venerdì 8 maggio 2015

Nuove passioni per Peo


Ancora una volta Peo tornò a sfogarsi con me, stavolta venne a trovarmi al negozio dove purtroppo non potevo stare nuda e la cosa lo confortò anche se iniziava ad ammettere che gli dispiaceva. Non riusciva proprio a capire dove avesse sbagliato questa volta: si era dimostrato caldo e passionale come gli avevo suggerito eppure più veniva rifiutato da Martina più il suo amore per lei cresceva.
Il negozio a quell'ora era semivuoto, era una fortuna per Peo che ancora si sentiva in imbarazzo davanti ad altri e non sapeva cosa altro gli sarebbe potuto succedere in mia compagnia.
Dal mio vestitino a fiori, corto e aderente, si intravedeva il pizzo del reggiseno. Non conoscevo l'esatta età di Peo ma ero certa di avere dieci o quindici anni più di lui e questo me lo rendeva così attraente. I suoi modi nei miei confronti forse anche a causa della differenza di età erano sempre gentili ma mi trattava più con il riguardo che si usa verso una zia nonostante mi abbia già fotografato mentre mi facevo sborrare nel culo, cosa non proprio comune tra zia e nipote (ma forse nemmeno troppo rara pensandoci). Ero seduta alla scrivania e lui per prendere una sedia mi passò davanti, nel farlo mi piazzò involontariamente il suo pacco a pochi centimetri dal viso. Glielo feci notare e lo ringraziai sorridente.
Mentre mi raccontava l'ennesima disavventura ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano per un attimo ma lui distoglieva subito lo sguardo, la cosa mi divertiva e cercavo di muovermi in maniera sensuale studiata in modo perfetto per ammaliarlo, sedurlo e stuzzicarlo. Alzavo lo sguardo, senza muovere la testa, mi umettavo le labbra, mi sventolavo per il caldo, non accesi l'aria condizionata chiaramente di proposito.
Il vestitino leggero mi lasciava scoperte le gambe fino a metà coscia, ogni tanto cercavo anche di fargli scorgere qualcosa, là in mezzo. Eravamo seduti di fronte, ai piedi indossavo un paio di sandali con la zeppa e solo delle sottili striscioline di cuoio per coprire il collo del piede.
“Ti do fastidio?” lo interruppi mentre raccontava.
Peo non capì subito a cosa mi riferivo, mi ero tolta i sandali, avevo allungato le gambe e poggiato i piedi sulla sua sedia, al suo fianco.
Peo mi guardò i piedi, ammirato, lo vidi deglutire. Era rapito, ipnotizzato, continuava ad abbassare gli occhi per guardarli.
Iniziai a spiegargli che forse non era il caso di mostrarsi così insistente con Martina, che magari sentendosi meno cercata avrebbe potuto farlo lei e che se pure non succedeva il mondo era pieno di altre donne che avrebbero gradito le sue attenzioni. Non credo che Peo stesse capendo molto di quello che gli dicevo, era troppo impegnato a far finta di non essere eccitato. Quando non lo guardavo lui ne approfittava per guardarmi i piedi e le gambe. Ad un certo punto mi stufai di giocare e gli feci capire di aver capito che era eccitato, gli sorrisi.
“Ti piacciono i miei piedi? Ho notato che li guardi molto.”
Sul suo volto vidi un'espressione terrorizzata era diventato tutto rosso.
“Mi ci vorrebbe un bel massaggio. oggi ho lavorato molto. Ti andrebbe di farmelo?”
Alzai le gambe, protendendo verso di lui i piedi. Ne prese in mano uno, l’altro lo appoggiai sulla sedia tra le sue gambe.
Ora poteva scorgere anche sotto la gonna, ma era completamente assorbito dall’adorazione delle mie gambe. Lo guardavo sorridente, capii di averlo completamente sottomesso.
Mentre mi massaggiava un piede premetti l’altro contro il suo cazzo che, sotto i jeans, era ormai in erezione, lo facevo con indifferenza.
Improvvisamente venne, anche se niente aveva toccato direttamente il suo sesso, solo la pressione del mio piede attraverso i pantaloni, me ne accorsi e risi.
Andò nel bagno del negozio e cercò di pulirsi meglio che poteva, ma era rimasto umido e sporco.
Gli spiegai la situazione tra me e Stefano e lo invitai a restare a dormire da noi quella sera. Stefano erano tre notti che dormiva con Tiffany e io avevo bisogno di ragazzi giovani. 
Quella notte  gli feci tenere un ritmo che solo la sua età gli consentiva, per convincerlo e superare i suoi sensi colpa lo feci venire diverse volte per mezzo soltanto dei piedi.


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