mercoledì 19 ottobre 2016

Il meraviglioso mondo di Cava delle Fave.


   Tiziano Cazzodiferro. Ebbene sì, conoscevo quel nome, e non riuscivo a credere che adesso fosse in compagnia di mia figlia, e che avrebbe avuto un rapporto anale anche con lei. Dico anche con lei perché per una coincidenza inspiegabile quel Tiziano Cazzodiferro aveva avuto un rapporto anale (ma non solo, in verità un rapporto completo) anche con la madre di Moana. Quindi prima si era preso mia moglie, e adesso si stava prendendo anche mia figlia. Non che ci fosse niente di male, intendiamoci. Per Sabrina era stata una libera scelta concedersi a lui, e per Moana era soltanto lavoro. Ma andiamo per gradi. Forse è meglio se vi racconto tutta la storia dall’inizio. 
   Io e Sabri avevamo ventidue anni quando abbiamo conosciuto Tiziano. Moana aveva appena diciotto mesi, e le nostre continue attenzioni che rivolgevamo a lei come al piccolo Rocco avevano fatto cambiare le nostre abitudini. Le avventure che avevano da sempre caratterizzato la nostra vita erano calate drasticamente, e anche la nostra vita amorosa si stava quasi spegnendo. Quindi avevamo deciso di concederci un weekend tutto per noi, per ravvivare un po' il nostro rapporto. Abbiamo lasciato Moana a Rocco a casa dei genitori di Sabri e siamo partiti. Siamo andati in una località di mare chiamata Cava delle Fave dove c’era una spiaggia naturista davvero speciale, dove la natura regnava incontrastata, e dove c’erano un paio di chilometri da fare a piedi prima di raggiungere questo posto, ma ne valeva la pena. Bisognava percorrere dei sentieri di campagna, poi infilarsi in un bosco e poi alla fine trovavi il paradiso.
   La spiaggia era frequentata da nudisti di vario genere; coppie, guardoni e uomini in cerca di avventure. Coppie in verità ce n’erano poche, eravamo in tutto una decina, ed eravamo perennemente circondati sia dai guardoni che dagli avventurieri. Ci guardavano, senza dare troppo nell’occhio, nella speranza di poter rubare con gli occhi le nostre effusioni amorose, e alcune coppie li accontentavano volentieri e si lasciavano guardare mentre facevano l’amore. Io e Sabrina no. Non era quello per cui eravamo venuti. Perlomeno, non era quello che cercavo io. Voi forse lo sapete bene quello che cercavo. Mi interessava poco dei guardoni, piuttosto mi interessavano gli avventurieri. Quello che io volevo era che uno di loro si facesse avanti e si impossessasse di mia moglie, e la facesse sua. E in fondo era quello che voleva anche lei.
   In ogni modo il primo giorno non successe niente. Ce ne restammo sotto l’ombrellone a goderci il mare e il riposo. Ma guardandoci intorno ci accorgemmo di quel gioco che c’era tra le coppie e i guardoni; le coppie che porcheggiavano e i guardoni che si segavano senza ritegno. E poi ci accorgemmo degli avventurieri e dei loro giochi di sguardi; riuscivano a comunicare con le coppie anche senza parole, soltanto con cenni e gesti. Poi scoccava la scintilla e se la coppia decideva di concedersi all’avventuriero allora lui si faceva avanti. Ma ce n’era uno in particolare, uno di questi avventurieri, che aveva un modo infallibile di avvicinarsi alle coppie, un sistema che gli evitava di perdere tempo gesticolando e ammiccando. Un sistema a cui le coppie non riuscivano a resistere, e che gli permetteva sempre di giungere all’obbiettivo, ovvero montarsi la lei della coppia. Quel creativo rimorchiatore di coppie era Tiziano Cazzodiferro.
   Tiziano arrivava in spiaggia verso mezzogiorno; arrivava già nudo, si spogliava lungo il tragitto nel bosco, e quando arrivava tutte le donne delle coppie, Sabrina compresa, non potevano fare a meno di girarsi a guardare il suo notevole cazzo. Tiziano arrivava tenendo tra le dita una rosa, che probabilmente raccoglieva nel bosco (ma non ne sono sicuro). Iniziava a guardarsi intorno per vedere la spiaggia cosa avesse da offrire, poi puntava una coppia e partiva all’attacco, e andava ad omaggiare la lei della coppia con la rosa che portava con se. A quel punto la lei della coppia si scioglieva di fronte a quell’omaggio e per Tiziano si aprivano le porte del paradiso. Il lui della coppia non poteva fare altro che constatare l’intelligenza di quella tecnica di rimorchio, e quindi concedeva ben volentieri la propria donna a Tiziano.
   Il primo giorno, era venerdì, la rosa andò ad una coppia di tedeschi, con lei alta e bionda, una bella sventola. Tiziano rimase a parlare con loro in un inglese maccheronico per un paio d’ore, poi tutti e tre insieme andarono via, chissà dove a consumare un epocale monta. Poi il sabato la rosa toccò ad una coppia di inglese, anche lei molto carina, con una carnagione molto chiara e un fisico sottile da modella. Anche in questo caso ci fu un corteggiamento sfrontato di un paio d’ore e poi via, per Tiziano era fatta, e si montò anche l’inglesina.
   E infine il terzo giorno, domenica, la rosa toccò a Sabrina. Tiziano aveva scelto la sua preda, mia moglie, e anche lei si sciolse completamente di fronte a quell’omaggio floreale, e io non potetti fare altro che constatare che ormai la mia donna era sua. Non sapevo tra quanto, non sapevo dove, ma sapevo che molto presto si sarebbe ingroppato anche la mia Sabri. 

Stefano.

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