martedì 13 ottobre 2015

Oscena.

(in foto: Carter Cruise, The Masseuse 8, SweetSinner.com)


   Dopo aver passato la mattina in piscina con mia madre e il suo toy boy ritornai in camera. Per il momento non dissi niente a Pier Vittorio di quella novità. Pensai che fosse meglio se quella faccenda la risolvevo da sola. Dovevo trovare il modo per non farli incontrare, altrimenti ci sarebbe stato molto imbarazzo per tutti. Intanto Pier Vittorio aveva finito di scrivere il discorso. Era tutto pronto, dovevo solo indossare qualcosa e potevamo andare. E anche in questo caso cercai di indossare un vestito abbastanza porco, perchè volevo che tutti morissero di invidia per Pier Vittorio, che avevo autorizzato a sfoggiarmi come un trofeo di fronte a tutti. In quei giorni ero sua e poteva disporre di me come preferiva. Ero stata chiara a riguardo. E volevo che tutti se ne accorgessero. E così indossai un vestito bianco così corto che ogni tanto dovevo tirare giù per non rischiare di restare col culo di fuori. Il vestito poi aveva uno scollo come quello che avevo la sera prima, lungo fin sotto all'ombelico. Le mie tette erano lì lì per scivolare fuori.
   Il convegno era di una noia mortale. C'erano tutti i produttori di vino e i distributori, con compagne e mogli a seguito, in una cornice molto raffinata che mi fece sentire molto a disagio. Per come ero vestita ero davvero molto inopportuna, e lo capii da come mi guardavano le persone. Era chiaro che per le donne io ero un'accompagnatrice, per non dire una escort. Per gli uomini invece ero il giocattolo del sesso di Pier Vittorio. Mi pentii parecchio di essermi vestita in quel modo. Era chiaro che bene o male tutti stavano pensando male di me. E anche di Pier Vittorio. Le donne di certo pensavano: guarda quel vecchio porco, quella lì potrebbe essere sua figlia. Gli uomini invece: beato lui, guarda che maiala che si zompa quello lì. E infatti dissi a Pier Vittorio che se si sentiva in imbarazzo potevo ritornare in camera e indossare qualcosa di più appropriato.
- Moana, tu non mi metti mai in imbarazzo - rispose lui. - Sei semplicemente divina vestita così, e se gli uomini ti guardano è perchè ti desiderano, e se ti guardano le donne è perchè ti invidiano.
   Era ovvio che mi dicesse una cosa del genere. Pier Vittorio mi amava follemente. Pure col pigiama invernale avrebbe detto che ero sexy e tutto il resto. Comunque il convegno era di una noia mortale. L'unica cosa bella erano le degustazioni illimitate di vini pregiatissimi. A servirli c'era un aitante stallone di una ventina d'anni che non faceva altro che guardarmi. Ogni tanto ricambiavo e lo guardavo anche io. Era chiaro che gli piacevo e che mi voleva. Quando Pier Vittorio salì sul palco per il suo discorso colsi l'occasione per avvicinarmi al tavolo delle degustazioni, chiedendo allo stallone un bicchiere di rosso.
- Cosa ci fa una bella ragazza come te a un convegno così noioso? - mi chiese.
- Ho accompagnato mio marito.
- Tuo marito?
- Sì, è quello lì - gli indicai Pier Vittorio
- Quello lì? Ma avrà una cinquantina d'anni! Tu invece...
- Diciotto.
- Beh, si vede che è uno pieno di soldi.
- I soldi non c'entrano niente - gli risposi con un tono abbastanza antipatico. - Io lo amo.
- See, vabbè. E poi secondo me quello ce l'ha pure piccolo.
- Perchè, il tuo com'è?
- All'incirca venticinque centimetri.
   Mi venne l'acquolina in bocca e la mia fighetta iniziò a inumidirsi solo al pensiero del suo cazzo di venticinque centimetri che si faceva strada dentro il mio corpo. Ma comunque dovevo smetterla di pensarci. In quei giorni ero solo di Pier Vittorio, e di nessun altro. Senza dimenticare che ero fidanzata, e stavo facendo di tutto per rimanere fedele a Berni. Mi ero ripromessa di fare la brava e di non darla più via al primo che capitava. Ma intanto flirtare con quello stallone mi stava eccitando da morire. Notai che Pier Vittorio mi stava guardando. Si era accorto che stavo facendo la stronza con lo stallone dei vini, ma la cosa non sembrava dispiacergli. Anzi, mi sorrise. In ogni caso decisi di ritornarmene al mio posto e aspettare che il convegno finisse. A quel punto ce ne ritornammo in albergo dove Pier Vittorio mi disse che non aveva potuto fare a meno di notare il mio flirt con quello lì. Volle sapere cosa ci eravamo detti.
- Gli ho detto che sono tua moglie.
   Pier Vittorio diventò rosso come un pomodoro. Era eccitatissimo all'idea. Poi gli dissi tutto quello che ci eravamo detti, nei minimi particolari. A quel punto lui mi raccontò quello che aveva provato vedendomi parlare con un ragazzo così bello e prestante. Mi disse che si era eccitato tantissimo a vederci insieme.
- Sai Moana, stavo pensando che non ti ho mai vista fare l'amore. Mi piacerebbe molto guardarti mentre lo fai.
- Con quello lì?
- Ho visto come lo guardavi. Ti piaceva, non negare.
   Avevo detto niente più corna a Berni, ma avevo anche detto che in quei giorni a Porto Franco sarei stata di Pier Vittorio in tutto e per tutto. Potevo mai rimangiarmi quello che avevo detto? Ebbene, adesso mi stava chiedendo una cosa ben precisa, voleva vedermi fare l'amore con quello lì. E io non potevo dirgli di no.
- Fingiamo di essere una coppia cuckold - disse. - Ti va?
- E va bene - risposi. - Ma se dovesse mancarmi di rispetto? Voglio dire, mi è sembrato un pò rude.
- Non ti preoccupare, ci sarò io a difenderti.
   Era fatta. Quella sera avrei fatto l'amore con quel tipo e avrei cornificato Berni. Cose che capitano. Purtoppo mi capitavano troppo spesso.

Moana.

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