mercoledì 8 luglio 2015

Lì, dove tutto è cominciato.

(in foto: Alex Chance, NaughtyAmerica.com)


   Nel frattempo la mia ricerca continuava. Quale ricerca? Quella per l'inseminatore giusto per mia moglie. Esclusi categorigamente Lorenzo, perchè ce l'avevo sulle palle, e poi averci una figlia col suo carattere di merda, non era nelle cose che speravo. Peo? Peo non era all'altezza. Sean la Proboscide? E dove lo andavo a ribeccare più? Rimanevano Giuliano e Franco. Bella battaglia. Stimavo entrambi, anche se erano completamente diversi. Franco era più dolce, avrei avuto una figlia dolce e scura di pelle come lui. Con Giuliano invece avremmo avuto una bella figlia bionda e con un carattere bello cazzuto. Davvero difficile decidere. Comunque era inutile fare i conti senza l'oste, nel senso che prima avrei dovuto parlare con entrambi di questa cosa. D'altronde il seme era il loro.
   E così decisi di chiamare Giuliano. Gli dissi che dovevo parlargli, e lui allora mi diede un indirizzo che non conoscevo. Mi disse che ci saremmo visti lì, proprio a quell'indirizzo. Era una zona un pò periferica. Così presi la macchina e cercai di raggiungere il posto, con non poche difficoltà. Il posto era periferico, però tutto sommato era carino. Era pieno di villette e le strade erano alberate e tranquille. Finalmente trovai il posto; si trattava di una vietta nascosta che si immetteva in un sentiero con altrettante villette, queste però immerse nell'aperta campagna. Alla fine di questa strada c'era una villa di due piani con un cancello. Giuliano era fuori ad aspettarmi, e quando mi vide mi fece segno di avvicinarmi con la macchina. Mi aprì il cancello e mi fece entrare. Percorsi un breve sentiero di ghiaia e mi fermai. Giuliano, che intanto aveva richiuso il cancello, mi venne incontro a stringermi la mano.
- Ciao Giuliano, mica ti disturbo?
- Ma che dici Stè? Tu non mi disturbi mai. Tu e Sabrina siete sempre i benvenuti.
- Ma cos'è questo posto? - domandai guardandomi intorno. Ero incantato a vedere tanta serenità, e tutta quella campagna che sembrava stare distanti anni luce dalla città.
- Questa è casa dei miei - rispose. - Ci sono cresciuto qui. Loro hanno deciso di trasferirsi in città, e quindi ogni tanto ci vengo quando voglio starmene un pò per conto mio. Vieni, entriamo.
   Era la prima volta che entravo in casa dei suoi. A quello che mi aveva raccontato Sabrina era proprio lì che avvenivano gli incontri segreti con Giuliano. "Segreti" perchè Giuliano in quel periodo stava ancora insieme alla sua ex, Manuela, migliore amica di mia moglie. Era proprio in quella villa che Giuliano aveva iniziato mia moglie al sesso anale e orale. Era proprio lì, insieme a Giuliano, che Sabrina aveva imparato a fare le spagnole di cui era ormai un'esperta indiscussa. E appena entrammo nel salone, mi parve di vederla mia moglie, nuda, che correva per casa, con le sue grosse tette, che cozzavano una contro l'altra, e Giuliano che la inseguiva, intenti a giocare come due innamorati. "Se vuoi farmi il culo, prima devi prendermi" mi sembrava addirittura di sentire la sua voce, mentre si lasciava inseguire da lui, e lui da dietro che le diceva: "sì ma se ti prendo te lo rompo". I genitori di lui erano sempre via, perchè avevano un negozio in centro, quindi mia moglie e Giuliano avevano casa libera tutto il giorno, liberi di fare tutte le porcate che volevano.
- Ah, se queste mura potessero parlare! - mi disse. - Vieni, ti faccio vedere la mia stanza.
   Mi portò al piano di sopra. La sua cameretta era rimasta così com'era, con i poster dei calciatori della nazionale degli anni novanta, con l'attrezzatura per fumare erba e i libri di scuola, alcuni dei quali ancora avvolti nel cellophane (Giuliano non aveva mai avuto tanta voglia di studiare, infatti alle scuole superiori era stato bocciato un paio di volte). La stanza aveva anche un balconcino che affacciava sulla campagna e da cui entrava una luce molto forte, la luce del sole che se ne stava andando. Guardai il letto a due piazze su cui probabilmente Giuliano aveva inculato mia moglie per la prima volta, fu una sensazione che mi diede un brivido di eccitazione. Anche qui, come nel salone, ebbi la sensazione di vedere mia moglie, nuda su quel letto, a quattro zampe, con le natiche aperte, e Giuliano dietro che cerca di penetrarle l'orifizio anale, ancora vergine, ancora troppo stretto e quindi riuscivo a vedere anche la difficoltà di lui, che nonostante ce l'avesse duro come il marmo, non riesce a entrare, fino a quando finalmente le pareti del condotto anale cominciano ad allargarsi, e finalmente il cazzo comincia a entrare dentro, e Sabrina che urla di dolore, lo supplica di fare piano, e lui che le dice che se si agita è peggio. Poi dopo un pò mia moglie sembra prenderci gusto, e Giuliano la inizia a montare con più decisione, colpendole le natiche con qualche sonora sculacciata.
- Ebbene sì, è proprio lì che l'abbiamo fatto la prima volta - mi disse. Si era accorto di come guardavo il letto, probabilmente mi si leggeva in faccia quello che stavo pensando. - Proprio su quel letto, tua moglie ha perso la verginità anale. Lo ricordo come se fosse ieri. Ce l'aveva così stretto che entrarci dentro è stata un'impresa. Sai, me ne sono fatte tante di scopate qui dentro, ma con Sabrina era diverso. Io la amavo, capisci? Purtroppo lei non provava la stessa cosa. Ma quello che provavo io era proprio amore.
- Che ricordi hai in particolare quando ritorni in questa stanza?
- Stè, siamo amici. Anzi, più che amici, e voglio essere onesto con te. I ricordi che ho qui sono tutti legati a tua moglie. Qui, proprio qui, dove sono ora, Sabrina per la prima volta si è fatta sborrare in faccia. Era la prima volta per tutti e due, quindi anche per me. Non avevo mai schizzato sul viso di nessuna, sai come sono le ragazze, non è che si fanno schizzare in faccia facilmente. Ed era una delle mie fantasie più porche. Quando lo dissi a Sabrina lei mi stava facendo un pompino, era inginocchiata proprio qui davanti a me, le dissi che mi sarebbe piaciuto venirle in faccia, e lei mi rispose di no, che le faceva schifo. Dovetti pregarla un pò, poi alla fine ha ceduto, allora ho cominciato a menarmelo davanti alla sua faccia fino a sborrare. Cazzo quanta ne avevo! Non finiva più. Poi l'ho accompagnata in bagno a pulirsi, e lei mi ha detto che tutto sommato era stata una cosa carina. E da quel giorno è diventata un abitudine. Era il mio modo per dichiararle il mio amore, capisci? Come se le dicessi: "ecco, prendi il mio seme, è tuo".
   Giuliano era chiaramente emozionato mentre mi raccontava quelle cose, era come se le stesse rivivendo, e quindi non aveva freni, mi raccontava le cose così come erano capitate, e io ero contento, perchè finalmente avevo un immagine chiara del rapporto che c'era stato tra mia moglie e lui. Dopo un pò Giuliano mi disse di seguirlo, e quindi gli andai dietro, e mi portò nel seminterrato, dove c'era una stanzetta con un biliardo. Giuliano era un discreto giocatore di biliardo, e qualche volta c'aveva pure giocato a soldi, perdendoli. Mi disse che per un periodo aveva avuto dei problemi con quel maledetto biliardo, era diventata un'ossessione. Si era pure indebitato. Ma quella era un'altra storia. In ogni modo, mi disse, in quel seminterrato aveva insegnato a Sabrina a fare le seghe spagnole. Erano lì che stavano giocando, lei aveva una maglietta così scollata che le tette sembravano volergli scivolare fuori da un momento all'altro. Ovviamente Giuliano, come suo solito, fece un sacco di battute a doppio senso su quelle tette meravigliose, battute che divertivano molto mia moglie.
- Poi ad un certo punto - mi disse Giuliano, - sempre per scherzare, le ho chiesto se sapeva fare una spagnola, e lei mi ha guardato con gli occhi di fuori. Mi ha chiesto "e che cos'è?". Ti rendi conto? L'avresti mai detto? Non sapeva neppure cosa fosse una sega spagnola. E allora io le ho detto che era una cosa che si faceva con le tette, e che se voleva gliela insegnavo, però doveva cacciarle fuori dallo scollo. A quel punto lei ha sbuffato e mi ha detto: "sei il solito porco", e ha tirato le tette fuori. Le ho detto di inginocchiarsi e mi sono sbottonato i pantaloni. Ce l'avevo durissimo solo all'idea. L'ho tirato fuori e glielo messo in mezzo alle tette, e le ho iniziato a dare qualche indicazione su quello che doveva fare. Inutile dirti che dopo due minuti era diventata già un'esperta. Fu così brava che mi fece venire in pochi minuti. Ahhh, caro Stefano! Lasciatelo dire, hai un tesoro di moglie! La moglie che ogni uomo vorrebbe avere.
   Ascoltando tutti quei racconti mi furono chiare due cose: prima di tutto avevo un erezione spaventosa. In secondo luogo Giuliano, come impollinatore di Sabrina, era il candidato ideale. Se avessi dovuto scegliere subito, su due piedi, avrei scelto lui. Sentendolo parlare mi ero reso conto che aveva amato molto Sabrina, e chiaramente l'amava ancora. Chi meglio di lui poteva fare una cosa del genere?
- E dopo averti annoiato con le mie storie - disse, - dimmi pure quello che volevi dirmi.
- No, niente.
- Come "niente?". Mi hai telefonato dicendomi che volevi parlarmi. Di cosa volevi parlarmi?
- No davvero, niente. Avevo solo voglia di fare due chiacchiere.
- Ah, ok. Allora andiamo in soggiorno, che ti offro da bere.
   Dopo aver bevuto un bicchiere di vino rosso mi guardai in giro. Ripensai alla stanza di Giuliano. Era il posto perfetto dove organizzare la monta. Lì dove tutto era cominciato sarebbe stato concepito un nuovo inizio. Ma prima di dirlo a lui dovevo prima parlarne con Sabrina. E soprattutto, prima di prendere quella scelta, dovevo valutare anche l'opzione Franco. Dovevo assolutamente vederlo da vicino. Solo allora avrei capito chi dei due scegliere.  

Stefano.

     

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