad un altro giorno. Ma l’idea non piacque a nessuno. Sabrina invece ebbe un’altra idea:
   “Tesoro, perché non vai a comprarne una confezione? Noi ti aspettiamo. Però fai in fretta, che qui la situazione è piuttosto calda” disse prendendo il cazzo di Tiziano dalla base e mostrandomelo in tutta la sua maestosità, facendomi notare che prima mi sbrigavo e prima sarebbe cominciato lo spettacolo.
   Allora mi precipitai in strada. Ma vorrei ricordarvi che era domenica. E trovare di domenica una farmacia aperta, soprattutto in un posto di periferia come quello, era un’impresa. Girai per più di mezz’ora senza trovare nulla, poi finalmente trovai un distributore automatico in una pompa di benzina. La macchinetta aveva di tutto, dalle patatine alle birre, fino ai profilattici. Presi una confezione da sei e ritornai in auto. Guidai come una furia verso casa di Tiziano, e quando entrai nell’appartamento li trovai che avevano già cominciato; c’era mia moglie che stava eseguendo una colossale spagnola. Tiziano era seduto sul divano e guardava Sabrina mentre lo segava con le tette.
   “Ho trovato i preservativi!” esultai sventolando la confezione per aria, poi ne presi uno e lo scartocciai. Sabrina me lo strappò letteralmente da mano e lo mise sul suo cazzo srotolandolo fino alla base.
   “Bravo amore, sei un tesoro. Adesso finalmente fottiamo”.
   E non perse tempo e si mise immediatamente a cavalcioni su di lui, e il cazzo le entrò in figa, e lui la prese per i fianchi. Sabrina iniziò a fare su e giù su di lui, e io la vedevo da dietro, vedevo il suo bel culo burroso, e lui che aveva fatto scivolare le mani sulle natiche, palpandole e allargandole, e io vidi il suo orifizio anale che presto sarebbe stato il suo. Intanto me la stava fottendo davanti, cazzo come me la scopava. Iniziai a pensare che fosse davvero un pornoattore, altrimenti non si spiegava. Come faceva un uomo a scopare in quel modo? Mia moglie era letteralmente nelle sue mani, la stava dominando col suo cazzo. In principio aveva cominciato lei andando su e giù su di lui, ma ora era lui che la fotteva da sotto, e il cazzo le entrava tutto, fino alle palle, entrava e usciva furiosamente, come delle stilettate, e lei sembrava completamente inerte, incapace di reagire, estranea a qualsiasi forma di partecipazione attiva. Tiziano le teneva le mani saldamente per i fianchi e la fotteva da sotto con grande padronanza, era così esperto nel fottere le donne che mia moglie, che come sapete era formidabile nel fare l’amore, in quel momento sembrava una principiante. Era lui che stava conducendo il gioco, su questo non c’erano dubbi. Però ad un certo punto decise di fermarsi.
   “Che c’è?” chiese mia moglie con il respiro affannato. “Perché ti sei fermato”.
   “Perché ora voglio farti il culo”.
   “Ok, prenditelo. È tuo” la voce di mia moglie era diversa, sembrava quasi una voce di marcata sottomissione, come se fosse consapevole della superiorità sessuale di lui, e quindi della sua incapacità di stare al passo di un tale animale da letto.
   “Mettiti sul pavimento, a quattro zampe” le ordinò.
   “Tutto quello che vuoi, basta che continui a fottermi, perché mi piace come lo stavi facendo” rispose lei, e poi si mise come le aveva ordinato lui, sul pavimento, con il culo rivolto verso l’alto, le natiche oscenamente aperte e il buco del culo in bella mostra, pronto per essere aperto e fottuto. Ma prima di cominciare Tiziano mi guardò e mi sorrise.
   “Ovviamente prima dell’inculata mi sento in obbligo di chiedere al maritino il permesso a procedere” mi disse.
   Guardai in direzione di mia moglie, a quattro zampe sul pavimento, guardai il suo culo, che era già stato penetrato da tantissimi uomini, e adesso si apprestava ad accoglierne un altro. Ecco che si ripresentava il mio senso di colpa. Era giusto il fatto che mi apprestassi ad assistere ad una cosa del genere? Poi guardai il cazzo dritto di Tiziano, che aspettava solo un mio cenno e poi sarebbe entrato nel deretano di Sabri. Tutto dipendeva da me. Potevo anche fermare tutto. Potevo anche dirgli di no, che forse non era il caso. E invece solo due parole mi uscirono da bocca, due parole precise:
   “Puoi procedere”.

Stefano.  

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