venerdì 22 maggio 2015

Toy boy.

Toy boy. 

          
   Mentre Sabrina si lavorava Oscar, in modo da far ottenere a Martina quello che le spettava, io e Tiffany avevamo deciso di farci una vacanza romantica. Era da settimane che Tiffany, dopo che avevamo fatto l'amore, mi diceva che voleva passare del tempo da sola con me.
"Dai, prendiamoci una vacanza" mi diceva. "Io e te, come due innamorati. Io ti amo Stefano, e voglio vivere un'esperienza di coppia con te. Come due fidanzati che vanno in vacanza insieme".
   Come potevo dirle di no, dal momento che anche io l'amavo? Amavo quel suo grosso cazzo sempre duro, ma amavo anche la sua sensibilità e la sua dolcezza. Poi un giorno si presentò un occasione davvero speciale, cioè chiamò a casa la nostra cara Maria Stella. Era da parecchio tempo che non la sentivo.
"Come sta la nostra bambina?" mi domandò, e si riferiva a Tiffany, che per Maria Stella ed Ettore era una specie di figlia adottiva.
"Sta bene".
"Dì un pò Stefano, non la stai mica trattando come uno sborratoio?".
"No Maria Stella, lo sai. Per me Tiffany non è solo un buco da riempire".
"Lo so, lo so. Sono sicura che la mia bambina con te è in buone mani. Piuttosto, perchè non vi prendete un fine settimana, e ci raggiungete qui in Sicilia?".
   La proposta capitava proprio nel momento giusto. Quindi, senza pensarci troppo su, io e Tiffany preparammo i bagagli a prenotammo l'aereo. Il giorno della partenza Tiffany era vestita in modo porchissimo; aveva un vestitino nero molto corto, tanto che le si poteva vedere il sorriso che facevano i suoi glutei morbidosi. Al petto aveva un collier di diamanti che le avevo comprato per il suo compleanno che era stato un paio di giorni prima. Era bello camminare per strada mano nella mano, come una coppia, mentre tutti gli uomini me la mangiavano con gli occhi. Ma io sapevo che era mia.
   Arrivammo in Sicilia a mezzogiorno, Ettore era fuori all'aeroporto che ci aspettava con la macchina. Quando Tiffany lo vide corse ad abbracciarlo urlando: "papiiii!". La nostra permamenza lì si preannunciava molto bene, dal momento che c'era un clima davvero piacevole. Ci mettemmo in marcia per raggiungere casa. Tiffany si mise a sedere al posto di dietro, io di fianco a Ettore che guidava, e ogni tanto sbirciavo dietro, perchè Tiffany si era seduta con le gambe aperte, e il vestitino le era salito fin sopra i fianchi, e quindi le vedevo il perizoma e il grosso bozzo che faceva il suo enorme cazzo che riusciva a stare a stento dentro quella lingerie. Era duro, ce l'aveva in erezione, come sempre d'altronde (mi chiedevo come facesse). Poi si accorse che la stavo guardando, e allora per scherzare lo fece scivolare fuori dal perizoma, e me lo mostrò in tutta la sua potenza, in tutta la sua maestosità, e io ebbi una voglia matta di prenderglielo in bocca e sbocchinarlo fino a farlo sborrare. Ma non era il luogo ne il momento adatto, così mi limitai a strizzarle l'occhio, come per farle intendere che non appena saremmo stati soli le avrei consumato il cazzo con la lingua, e lei sorrise e si rimise l'attrezzo dentro il perizoma. Non credo che Ettore si fosse accorto di quella scenetta, perchè era troppo preso a raccontarci di Maria Stella e delle sue ultime conquiste. Eh sì, a quanto pare Maria Stella aveva trovato un nuovo toy boy con cui giocare. Ettore aveva avuto modo di vederlo in azione, e non aveva potuto fare a meno di notare che il ragazzo era un vero stallone. 
"Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso" disse Ettore. "Non avevo mai visto mia moglie montata in quel modo. Il ragazzo è un vero professionista. Ha appena vent'anni. Sono sicuro che Maria Stella non vede l'ora di presentarvelo".
   In effetti ero curioso di conoscerlo. Chi mai poteva essere? Doveva essere una vera furia. Ma la cosa più importante per me ora era trascorrere del tempo con Tiffany. Quando arrivammo a casa fummo accolti da grida di piacere subito dopo aver varcato l'ingresso. Provenivano dal terrazzo; la porta finestra era aperta, ma non riuscivo a vedere con esattezza cosa stesse succedendo lì fuori. Ettore ci disse di accomodarci, e ci fece strada verso il terrazzo. Io e Tiffany ci prendemmo per mano e ci guardammo negli occhi, e entrambi ci chiedevamo cosa stesse succedendo. Una volta fuori vedemmo lui, il toy boy, uno stallone di prima categoria, era in piedi e teneva Maria Stella sollevata con le braccia e intanto la penetrava come un treno. In quel momento, lo stallone, proruppe in un urlo liberatorio, scaricando tutto il suo caldo seme nel corpo della nostra cara cinquantenne. Poi Maria Stella si accorse di noi e disse al toy boy di metterla giù, e corse ad abbracciare Tiffany. Poi venne verso di me; la sua pelle era umidiccia di sudore e lei era visibilmente stanca e affaticata. Cavalcare il toy boy doveva essere per lei un faticoso esercizio fisico. D'altronde aveva pur sempre cinquant'anni, e lui venti. 
"Ciao Maria Stella" dissi. "A quanto pare non ti stanchi mai".
"Ehh, purtroppo gli anni avanzano. Una volta non mi stancavo mai. Prima me ne facevo anche dieci al giorno di scopate. Ora ormai...".
"Però vedo che hai un nuovo stalloncino con cui giocare. Dove l'hai trovato?".
"Non è un amore? Si chiama Mario".
   Mario aveva un qualcosa che lo faceva somigliare ad un animale taciturno, docile, addomesticato, ma pronto all'attacco nel momento del bisogno. Lo guardai mentre, dopo essere venuto dentro Maria Stella, andava verso la sdraio e ci si stendeva sopra. Aveva un corpo che somigliava a quello di una statua di Michelangelo per quanto era perfetto. Insomma, Maria Stella aveva di che divertirsi.

Stefano.
 

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