venerdì 31 luglio 2015

Confessioni post-coito.


   Ancora non avevo detto nulla a Berni del mio nuovo lavoro. Però era giusto dirglielo, d'altronde era pur sempre il mio fidanzato. Non potevo taciergli una cosa del genere.  E poi ogni volta che andavo a lavoro non potevo sempre dirgli che uscivo con le amiche. Questa balla avrebbe retto poco. E così decisi di dirglielo. Ma per farlo dovevo cogliere l'occasione giusta. Qual'era l'occasione giusta se non dopo aver fatto l'amore? Eravamo a casa mia, nella camera da letto dei miei. Fare l'amore nella camera da letto dei miei mi dava un eccitazione fuori dal comune; lì dove i miei avevano consumato migliaia di sensazionali orgasmi, io consumavo i miei, e davo il mio corpo a Berni. Ma lo facevo solo con lui. Non mi piaceva farlo nella camera dei miei con altri uomini, solo con lui, che era il mio uomo, e che i miei genitori stimavano. E proprio per questo mi sentivo autorizzata a utilizzare il loro letto per concedere il mio corpo e far godere il mio uomo. Solo perchè era Berni, l'uomo che i miei avevano accolto in casa come un figlio.
   E quindi eravamo lì, e io stavo dando il meglio di me. Avevo cominciato sbocchinandolo con passione, ma ad un certo punto fui costretta a fermarmi, altrimenti avrei rischiato di farlo venire subito. A quel punto ho cercato di farlo rilassare, e abbiamo pomiciato un po', poi lui si è attaccato con la bocca alla mia vagina, e ha cominciato a succhiarmela come se fosse stata un frutto succoso. Gli piaceva tanto succhiarmela, e devo dire che in questo era molto bravo, e riusciva sempre a farmi venire. Poi lo feci stendere sul letto e mi ci misi sopra a smorza candela, che era la nostra posizione preferita. Dopo cinque minuti iniziò a sborrarmi dentro. Sentii il suo seme caldo esplodermi nel corpo. Mi sfilai il suo cazzo da dentro e mi riposai accanto a lui.
- Ti amo Moana.
   Quando mi diceva così potevo dirgli qualsiasi cosa. In genere quando dovevo confessargli le mie scopate con gli altri uomini lo facevo sempre dopo averlo fatto sborrare, e subito dopo che mi diceva quelle parole: "ti amo". Dopo aver sborrato me lo diceva sempre. In verità me lo diceva anche in altre occasioni. Berni era un ragazzo molto dolce. Però dopo aver fatto lamore me lo diceva in un modo che mi faceva sciogliere. Lo diceva con un tono di voce così caldo che mi faceva capire davvero quanto tenesse a me. A quel punto dovevo approfittare del suo amore per confessargli le cose più inconfessabili.
- Tesoro, c'e una cosa che devo dirti.
- Ci risiamo - mi rispose. - Sei stata a letto con un altro uomo.
- No no - continuai scoppiando a ridere. - Questa volta no. Quello che volevo dirti e che ho lasciato il lavoro al call center. Ora lavoro al bar di mio zio Giuliano.
- Scusami un attimo... tuo zio non aveva uno strip bar?
- Sì, proprio così.
- E tu lavori in uno strip bar?
- Sì, esatto.
- E cosa fai?
- Servo ai tavoli.
- Ah beh, se è solo questo.
- Sì però servo in perizoma. E qualche volta dovrò anche esibirmi. Sai, a turno noi ragazze del serizio ai tavoli ci esibiamo in spettacoli di striptease.
- No Moana, non mi va bene. Non voglio che altri uomini vedano la mia donna nuda. E' proprio una cosa che non mi va giù.
- Ma tesoro, è solo per lavoro. Oltre l'orario di lavoro sarò solo tua.
   Per convincerlo ripresi il suo cazzo in bocca e lo feci godere di nuovo. Alla fine cedette, ma gli dovetti promettere che sarei stata per davvero soltato sua. Glielo promisi. Col cuore sarei stata soltanto sua. Col cuore. Il corpo è un'altra questione.
   Intanto zio Giuliano la sera dopo mi disse che quel sabato sarebbe toccato a me fare lo spettacolo di striptease, ma considerando il fatto che ero sua nipote potevo essere esonerata dal farlo. Mi disse che se le  altre avrebbero fatto storie c'avrebbe pensato lui a metterle a tacere. Ma io gli dissi che lo avrei fatto. Era chiaro che lui non voleva. Non voleva che facessi quello spettacolo, semplicemente perchè per lui ero come una figlia, e vedermi lì tutta nuda, davanti ad un pubblico di allupanti, lo avrebbe fatto ingelosire tantissimo. Ma io insistetti. Dovevo farlo, anche per non passare davanti alle mie colleghe come la privilegiata di turno, la scansafatiche della situazione.
   A quel punto dovevo solo decidere come comportami, perchè ognuna delle mie colleghe aveva un proprio numero. Il numero di Jay per esempio era quello di presentarsi in frac, con tanto di cappello a cilindro, e sfoderare il suo enorme cazzo davanti a tutti. E questo numero era di certo quello più apprezzato dai clienti dello strip bar. Io avrei dovuto inventarmi qualcosa di altrettanto spettacolare. Qualcosa di porchissimo, da far restare tutti a bocca aperta.
   Comunque avevo abbastanza tempo per pensarci. E ora che avevo confessato tutto a Berni potevo esercitarmi con lui. Infatti provai più volte in sua presenza dei numeri di striptease che mi venivano in mente, ma finiva sempre allo stesso modo, cioè ci eccitavamo come matti e ci mettevamo a fare l'amore. E dopo mi esortava a ripensare a quello che mi aveva detto mio zio, cioè al fatto che potevo anche non farlo. Ma io volevo farlo a tutti i costi. Un mio rifiuto avrebbe potuto scatenare dei forti malumori nelle mie colleghe, che gia' non mi vedevano di buon occhio essendo la nipote del proprietario dello strip bar.

Moana.

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