venerdì 10 luglio 2015

Ingannare l'attesa


Quei giorni di attesa della monta furono giorni di preparazione e riflessione. Decisi di tenere a riposo la vagina, doveva essere un dono speciale, quasi sacro quindi evitai perfino di masturbarmi. Allo stesso tempo desideravo tanto mio marito per quello che stavamo per fare e decisi che per ingannare l'attesa avrei avuto solo lui, basta uomini, non potevo tradire i futuri padri di nostra figlia. Chiaramente tutta quella situazione mi faceva sentire porca all'inverosimile. 
Provai a indossare dei tacchi altissimi, a spillo, le gambe nude, la posizione causata dai tacchi ne esalta le forme. Indossai una minigonna insolita: di lattice nero, chiusa sul davanti mentre dietro scopre completamente il culo ed è chiusa, sotto i glutei da due fibbie. Non ho addosso niente altro, salvo qualche gioiello e un plug anale che esce dal culo e a cui è attaccata una sorta di coda di cavallo. Volevo provare che effetto facessi su Stefano vestita così, magari gli sarebbe piaciuto come abbigliamento per il gran giorno.
Procedo a quattro zampe protendendo in fuori il culo e la mia coda. La mia destinazione è Stefano, seduto sul divano, nudo, che si mena il cazzo. Dietro di me un uomo mi segue e mi inquadra con una telecamera.
E' un vouyer, un ricco vouyer anziano che si diletta nel girare dei video pornografici, per la sua collezione personale. Era stata Tiffany a segnalarcelo, a metterci in contatto e io pensai che una volta diventata mamma avrei avuto meno possibilità di dilettarmi in queste porcate quindi accettai con piacere.

Purtroppo non potrò rivedermi, nessuna copia esce dal suo archivio. Un archivio così ben protetto che tante donne, anche della società bene, hanno acconsentito a lasciarvi una testimonianza delle loro perversioni.
Non faccio in tempo a sentire la mancanza del plug anale, Stefano me lo sfila lentamente, a beneficio della telecamera, e poi lo sostituisce con il suo cazzo che entra facilmente, ben accolto nell'unico posto che potevo concedergli.
Il vecchio è molto discreto e noi due ci comportiamo come se non ci fosse, che è poi quello che ci è stato richiesto.
Finito l’amplesso devo uscire dalla stanza, camminando sui tacchi. Ora non ho più la coda, ma il vecchio continua a seguirmi inquadrandomi il fondoschiena la cui rotondità è esaltata dalla postura, dalla gonna e probabilmente anche dal grandangolo dell’obiettivo.
Uscita nel giardino dell'Oasi mi aspetta Andrea, la sorella di Stefano. La ho voluta accanto in quel momento molto importante per tutta la famiglia e mi avrebbe dato una grande mano durante il periodo della gravidanza. Il vecchio ci propone un rapporto saffico, a sessantanove. E' dispoosto a pagare il mantenimento di Moana per avere quella scena, una specie di padrino segreto.
Stefano ci ha seguito. Ci osserva per un po’, menandosi il cazzo. Poi si aggrega, anche se non credo fosse previsto. Osservo da pochi centimetri di distanza il suo glande che allarga impietoso le pieghe dell’ano della sorella. Con la lingua raggiungo il punto in cui le carni si congiungono.

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