mercoledì 5 ottobre 2016

Il culo vergine di Loredana.


   Dove eravamo rimasti? Ah sì, mentre guidavo Loredana in camera da letto, tenendola per i polsi uniti dietro la schiena, mi chiedevo se il suo bel culone burroso fosse ancora vergine. La feci entrare nella stanza e la spinsi sul letto. La nostra camera da letto, mia e di Sabrina. Il suo grande ritratto fotografico a mezzo busto che stava sopra la testiera del letto ci guardava. Era una foto bellissima che le aveva scattato un nostro amico fotografo, in cui era ritratta con un corpetto in lattice in cui le tette erano così schiacciate dentro da sembrare ancora più grosse di quello che erano. Loredana si accorse che stavo guardando il ritratto.
   “Quella è tua moglie?” mi chiese.
   “Sì”.
   “Sembra proprio una zoccola”.
   Io intanto avevo cominciato a spogliarmi più in fretta possibile. C’avevo proprio tanta voglia di fare il culo a Loredana. Vergine o no, quella sera Loredana non sarebbe uscita dal mio appartamento se prima non mi dava quel suo culone burroso.
   “Tua moglie ha proprio delle belle tette” disse.
   “Sì, e ci sa fare anche delle ottime spagnole”.
   “Anche io so fare delle ottime spagnole”.
   “Ah sì? E allora fammi vedere. Fammi vedere se sei più brava di mia moglie” tirai giù gli slip liberando il mio cazzo duro e glielo piazzai proprio in mezzo alle tette. Lei allora se lo mise in mezzo e poi ci schiacciò i suoi seni contro. Non era molto esperta, rispetto a Sabrina era davvero una principiante. Per mia moglie fare le spagnole era una cosa davvero naturale. Loredana, nonostante la buona volontà, non poteva assolutamente competere con lei.
   “Ti sta piacendo?” mi chiese.
   “Mia moglie è più brava”.
   “Ah sì?” a quel punto Loredana smise di segarmi con le tette e incrociò le braccia mettendomi il broncio. “E allora fattele fare da lei le spagnole”.
   “Non te la prendere, è solo che lei ha più esperienza. Sapessi quanti uomini ha fatto godere con le tette”.
   “È proprio una gran maiala”.
   “Eh sì. Adesso perché non ti metti a quattro zampe sul letto e non mi fai entrare dentro i tuoi bei buchetti?”.
   A quel punto lei girò su se stessa dandomi il culo e si mise a quattro zampe e io le mollai una bella sculacciata sul sedere e lei ebbe un sussulto di piacere. Le piacevano proprio tanto le sculacciate. Mi posizionai subito dietro di lei, presi il cazzo dalla base e lo indirizzai direttamente verso il suo orifizio anale. Ma non appena lo sfiorai lei scattò in avanti quasi terrorizzata da quello che stavo per fare.
   “No no no no, nel culo no” disse. “Ficcamelo dove ti pare, ma nel buco del culo no”.
   “E dai” mi accasciai su di lei a baciargli teneramente un orecchio e nel frattempo stricavo il cazzo in mezzo alle sue natiche. “Lasciami entrare nel tuo culetto. Cosa ti costa?”.
   “No, è una cosa che mi fa schifo” rispose. “E poi sono ancora vergine lì”.
   “Mia moglie non avrebbe fatto tutte queste storie”.
   “Tua moglie è una zoccola, probabilmente è abituata a dare via il culo a chiunque”.
   “Dai, faccio piano. Vedrai, ti piacerà”.
   “E va bene. Ficcami sto cazzo dentro e facciamola finita”.
   Con le mani afferrai saldamente le sue belle chiappone e gliele allargai, puntai di nuovo il cazzo contro il buco del culo e mi feci strada dentro. Ma ragazzi, quanto era stretto! Ad ogni movimento che facevo lei cacciava un urlo.
   “Piano! Cazzo quanto fa male!”.
   Mi ricordai all’improvviso che nel cassetto del comodino di Sabrina c’era una confezione di lubrificante. Lo presi e lo spalmai ben bene sull’orifizio anale di Loredana e poi sul mio cazzo. A quel punto non ebbe problemi a entrare. La presi per i fianchi e me la inculai alla grande e lei cominciò a prenderci gusto. Ogni tanto la sculacciavo, perché ormai sapevo che era una cosa che le piaceva. Andammo avanti per cinque minuti, poi non ce la feci più e lo tirai fuori schizzandogli sulla schiena. Loredana crollò sul letto esausta, con le braccia aperte a pancia in giù.
   “Sono stata brava?” domandò con un filo di voce.
   “Beh, hai ancora molto esperienza da fare. D’altronde hai solo diciotto anni. Ma le capacità per diventare zoccola quanto mia moglie non ti mancano”.
   Loredana scoppiò a ridere e io le diedi un’altra bella sculacciata.

Stefano. 

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