domenica 12 luglio 2015

Il giorno tanto atteso.


   Arrivò finalmente il giorno tanto atteso. Il giorno della monta. Mia moglie per l'occasione aveva indossato, come le avevo chiesto, un vestito elegante ma porchissimo. Io ero in salotto che l'aspettavo mentre si preparava. Ero su di giri, teso come una corda di violino. Gli stalloni ci stavano aspettando a casa di Giuliano, dove tutto era cominciato. Finalmente sentii i tacchi di Sabrina venire verso di me. Era stupenda, si lasciò guardare facendo una giravolta su se stessa. Il vestito che indossava era così stretto che potevo chiaramente vedere la forma del perizoma che portava sotto.
- E allora - mi disse, - non mi dici niente?
- Non ho parole.
   A quel punto venne verso di me e mi prese il viso con entrambe le mani. Mi disse che se volevo potevamo anche fare un passo indietro. Non eravamo obbligati a fare quella cosa. Ma sia io che lei lo volevamo moltissimo, quindi le dissi che saremo andati fino in fondo. Il seme di altri uomini sarebbe circolato nel corpo di mia moglie, e io avrei assistito ad ogni cosa. E poi finalmente sarebbe arrivato il frutto del nostro amore. Non c'era tempo da perdere, così le dissi che era meglio andare.
   Arrivammo alla villa dei genitori di Giuliano; il cancello era aperto e feci entrare l'auto percorrendo il sentiero di ghiaia che portava fino all'ingresso. Non c'era nessuno ad aspettarci, ma ero sicuro che i due stalloni erano a qualche finestra a guardarci. Spensi il motore e scesi dalla macchina e poi per galanteria andai ad aprire lo sportello a mia moglie, le diedi la mano e l'aiutai a scendere. Ci guardammo in giro e non c'era nessuno per chilometri. Anche Sabrina era tesa, perchè lungo la strada non ci eravamo detti nulla. Le presi la mano e la portai dentro quella casa che conosceva bene e che le revocava molti ricordi: i primi rapporti anali, i primi pompini, la prima spagnola, la prima sborrata in faccia. Tutto era avvenuto lì, in quella casa immersa nella campagna, in gran segreto, alle spalle della sua migliore amica Manuela.
   Entrammo nel soggiorno e trovammo Franco e Giuliano a braccia conserte ad aspettarci. Erano vestiti in modo elegante anche loro ed erano seri come non mai, come se fossero lì per portare a termine un'operazione molto seria, della massima importanza. A quel punto lasciai la mano di mia moglie lasciandola andare da loro, e lei fece qualche altro passo fino a raggiungerli. Ormai Sabrina era nelle loro mani. Il mio compito, cioè quello di portarla alla monta, si era concluso. Ora non mi restava che aspettare che avvenisse la magia. Sabrina era di fronte a loro, e li guardava, e loro guardavano lei. Poi Franco gli si mise dietro, e con le mani le accarezzò i fianchi baciandola sul collo, con il cazzo premuto contro le sue natiche. Guliano invece si mise davanti, iniziava il corteggiamento, e mia moglie li lasciò fare senza opporsi, senza prendere alcuna iniziativa. Erano loro gli impollinatori, erano loro che dovevano darsi da fare.
- Sabri, noi siamo pronti - disse Giuliano.
- Anche io sono pronta - rispose lei. - Sono pronta a ricevere la vostra sborra dentro.
   A quel punto cominciarono a baciarla appassionatamente, uno alla volta, e intanto Franco da dietro le aveva preso le tette con entrambe le mani e gliele aveva fatte uscire dallo scollo. Cominciò a premerle una contro l'altra e mia moglie mugolava di piacere. Giuliano intanto le aveva tirato su il vestito, scoprendole il suo bel sedere, coperto solo da quella sottile striscia di stoffa del perizoma. Il corteggiamento diventava man mano sempre più spinto, e io avevo un erezione incredibile, tanto che dovetti controllarmi per non sborrarmi nelle mutande. Stava avvenendo. L'inseminazione di mia moglie stava avvenendo proprio davanti ai miei occhi, ed era lo spettacolo più bello a cui avessi assistito.
   Franco e Giuliano sfilarono dolcemente il vestito di mia moglie che rimase lì davanti a loro vestita solo del perizoma e i tacchi a spillo. Giuliano si inginocchiò davanti a lei tirandogli giù anche la mutandina, e avvicinò il naso alla sua vagina per odorare il profumo del suo sesso. A quel punto si spogliarono anche gli stalloni e quando furono nudi presero mia moglie per mano e la portarono su, verso la stanza di Giuliano, proprio dove mia moglie aveva perso la verginità anale. Li seguii in modo ossequioso, per non disturbare troppo. Quello ero un momento davvero speciale per Sabrina e non volevo rovinarglielo. La vidi salire su per la scala che portava al primo piano, insieme ai suoi due stalloni da monta. Una volta raggiunta la stanza, Giuliano si stese sul letto e Sabrina si mise sopra di lui. L'enorme cazzo duro le entrò nella vagina in tutta la sua interezza, e a quel punto Franco le si mise sopra, indirizzando il suo di cazzo verso il condotto anale di mia moglie. Iniziarono a pompare, ma lo fecero lentamente, in modo rispettoso, con amore mi verrebbe da dire, ma non era soltanto amore, era vera e propria devozione quella che stavano provando nei confronti di Sabrina. Dalla mia postazione da spettatore, di mia moglie potevo vedere solo i buchi, riempiti all'inverosimile dai grossi cazzi dei nostri due amici, i quali spesso si davano il cambio, alternando vagina e buco del culo. Ma la posizione a sandwich, per una questione di praticità, rimase la stessa. Ad un certo punto decisi di uscire dalla stanza. Non volli assistere al momento dell'inseminazione, per il semplice motivo che non volevo sapere chi dei due sarebbe stato effettivamente il padre di mia figlia. Me ne rimasi fuori alla porta ad origliare, e ad un certo punto li sentii. Stavano fiottando. Stava avvenendo la magia. Presto Sabrina avrebbe avuto un dolce pancione, e io non potevo essere più felice. 
- Vengo! - urlò Fanco. - Oh sì, come vengo! 
- Ci sono anch'io! - esclamò Giuliano. - Sborro! Dio, che sborrata!
   A quel punto si acquietarono sul letto per qualche manciata di minuti. Dopo un pò vennero fuori sia Giuliano che Franco e si chiusero la porta alle spalle.
- E Sabrina? - domandai.
- Sabrina è rimasta dentro, è meglio se la lasciamo riposare - mi disse Giuliano. - Ne ha tutto il diritto.
   Vidi gli stalloni scendere verso il piano terra, probabilmente dovettero aver pensato che era meglio lasciarci un pò soli. Il loro lavoro era finito, ora iniziava il nostro. Ma chi le aveva eiaculato in vagina? Non mi importava saperlo. Volevo che fosse una sorpresa, e infatti non mi sarei neppure azzardato a chiederlo a mia moglie.

Stefano.

        

1 commento:

  1. stpenda sabry speriamo abbia voglia di farsi ingroppare pure col pancione!!

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