mercoledì 14 ottobre 2015

Sabrina, una donna davvero speciale.

(in foto: Eva Notty, Scoreland.com)


   Adesso toccava a me organizzare la monta. Non potevo crederci che Moana avesse acconsentito a fare una cosa del genere. Il solo pensiero di vederla fare l'amore mi veniva la tremarella per l'eccitazione. Dovevo assolutamente incontrare lo stallone con cui si era intrattenuta durante il convegno. Non fu difficile. Parlai con uno degli organizzatori dell'evento, che tra parentesi era un mio vecchio amico, e chiesi a lui tutte le informazioni di cui avevo bisogno. Prima di tutto lo stallone si chiamava Pietro, aveva diciannove anni ed era un dipendente dell'albergo. Era uno che con le donne ci sapeva fare molto, e che aveva allietato le notti di molte donne che avevano alloggiato nell'hotel. Decisi di non perdere tempo. Era l'uomo adatto per montare la mia Moana. Così andai a cercarlo. Lo trovai in cucina, dove svolgeva la mansione di aiuto cuoco. Gli chiesi se aveva cinque minuti per parlare, e lui mi disse di sì. Così ce ne andammo in un luogo appartato e venni subito al dunque.
- Oggi al convegno ho notato che hai messo gli occhi su mia moglie.
- E allora? Che problema c'è? Dopotutto è una bella ragazza.
- No, non mi fraintendere. Non c'è niente di male. Anzi. Ti sembrerà strano quello che sto per dirti, ma noi siamo una coppia in cerca di nuove esperienze. Ti interesserebbe passare la notte con lei?
- Mmh, questa storia non mi quadra. Cosa c'è sotto?
- Assolutamente niente. Mi piacerebbe vedervi mentre fate l'amore. Però mi raccomando. Rispetto. Voglio che tratti mia moglie con rispetto.
- Va bene nonnetto, te la monto io la tua signora.
   Era fatta. Ora dovevo solo correre da lei a dirglielo. La trovai in piscina insieme a... sua madre. Accidenti, non sapevo come comportarmi. Non vedevo Sabrina da qualche tempo, e ritrovarmela lì insieme a Moana mi disorientò completamente. Sabrina era bellissima, e in costume da bagno era davvero uno spettacolo. Quando Moana mi vide spalancò gli occhi e fece di no con la testa. Non mi voleva. Non voleva che Sabrina sapesse di noi due. Questo era chiaro. E così feci per andarmene, ma Sabrina mi chiamò.
- Ehi tu! Pier Vittorio! Cosa ci fai qui?
   A quel punto non potevo fare più nulla. Era fatta. Dovevo solo fingere di non conoscere Moana, e tutto si sarebbe risolto. Mi avvicinai a piccoli passi facendo finta di essere stupito di quell'incontro. In effetti lo ero per davvero, perchè non mi aspettavo che fosse lì. Il problema era che con lei c'era anche sua figlia, con la quale avevo instaurato un'amicizia molto "particolare".
- Sabrina, che sorpresa! Come stai?
- Benissimo. E tu?
- Non c'è male. Chi è questa bella ragazza? - domandai riferendomi a Moana, la quale stava morendo di vergogna, ma iniziò a capire la mia farsa e allora cominciò a tranquillizzarsi.
- Lei è mia figlia.
   Moana mi strinse la mano, e poi disse che era molto stanca, e che sarebbe andata a dormire. E così ci lasciò soli togliendosi dagli impicci. E mi ritrovai a parlare con sua madre del più e del meno, ma mi sentivo molto a disagio. Non sapeva niente di noi, e non sapeva neppure quello che sarebbe successo quella notte, ovvero che avrei fatto montare sua figlia da un dipendente dell'albergo.
   Sabrina era bellissima. Non potevo fare a meno di guardarle le tette. Mi erano sempre piaciute da impazzire, morbide e grandi. Ai tempi in cui tutti la conoscevano come Sabrina Bocca e Culo era la ragazza più desiderata della città anche grazie alle sue forme. C'erano poche ragazze che potevano vantare tette di quel tipo. Sabrina era una vera icona del sesso. Anche per me lo era. Per me poi è stata una donna molto speciale. Come sapete è stato con lei che ho perso la verginità. Per me fu molto imbarazzante, perchè ero già grandicello, ma molto inesperto. Lei invecè di esperienze ne aveva avute tantissime. E io ci feci solo una pessima figura. Iniziai a fiottarmi nelle mutande non appena lei cominciò a spogliarsi. Lei se ne accorse, ma non mi prese in giro, anzi, cercò di farmelo ritornare duro con un pompino. E ci riuscì senza troppe difficoltà. Poi mi diede il suo corpo, ma mi permise di entrarle solo nel retto. Lo sapevano tutti che la figa non la dava a nessuno.
   Dopo quell'esperienza ci siamo rivisti dopo molti anni. La incontrai per caso al centro commerciale. Io ero in cerca di un completino intimo da regalare a Moana (ancora non lo sapevo che era la figlia di Sabrina). Come sapete Sabrina ha un negozio di intimo molto fornito. Incontrarci dopo tanti anni fu una piacevole sorpresa per entrambi. E incontrarci nella piscina dell'albergo di Porto Franco, fu un ulteriore sorpresa per tutti e due, anche se io ero davvero in imbarazzo. Lei non sapeva niente di me e Moana, ma mi chiedevo come si sarebbe comportata se lo avesse saputo.
   Comunque notai che Sabrina non era sola. Con lei c'era un ragazzo della stessa età di Moana. Allora pensai subito che anche lui fosse suo figlio. Ma quando ci presentò mi disse che era il suo compagno. In effetti Moana mi aveva raccontato del fatto che i suoi genitori si erano separati, ma non credevo che sua madre avesse già trovato un altro. E che "altro". Proprio una buon gustai la vecchia Sabrina Bocca e Culo.
   Non facevo che incolparmi di quello che stavo facendo. C'era Sabrina che mi parlava della sua vita, della sua separazione e del suo negozio, e io che pensavo al fatto che quello che mi apprestavo a fare era una cosa molto ingiusta. Consegnare sua figlia nelle mani di uno sconosciuto per un mio capriccio. Ma cosa potevo fare ormai? In ogni modo parlammo così a lungo che si fecero le otto di sera. Avevo ancora tempo per correre ai ripari. Forse se arrivavo in tempo riuscivo a fermare ogni cosa. Lo dovevo a Sabrina. Lei era una donna molto importante. Non mi aveva preso in giro quando tanti anni addietro avevo fatto quella pessima figura di venire nelle mutande in sua presenza. Anzi, mi aveva trattato amorevolmente, e adesso non potevo farle questo. Non potevo dare via sua figlia a quello lì. Così feci una corsa in camera per cercare di fermare tutto, ma ormai era troppo tardi. Lui era lì con lei. Erano seduti ad aspettarmi. Lei era sul letto, indossava delle autoreggenti, il perizoma e il reggiseno. Lui era seduto su una sedia di fronte alla finestra. Era vestito, ma si vedeva che fremeva per zomparsi la mia Moana.
- Tesoro, ma cos'è questa storia? - domandò lei, improvvisando una specie di parte. - Questo ragazzo dice che lo hai autorizzato a passare la notte con me.
- Moana, credo che forse è meglio se...
- Che c'è nonnetto? C'hai ripensato? - chiese lui.
- No, è che... - non sapevo proprio come uscirmene.
- Tesoro, se è questo che vuoi, allora sono pronta a farmi penetrare da questo sconosciuto - disse Moana.
   A quel punto lui si tirò giù la lampo dei jeans e fece uscire fuori il suo enorme cazzo già bello duro e lo mise sulla faccia di Moana, invitandola a cominciare con la bocca. Moana non se lo fece ripetere due volte, tirò fuori la lingua e persorse tutta l'asta, poi aprì la bocca e lo fece entrare dentro. Ormai non si poteva più tornare indietro. Moana era sua.

Pier Vittorio.

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