giovedì 1 ottobre 2015

La mela del peccato.


   Il numero con le palle da biliardo era forte, ma dovevo prima allenarmi un pò. E così andai a comprare un set di palle da biliardo e un paio di confezioni di olio per massaggi e chiamai Berni affinchè mi aiutasse con l'allenamento. In principio fece un pò di storie. Non voleva che lo facessi. Diceva che era troppo pericoloso. Ma io gli dissi che già l'avevo fatto una volta, ed era andato tutto bene. Così ci chiudemmo nella mia stanza e cominciammo l'allenamento. Mi spogliai e mi feci ficcare le palle nel culo. Questa volta ne riuscii a mettere dentro due per volta, e a sputarne fuori prima una e poi l'altra. Ero diventata bravissima. Con i nervi del retto riuscivo a gestire le palle come volevo. Poi mi venne un'idea, e allora andai in cucina a prendere una mela e ritornai un camera.
- Ti va di fare uno spuntino? - domandai a Berni.
- Cosa vuoi fare?
- Adesso ti faccio vedere.
   Mi infilai la mela su per il culo facendola sparire del tutto. Dopo un pò la feci schizzare fuori e dissi a Berni di mangiarla. Ma lui non ne voleva sapere, e la mela giaceva lì sul letto, e io non ne volevo sapere di lasciare la presa. Era la sua prova d'amore. Doveva farlo se mi amava per davvero. Allora decisi di rifarlo, la ficcai di nuovo dentro l'orifizio anale e la feci sparire. La tenni dentro per una manciata di minuti, poi la rilasciai e la mela cominciò a fare capolino dal buco del culo. La feci entrare e uscire, e poi la rilasciai definitivamente, e lei guizzò fuori ritornando sul letto.
- Forza Berni, mangiala.
   Ma lui ancora non voleva saperne. Questa cosa mi fece andare su tutte le furie e lo guardai con aria di sfida. E allora feci una cosa che non avevo mai fatto prima, gli diedi uno schiaffo in faccia. Non saprei dirvi con precisione perchè lo feci, forse perchè Berni mi stava facendo davvero arrabbiare in quei giorni. Volevo da lui una prova d'amore. E quella che gli stavo presentando era proprio una prova. Doveva farlo, altrimenti mi sarei cercata un altro fidanzato, e a me poteva dire addio. Lo schiaffo lo aveva indubbiamente disorientato. In verità aveva disorientato anche me. Era partito da solo, non c'avevo neppure ragionato prima di farlo. Quasi come se il mio braccio vivesse di vita propria. Adesso sulla guancia c'aveva l'impronta rossa della mia mano. E se non faceva come dicevo io se ne sarebbe beccato un altro. Glielo feci capire con lo sguardo. Ebbi l'impressione di avercelo in pugno.
- Se mi ami devi mangiare la mela - mi toccai la figa battendoci le dita sopra. - Se non la mangi, questa te la puoi scordare.
   A quel punto prese la mela e le diede un morso, e poi un altro ancora, fino a finirla del tutto. Era incredibile che Berni non avesse protestato per quello che avevo fatto. Gli avevo pur sempre mollato uno schiaffo, e lui era rimasto impassibile. Quasi come se gli fosse piaciuto. Allora a quel punto mi venne un dubbio? Che tipo di uomo era Berni? Un uomo a cui piaceva essere dominato, forse? C'era solo un modo per scoprirlo. Volevo proprio vedere fino a che punto potevo spingermi. E allora gli dissi di stendersi per terra. Ma lo feci in malo modo, e lui fece come gli ordinai. Mi abbassai su di lui, quasi sedendomi sulla sua faccia, quasi fino a soffocarlo con la vagina piantata in bocca. Gliela strofinai per bene  senza dargli tregua. Poi feci lo stesso con il buco del culo, premendoglielo contro la bocca. Quel gioco doveva piacergli davvero tanto, perchè gli venne un erezione incredibile. Era quasi sul punto di sborrare, nonostante non glielo avessi neppure sfiorato con un dito. E infatti dopo avergli strofinato ancora un pò l'orifizio anale sulla faccia Berni iniziò a fiottare. Una schizzata da record, copiosa, quasi come una fontana, e senza averlo toccato neppure un pò. A quel punto non c'erano dubbi. A Berni piaceva la dominazione. Questa cosa poteva essere davvero un nuovo inizio per noi. Era chiaro che il nostro rapporto d'amore era alla deriva. Però chissà, magari l'aver scoperto che a lui piaceva essere dominato, poteva essere davvero un salvagente per tutti e due.
   Dopo quella prova d'amore fui presa da un attacco di affetto nei suoi confronti e cominciai a baciarlo dappertutto, scendendo lentamente verso il suo cazzo e leccando la sborra che era schizzata all'altezza dell'ombelico.
- Ti amo Berni - dissi.
- Io ti amo di più - rispose, e io gli diedi uno schiaffo su un fianco.
- Non contraddirmi - e scoppiammo a ridere entrambi. Quel gioco ci avrebbe dato tantissime soddisfazioni. Ed eravamo solo all'inizio. E dentro eravamo euforici, perchè pensavamo a quante cose avremo potuto inventarci ora che avevamo trovato quella passione comune. La dominazione. 

Moana.

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