martedì 29 settembre 2015

Acrobazie anali.

(in foto: Jynx Maze & Casey Calvert, Anal Acrobats 9, EvilAngel.com)


   Intanto continuavo a lavorare allo strip bar. La sera ero sempre la, e la mattina andavo a seguire i corsi all'università. Devo dire che in quel periodo la mia vita era diventata piuttosto frenetica. Non avevo un attimo per rilassarmi. Non vedevo Berni da molti giorni, però lo sentivo al telefono. Era lui a chiamarmi, accusandomi in continuazione di non amarlo abbastanza. Ma in verità non è che non lo amavo abbastanza, non lo amavo proprio più. Volevo da lui una prova d'amore, e doveva essere pure bella grossa. Se voleva riavermi come prima doveva stupirmi. Doveva fare qualcosa per farmi ritornare ad amarlo. Perché onestamente il mio amore per lui vacillava molto.
   Una sera che stavo andando allo strip bar incappai in Carlo mano nella mano alla sua fidanzata, che intanto aveva avuto un cambiamento improvviso. Infatti in principio non la riconobbi, ed ebbi l'impressione che il buon Carlo avesse lasciato la sua fidanzata per un'altra decisamente più gnocca. Infatti non so se vi ricordate quando vi parlai della fidanzata di Carlo, che mi venne a trovare al bar per dirmene quattro. Ebbene, in quell'occasione conobbi una ragazza molto trasandata, con dei vestiti davvero indecenti. Castigatissimi, oserei dire. E invece quando poi la rividi, insieme a Carlo, ebbi l'impressione di trovarmi di fronte ad un'altra persona. Aveva un vestitino corto viola, molto scollato, che metteva in risalto le sue eccitanti forme. Era uno spettacolo di femmina che tutti gli uomini non potevano fare a meno di girarsi a guardare. Un paio di cosce carnose, un culo burroso e delle tette che non finivano più. Qualsiasi cosa le fosse successa, decisi di far finta di non essermi accorta di loro e tirai dritto, ma era troppo tardi. Loro si erano accorti di me eccome, e mi chiamarono.
- Ciao Moana! - stranamente fu lei a salutarmi per prima, anche con una certa dose di entusiasmo, nonostante fossi stata la trombamica del suo fidanzato.
- Ciao ragazzi - dissi, e cercai di fingermi sorpresa per fargli intendere che non mi ero accorta di loro. - Che piacere vedervi. Come state? Accidenti come sei bella.
- Mai quanto te, Moana - rispose. - Sai, io e Carlo dovremmo proprio ringraziarti.
- E perché?
- Perché adesso siamo una coppia felice. E in parte è anche merito tuo. Ti sembrerà strano che dica queste cose, dopo quello che c'è stato tra te e Carlo, però è così.
- Ragazzi, mi fa davvero piacere. Purtroppo non ho molto tempo, devo scappare a lavoro. Però mi ha fatto davvero piacere rivedervi.
   Ci salutammo e poi scappai via. Se ero stata d'aiuto ad una coppia in crisi, questo non poteva che farmi piacere. Però un po mi dispiaceva, perché mi sarebbe piaciuto se la storia con Carlo fosse andata avanti. Nei giorni in cui ci vedevamo di nascosto non vi nascondo che avevo provato nei suoi confronti un sentimento molto vicino all'amore. Ma ormai era finita. Dovevo rassegnarmi. Lui apparteneva ad un'altra. E dire che avrei potuto distruggerlo il loro rapporto, per impossessarmi di lui, e invece avevo fatto tutt'altro. Non sapevo se essere fiera di come mi ero comportata oppure se maledirmi. Me lo domandai per tutta la serata.
   Allo strip bar mio zio mi prese da parte per dirmi una cosa. Quella sera non toccava a me fare lo spettacolo. E proprio di questo voleva parlarmi. Mi chiese di cambiare numero.
- Ma perché? - gli chiesi. - Il pubblico lo adora.
- Lo so, non lo metto in dubbio. Però guarda anche le tue colleghe. Anche loro di tanto in tanto cambiano. In questo lavoro bisogna sapersi rinnovare Moana. Per non parlare del fatto che ogni volta che fai il tuo numero il palco diventa un orinatoio, e il personale delle pulizie inizia a spazientirsi.
- Va bene zio, vedrò cosa posso fare.
   Insomma dovevo inventarmi qualcosa di nuovo, ma non mi veniva in mente niente. Chiesi consiglio a Jay, la mia collega trans. Lei ne sapeva una più del diavolo. Di certo mi avrebbe aiutata. Ma anche lei era a corto di idee. Però mi propose di andare da lei dopo la serata e parlarne. Ci saremo sicuramente inventate qualcosa. E così a serata conclusa ce ne andammo a casa sua. Prima bevemmo qualcosa per schiarirci le idee. Jay aveva un liquore niente male, ma purtroppo non ci venne nessuna idea, piuttosto parlammo di tutt'altro. E sarà la stanchezza o l'alcol, ma a un certo punto ci venne a entrambe un sonno pazzesco e ce ne andammo a letto. Eravamo entrambe nude, e cercammo di ragionare su quello che potevo inventarmi, e intanto le tenevo il suo grosso cazzo in mano, ovviamente era eretto. Non so come fosse possibile, ma ce l'aveva sempre duro. In ogni modo glielo smanettai lentamente, scoprendo e ricoprendo il glande, ma in modo distratto. Cioè era una cosa che facevo sovrappensiero, non lo facevo per farla godere o per farla schizzare.
- Come sei messa di culo? - mi domandò ad un certo punto.
- Che vuoi dire?
- Come te la cavi col sesso anale?
- Qualche volta l'ho fatto. Ma perché me lo chiedi? Mica posso farmi impalare sul palco del bar?
- Non ho detto questo - rispose Jay. - Girati, fammi vedere una cosa.
   Mi girai e mi misi a quattro zampe sul letto. A quel punto Jay iniziò ad accarezzarmi le natiche, poi me le allargò e mi infilò un dito su per il retto.
- Accidenti, sei abbastanza stretta - disse. - Ci vuole un pò di olio, di quello per i massaggi.
- E tu ne hai?
- Certo che ne ho.
   Jay prese un flacone dal cassetto del suo comodino e mi inondò il culo di quel liquido oleoso. Poi cominciò a infilarci le dita dentro, prima una, poi due, tre, quattro. Il buco iniziò ad allargarsi mostruosamente, tanto da permetterle di infilarci dentro tutta la mano. Era incredibile, era tutta dentro. Non credevo che il mio culo potesse accogliere qualcosa di così grosso. E a dirla tutta non provavo nè dolore nè fastidio. La mano era dentro il mio corpo, nella sua interezza. Poi lentamente la fece uscire fuori, e proprio mentre usciva provai un immenso piacere anale, molto simile ad un orgasmo. E allora mi abbandonai lanciando un grido di gioia e affondai la faccia nei cuscini del letto. A quel punto scoppiai a ridere, perché quel piacere che avevo provato mi sembrava assurdo. Godere con una mano nel culo. Era davvero incredibile pure solo immaginarlo. Eppure era stato così. In principio, mentre entrava non avevo sentito granché. Era quando Jay aveva cominciato a farla uscire che il piacere si era impossessato di me. Smisi di ridere soltanto quando sentii qualcosa contro l'orifizio anale. Jay mi ci stava infilando qualcosa di freddo, e il contatto con quell'oggetto mi fece tremare tutta.
- Che cos'è? - domandai.
- Non preoccuparti, è solo una palla da biliardo.
- Cosa?! No Jay, non scherzare!
- Smettila di frignare. Se ci è entrata la mia mano, non vedo perché non possa entrarci una palla da biliardo.
   La palla iniziò a entrare, ma avevo molta paura e allora ebbe non poche difficoltà a farsi strada. E Jay continuava a ripetermi che dovevo rilassarmi e lasciarla entrare. Ma era più forte di me. La mia maggiore preoccupazione era che mi si incastrasse dentro, e che poi saremmo state costrette a correre all'ospedale. Ve lo immaginate che figuraccia? Jay intanto la spingeva verso dentro con le dita e ci riuscì. Una volta dentro mi disse di non muovermi.
- È dentro tesoro! Sei stata bravissima. Ora tienila lì. Cerca di controllare i muscoli. Brava, così. Tienila ferma con le pareti del retto, così. Bravissima. Adesso sputala fuori con tutta la forza che hai. Al mio tre. Uno, due tre... vai!
   Feci forza e la palla schizzò fuori finendo dall'altra parte della stanza.
- Che spettacolo! - esclamò Jay. - Se farai questa cosa sul palco dello strip bar, il pubblico cadrà letteralmente ai tuoi piedi.

Moana.

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