mercoledì 21 ottobre 2015

La regina.


   Salire su quel palco nuovo fu per me davvero difficile. Qui non mi trovavo al Biancaneve, qui il pubblico non mi conosceva, non mi osannava come invece faceva allo strip bar dove avevo lavorato fino a pochi giorni prima. Qui ero una sconosciuta, e in confronto alle altre ero quasi invisibile. O  perlomeno era l'impressione che avevo, e cioè di essere piccola piccola rispetto alle altre. Ma dovevo dare il meglio di me se volevo scalare le classifiche di gradimento. Potevo farcela.
   L'ingresso in scena funzionava più o meno come allo strip bar di zio Giuliano, cioè c'era un tizio che annunciava la spogliarellista di turno, e poi c'era una musica che l'accompagnava (ipotizzo scelta da chi saliva sul palco). Io ero lì dietro le quinte, completamente nuda, che aspettavo di entrare. Jeremy era dietro di me e mi teneva abbracciata da dietro con affetto, e sentivo il suo cazzo eretto premere in mezzo alle mie natiche.
- Lo so che sei nervosa - mi disse. - Ma vedrai che andrà tutto bene. Ho come l'impressione che presto diventerai la regina indiscussa del locale.
- Grazie Jeremy - dissi accarezzandogli affettuosamente il suo mostruoso cazzo.
   A quel punto una voce annunciò il mio ingresso sul palco. Era il mio momento. Chiusi gli occhi e Jeremy mi lasciò andare e io feci i primi passi in avanti, ma senza guardare. E quando aprii gli occhi mi trovai di fronte ad un pubblico sconosciuto di allupati, e io ero nuda, con le mie forme e i miei buchi esposti per soddisfare le loro voglie porche. Sul palco c'era soltanto un letto a baldacchino su cui io e Jeremy avremo eseguito la nostra performance. E io al momento non sapevo cosa fare. Mi guardavano tutti in religioso silenzio, si aspettavano da me qualcosa di molto porco, e io dovevo darglielo o altrimenti sarebbe stata la mia fine. Ma mi sentivo tutta paralizzata, incapace di muovermi.
- Dai porcellina! - urlò qualcuno da sotto. - Facci godere.
   Dovevo darmi una mossa, così feci un espressione da gatta in calore e feci qualche passo indietro fino a raggiungere il letto. Mi ci misi sopra spalancando le cosce e mostrando bene a tutti com'ero fatta lì sotto. Devo dire che il risultato fu più che soddisfacente. I clienti dello strip bar sembravano aver gradito, ma non era ancora abbastanza. A quel punto mi allargai le labbra della vagina con due dita, quasi invitandoli a entrarmi dentro tutti insieme. Erano visibilmente in un crescente stato di eccitazione, così decisi di giocarmela bene quella partita, e allora mi girai mettendomi con il culetto rivolto verso di loro, il busto piegato in giù e le natiche oscenamente aperte, e il mio orifizio anale ben in mostra. Erano cotti, ce li avevo in pugno. In quel momento entrò in scena Jeremy, con il suo cazzo gigantesco in erezione e tutti esultarono.
- Rompila! - urlò qualcuno.
- Falle il culo! - urlò un altro ancora.
   Jeremy venne sul letto con me e mi si mise sopra. Sentii la sua proboscide premere contro il mio buco del culo. Mi avvicinò le labbra ad un orecchio per sussurrarmi qualcosa.
- Stai andano alla grande - mi disse. - Ti adorano.
- Dici?
- Lavoro qui da parecchio. Conosco i miei polli.
   Jeremy iniziò a simulare una penetrazione. Sentivo il suo attrezzo duro sfregare contro il mio orifizio anale. Andava come un treno. Cambiammo spesso posizione, e lui devo dire che fu di parola. Il suo grosso cazzo non entrò mai nel mio corpo. Alla fine mi fece inginocchiare e io gli baciai le palle mentre lui si masturbava e si preparava a venirmi copiosamente in faccia. Il pubblico non aspettava altro. Voleva vedere il suo caldo seme posarsi sul mio viso. E fu accontentato alla grande. Iniziò a schizzare come una fontana e io ne fui completamente ricoperta. La nostra performance aveva avuto un certo successo e prima di congedarci facemmo un inchino come dopo una rappresentazione teatrale, e poi ce ne ritornammo dietro le quinte. Ero molto confusa, perchè era successo tutto così in fretta, e poi ero stanca, sudata e con il viso completamente coperto di sborra, tanto che dovetti portarmela via dagli occhi con le dita per vederci meglio. E mi ritrovai completamente sommersa dalle mie future colleghe, desiderose di conoscermi e di complimentarsi con me per quello che avevo appena fatto.
- Benvenuta tra noi - mi disse una di loro.
- Grazie ragazze, siete carinissime.
   Lo erano per davvero. Non sembrava esserci quella rivalità che invece c'era tra le ragazze dello strip bar di zio Giuliano. E se c'era lo mascheravano molto bene. Fui lusingata da tutte quelle attenzioni, ma allo stesso tempo avevo davvero bisogno di una doccia (viste le mie condizioni), e così ritornai nel mio camerino e mi fiondai sotto un getto d'acqua calda. Ero stata brava. Li avevo conquistati. Erano miei. Sarei diventata la regina lì dentro, ne ero sicura.

Moana.

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