lunedì 11 maggio 2015

Ancora conquiste per Peo

Peo rimase da noi altri due giorni e due notti, la maggior parte del tempo a letto con me. Usciva praticamente solo per mangiare i piatti che Stefano gli preparava per mantenere in forma il suo stallone con una certa soddisfazione. Il punto era che più mi montava più io godevo e piu lui si sentiva autorizzato a considerarmi la sua donna. E così non poteva andare. Il terzo giorno mi preparai per andare a lavoro e vidi la sua faccia imbronciata, non ne aveva ancora avuta abbastanza, provò a convincermi con mille proposte porche ma ero decisa ad avere un pò di respiro da tutto quel cazzo. La sua insistenza mi imbarazza quanto mi infastidisce ma capisco che è un ragazzo fragile e alla fine riesce quasi a farmi sentire in colpa:
"Sono mortificata, Peo ma devo proprio andare, posso fare qualcosa per consolarti?"
"Non ti preoccupare, ma ok, se insisti tanto, non mi opporrò al tuo miglior pompino con ingoio prima di uscire".
Peo da solo nell'oasi si annoia, non è molto socievole finchè non nota la presenza di Alessia, avrà intorno ai 23 anni. E' venuta da noi su sufggerimento di Martina, sua collega di corso perchè a casa non riesce a concentrarsi per studiare. E' molto carina, ha quella sensualità innocente che solo a quella età è possibile, cioè sembra sensuale in modo naturale, spontaneo, inconsapevole, quasi ingenuo. Per come riesce ad attirare gli sguardi di Stefano, Angelo e della ancora scarsa clientela maschile dell'oasi probabilmente in lei c’è però ben poco di ingenuo.
A pranzo si guarda attorno, incrocia lo sguardo di Peo ed è lui, dopo qualche intenso istante, a distoglierlo.
Mentre io sono al negozio e tutto il personale dell'oasi è al lavoro Peo si aggira non sapendo che fare, deciso a sfruttare tutti i comfort dell’area benessere. Un bagno in piscina, una sosta in sauna  e un massaggio da Tiffany.
Mentre è in sauna, con gli occhi chiusi, sente entrare qualcuno. E' Alessia, avvolta in uno striminzito asciugamano. Lo saluta, sbarazzina. si stende, a pancia in giù, lasciando coperta solo una sottile fascia sui glutei. Peo può ammirare il tatuaggio che sfoggia appena sopra le natiche.
In un attimo decide di metterla alla prova. Vuole capire quanto si finge ingenua o quanto bleffa. Si stende anche lui, a pancia in giù, ma evita di coprirsi. "Vediamo come reagisce all’essere vicino ad un uomo completamente nudo" pensa tra se.
Alessia non si scompone, ma lo guarda più volte, poi si tira su e si mette a sedere. L’asciugamano lo appallottola contro il suo sesso che Peo ha comunque intravisto, nel movimento. E' depilata, allarga le braccia contro la panca superiore mettendo in bella mostra le sue tette, di taglia discreta a dispetto del fisico magro. "Ma cosa hanno tutte le ragazzine oggi?" continua a pensare Peo.
La situazione si sta facendo calda in tutti i sensi. Peo esce dalla sauna ma nel farlo non si preoccupa di coprirsi e lascia in bella mostra il suo pene penzolante. Con la coda dell’occhio però controlla dove si posa lo sguardo di Alessia.
Verso sera la incrocia alla reception e finalmente si scambiano due parole. Peo si guarda attorno nervoso per vedere se qualcuno li vede chiacchierare. Si chiama Alessia, è al primo anno di università.
“Anche domani sarai qui?” gli chiede quando si salutano
“Eh, sì” dice Peo.
“Allora magari ci si becca”
E in quel momento arrivo io tornata appena dal negozio.
"Ho visto come la guardi, e come lei ricambia. Ho visto che ci hai parlato. Vuoi che domani rimango a farti compagnia invece che andare a lavoro?" 
Peo rifiuta con troppa veemenza.

"Pensavi a lei stasera mentre te lo succhiavo?" gli chiedo prima di addormentarci ma non ottengo risposta. 
Peo si sveglia tardi. A mangiare a pranzo ci sono quasi solo loro due. Stefano è quasi sempre da lei. Lei si fa servire, fa la sciocchina. 
"Forse è solo una ragazzina e preferirà stare con lui" vuole rinunciare Peo.
Va a leggere un libro nella saletta comune, quando lei arriva e gli si piazza davanti. Peo alza lo sguardo.
“Devo studiare per un esame. Ma ci sono diverse cose che da sola non riesco a fare. Verresti a darmi una mano?”
"Altro che sensualità innocente" pensa Peo mentre la segue in una stanza. Entrati in camera Alessia si abbassa per slacciarglii i pantaloni.  
“fammelo rivedere” dice. “minchia se è grosso” e con queste parole inizia il bocchino con le labbra morbide, gli occhioni azzurri. Il contrasto tra il membro di  Peo, rude e osceno, e lei così graziosa e angelica nell’aspetto e così disinibita nei gesti gli fa venire un'erezione da guinness.
Ma Alessia si ferma prima di farloi venire.Ssi spoglia e si fa avanti.
“No, non scoparmi. Adesso leccamela tu.” comanda lei.
Gli preme la testa contro il suo monte di venere, totalmente glabro. Urla, mugola, lo incita, dice cose volgari. Ogni tanto lui la guarda. Vuole assicurarsi che sia veramente lei, ventitre anni di libidine.
Ci riprovo ma: “no, la figa è solo per i fidanzati”. 
Peo si fa ancora degli scrupoli a proporle l’entrata posteriore, ancora pensa che non si possa neanche considerare quell’ipotesi.
“Aspetta” 
Si alza e va a frugare nella borsa, ne estrae un dildo lungo e colorato.
“Ma te lo porti sempre in borsa?” scuote la testa, divertita.
“Ok”, dice Peo, “a quello è consentito l’accesso?”
“Sì, a Ciccio sì” e si stende sul letto a gambe aperte. Peo glielo strofina contro. Lei si apre, le entra come niente. Anche se non la sta penetrando non è male la visuale di cui gode, mentre lei viene, ripetutamente, con un dito prova a sondare le pieghe dell’ano, per vedere la sua reazione. Lo respinge, ma forse non definitamente: “no, lì no, dopo, forse”
Ormai lo ha preso in mano lei e se lo spinge dentro.
“Se venisse qualcuno ora cosa direbbe?” le sussurra nell’orecchio, ma Alessia apprezza il gusto del proibito.
“Metti le mani contro il muro, lasciami fare”
Peo continua a stupirsi dell’intraprendenza, della sicurezza con cui agisce. Lui pensava di spaventarla solo mostrandole il suo pene nella sauna!
S ritrova appoggiato al muro col petto e le gambe larghe. Lei da dietro gli stimola i coglioni e gli afferra il cazzo. Peo ha un sobbalzo quando capisce che gli sta leccando il buco del culo.
“Dove le hai imparate queste cose?” e mentre lo chiede viene.
Viene grazie alla sua stimolazione manuale, e grazie alla sensazione del dildo che gli ha infilato, sapientemente e a sopresa, su per il condotto anale.
“e se venisse qualcuno ora? chi si vergognerebbe di più?” stavolta è lei che lo sussurra nell’orecchio.
A letto con me la sera cerca di negarsi, non è da lui, Alessia deve averlo sfiancato.

“Ma come, sei stato qui tutto il giorno e a sera non hai voglia di scoparmi? Cosa hai fatto?”
“Nulla, nulla”
“Cosa hai fatto? Hai scopato con quella puttanella tutto il pomeriggio?” glielo chiedo afferrandolo per le palle, con la faccia cattiva. “Ora mi racconti tutto.”
Non lo mollo fino alla fine del racconto e intanto mi tocco. "Che troietta che hai trovato".
Il giorno dopo prima di andare a lavoro, mi avvicino a Alessia. Si spaventa, è pietrificata. 
La bacio in bocca con la lingua. Un bacio appassionato. Dopo qualche secondo si scioglie e partecipa anche lei.

Quando mi stacco la saluto: “Sei stata bravissima, con Peo intendo.” le faccio l’occhiolino ed esco.








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