sabato 3 ottobre 2015

Nudismo con Manuela e papà.

(in foto: Esenia, Sky Blue Beach, ShowyBeauty.com)


   Qualche giorno dopo la nuova performance al bar mio padre mi chiamò e mi disse che con Manuela aveva pianificato una bella giornata al mare, e che gli avrebbe fatto molto piacere se fossi andata con loro. Ci tenne a precisare che anche a Manuela avrebbe fatto molto piacere. E così decisi di accontentarli, anche se onestamente avrei preferito starmene con Berni. Così preparai lo zaino con la mia roba dentro, indossai un costume da bagno e aspettai che mi venissero a prendere.
   Manuela era bellissima. Aveva un vestitino verde chiaro molto leggero, indossava gli occhiali da sole che la facevano sembrare una diva. Guidava lei e mio padre le stava accanto. L'inizio non fu dei migliori. Mi stavo annoiando a morte, nonostante mio padre continuasse a rivolgermi continue domande, io gli rispondevo in modo svogliato. Le domande vertevano principalmente su studio e Berni. I miei genitori si erano legati moltissimo a Berni, e quindi mi chiedevano spesso di lui. Una volta mio padre ci aveva beccati a fare l'amore nel salotto di casa. Ricordo che Berni mi stava prendendo da dietro tenendomi per i fianchi. E proprio in quel momento mio padre rientrò dal lavoro. Invece che fare una sfuriata perchè c'era un maschio che si stava ingroppando sua figlia, mio padre si scusò per l'invasione, e disse che si sarebbe subito tolto dai piedi. Questo per farvi capire quanto ci tenesse a Berni. Del resto anche mia madre. Vedevano in Berni l'uomo giusto per me; pulito, senza tatuaggi, educato, con un carattere accomodante e pacifico. Insomma, il fidanzato che ogni padre avrebbe voluto per la propria figlia.
- Sai tesoro - mi disse Manuela, - tuo padre mi ha raccontato di quando vi ha sorpresi in soggiorno a fare l'amore.
- Sì beh - risposi, - è stata un'esperienza molto imbarazzante.
- Io non ci trovo niente di imbarazzante - continuò. - Anzi, è lecito per due ragazzi che si amano.
- E poi lo sai come la penso - disse mio padre. - Meglio a casa che in macchina, parcheggiati chissà in quale campagna sperduta. A casa è più sicuro.
   Ricordo che mio padre su questo era stato chiaro fin dal principio con me e Rocco. Appena compiuti diciotto anni ci prese da parte e ci fece un bel discorsetto. Ci disse che ormai eravamo grandi, ed era normale se sentivamo il bisogno di fare l'amore con qualche coetaneo. L'importante era farlo in posti sicuri, e non nascosti in chissà quali anfratti. Ci disse chiaramente di non preoccuparci, e che potevamo farlo anche in casa. L'importante era farlo in posti sicuri.
   Il viaggio in macchina sembrava interminabile, poi finalmente giungemmo a destinazione. Era una spiaggia che non avevo mai visto prima. All'ingresso dello stabilimento c'era un cartello che diceva "spiaggia naturista". Ero molto perplessa. Non me l'aspettavo. Non tanto per mio padre, che sapevo essere un nudista sin da quando aveva la mia età, quanto per Manuela. Non credevo che anche lei praticasse il naturismo. Per me, come sapete, non c'erano problemi. E certamente non avrei avuto problemi a farlo di fronte a mio padre, il quale mi aveva visto molte volte nuda. Manuela in verità era solo da qualche anno che bazziccava spiagge simili. Era stato il suo ex marito a iniziarla, cioè quel chirurgo plastico che si era poi scoperto un amante dei trans, che abitualmente frequentava a pagamento.
   Manuela parcheggiò la macchina in uno spiazzo insieme ad altre. Appena scesa dalla vettura iniziai a vedere oltre il parcheggio i primi culi nudi. La spiaggia non era niente male, ed era frequentata da molti gay, poche coppie e una marea di guardoni che si aggiravano tra le coppie in cerca di forti emozioni. Prendemmo la borsa frigo e l'ombrellone dal bagagliaio e ci avviammo verso la riva, dove sistemammo la nostra roba. Ci spogliammo e per la prima volta vidi Manuela così com'era. Aveva un corpo bellissimo nonostante i suoi quarant'anni. Le tette erano rifatte, non c'era dubbio, ma erano state rifatte a regola d'arte. Veniva proprio voglio di appiccicarcisi con la bocca. Aveva un culo che era un capolavoro.
   Andammo subito a fare il bagno, senza però attirare l'attenzione di nessuno. Per i guardoni presenti in spiaggia non eravamo un obiettivo su cui focalizzare l'attenzione. Ai loro occhi eravamo una famigliola che non avrebbe dato nessuno spettacolo hard. Preferirono indubbiamente concentrarsi sulle poche coppiette presenti, che di sicuro avrebbero fatto più porcate di noi.
   Dopo una nuotata me ne ritornai a riva, lasciando papà e Manuela da soli, liberi di scambiarsi qualche effusione. Da lontano li vidi abbracciarsi e baciarsi intensamente, e vidi lei che immerse la mano sott'acqua e cominciò a dimenare il braccio su e giù. Manuela stava facendo una colossale sega a mio padre. Intanto qualcuno aveva cominciato a ronzarmi intorno.
- Vuoi un pò di compagnia? - mi domandò. Era un uomo sulla trentina, neanche troppo malvagio.
- No grazie. Non voglio niente.
   Dopodichè se ne andò via. Non ero proprio in vena di rimorchio.
   A sega conclusa, mio padre e Manuela tornarono a riva. Credevano davvero che non mi ero accorta di quello che avevano fatto? Ma comunque nessuno disse niente a riguardo. Il cazzo di mio padre era ancora mezzo duro. Manuela si mise a sedere sotto l'ombrellone e mi sorrise.
- Ti piace questo posto? - mi domandò.
- È pieno di morti si figa.
- Ti confido un segreto - disse sottovoce, in modo che mio padre (che intanto aveva chiuso gli occhi per sonnecchiare un pò). - Io amo i morti di figa.
- Cosa?
- Mi piace come guardano noi donne. Personalmente mi fanno sentire desiderata.
   Manuela era in vena di confidenze. Non capivo perchè stesse tentando quest'approccio con me. Forse avere un rapporto di amicizia e complicità con me era per lei un modo per avvicinarsi ulteriormente a mio padre. Non si accontentava di avere lui, voleva anche me. Voleva diventare come una seconda mamma. Ma io avevo solo una madre, e si chiamava Sabrina, e Manuela non avrebbe potuto mai e poi mai prenderne il posto.
   In ogni modo mio padre era già mezz'ora che era lì steso al sole. Cominciai a preoccuparmi seriamente per la sua pelle. E allora feci quello che avrebbe fatto mia madre se fosse stata lì. Decisi di cospargerlo di crema protettiva. Mio padre certe volte era come un bambino, dovevi un pò combatterci. E così mi misi a cavalcioni sul suo culo e gli misi la crema e con le mani gliela spalmai sulle spalle e sulla schiena. Dopo averlo coperto tutto gli dissi di girarsi, e lui allora di distese sulla schiena, e io sempre a cavalcioni su di lui. Medesima operazione. Anche qui con le mani gliela spalmai un pò dappertutto, ma quando arrivai al suo cazzo esitai un attimo. Cosa fare? Anche quella era una parte del corpo abbastanza delicata. Avrei potuto chiedere l'aiuto di Manuela. Però poi pensai: ma chi se ne frega! È pur sempre mio padre. Perchè dovrebbe imbarazzarmi fare una cosa del genere? E così misi un pò di lozione sulle mani e afferrai con decisione con una il sesso di mio padre, e con l'altra le palle. Iniziai un lento massaggio, ma nel giro di qualche secondo accadde quello che era ovvio che succedesse. La bestia si svegliò e prese vigore, crescendo in modo mostruoso davanti ai miei occhi, fino a raggiungere la massima erezione.
- Papà, ti prego! - esclamai divertita. - Datti una controllata, sono pur sempre tua figlia.
- Scusa tesoro, ma sai... quelle zone sono molto sensibili per noi maschietti.
   Manuela scoppiò a ridere. Ormai era duro, pensai, tanto valeva proseguire con più decisione. Così lo afferrai e cominciai un lento su e giù con il polso. La capocchia era rossissima, gonfia da morire, pronta a schizzare in qualsiasi momento. Per non dare spettacolo (perchè già si era fatto un discreto numero di guardoni intorno a noi) decisi di lasciarlo andare, e mi concentrai sul petto di mio padre. Ma essendo a cavalcioni su di lui adesso avevo il suo cazzo piantato in mezzo alle labbra della fighetta. Sentivo che fremeva per entrare, e nel muovermi per spalmargli la crema sul petto, senza rendermene conto, gli massaggiavo con le labbra la zona del frenulo, Forse sarà stato il calore della vagina al contatto col suo glande, ma mio padre iniziò a schizzare in modo copioso. Adesso c'avevo tutta la sua sborra sulla figa.
- Papà! Guarda cosa hai combinato! Che schifo! Ma quanta ne avevi?
- Stefano, sei proprio insaziabile - disse Manuela, riferendosi probabilmente al fatto che prima gli aveva fatto una sega in acqua.
- Scusami Moana, non volevo - disse mio padre.
- Mi hai sborrata tutta, guarda qua che roba!
   A quel punto andai a pulirmi in acqua. Avevo le labbra completamente inondate del seme di mio padre. Dopo un'oretta ce ne ritornammo a casa.

Moana.

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