domenica 13 settembre 2015

Altri contrappassi.


Quella storia tra me e Berni a Moana non andava proprio giu. E anche se in realtà era quasi sempre lui a provarci con me, lei sembrava molto più arrabbiata con me che con il suo fidanzato. Una sera che i nostri genitori avevano prenotato per un week end romantico lasciandoci soli a casa decise di vuotare il sacco.
Io solo in casa con mia sorella di notte ero continuamente distratto dal suo culetto avvolto negli short che mi stava davanti, non ero del tutto sicuro che me lo mostrasse in modo inconsapevole e ingenuo. 
Cercavo di distrarmi da questi pensieri, quando mi chiamò dal bagno dove stava facendo la doccia. Dovetti passarle un asciugamano per il corpo, evitai di sbirciare, ma lei non sembrava imbarazzata.
Mi misi a guardare la tv quando Moana tornò all'attacco venendomi a chiedere delle cose. Appoggiata allo stipite della porta, piedi nudi, asciugamano legato sopra i seni, che arrivava poco sotto al pube, e asciugamano intorno ai capelli a mo’ di turbante. Risposi un po’ sovrappensiero quando mi disse che non aveva più biancheria pulita e mi chiedeva se avessi qualcosa di Laura. In effetti ne lasciava sempre un po’ da me, per quando veniva a trovarmi. Le indicai il cassetto dove avrebbe potuto trovare qualcosa.
Solo dopo un po’ mi resi conto che il cassetto in cui le avevo detto di cercare conteneva non solo il normale intimo della mia ragazza, ma anche alcuni capi un po’ piccanti, corsi di là sperando di interromperla in tempo.
Sul letto già aveva sistemato alcuni completini non proprio casti che avevo regalato alla mia fidanzata. Da una parte invece aveva appoggiato quelli più classici, probabilmente per poi sceglierne uno da mettersi.
Era accovacciata e rovistava nel cassetto. La posizione faceva sì che l’asciugamano lasciasse scoperta parte delle chiappe.
"Grazie sei proprio un fratellone d'oro" disse falsamente. "Per questo ti ho preso un regalino oggi pomeriggio"
Mi venne un colpo, mentre lei si alzava mostrandomi qualcosa.
“E questo cos’è?” le chiesi stupito
Il sorrisino che aveva stampato in faccia faceva intuire che conoscessi già la risposta alla domanda.
Non riusii più a dire niente. Lei poi si andò ad asciugare i capelli e a prepararsi per la notte e io la evitai per quanto possibile. Cercai di non guardarla troppo quando andammo a letto. Indossava una t-shirt e un paio di mutandine di Laura. Io dormivo in boxer.
Quando spegnemmo le luci lei cominciò a parlare. A fare domande. L’argomento fu subito chiaro e diretto. La scusa era che le dessi consigli su come piacere ai maschi, come se ne avesse bisogno. Le curiosità riguardavamo molto anche ciò che facevamo io e Laura e come andasse tra noi da quel punto di vista. Ne approfittò per aggiornarmi su qualche sua esperienza allo strip bar. Alla fine fece domande specifiche proprio su me e Berni.
Io, col cazzo in tiro per tutto il tempo (per fortuna eravamo al buio), risposi a monosillabi.
Piano piano si addormentò. Io ero troppo eccitato per farlo. Quando le sentii il respiro pesante andai in bagno, a sfogarmi. Quando tornai a letto finalmente sentivo il sonno avere la meglio.
Non so quanto era passato, era notte fonda. Rimasi un po’ nel dormiveglia senza comprendere subito cosa mi aveva svegliato. Sentivo un corpo di donna su di me, mi baciava, mi accarezza e con una mano mi teneva il cazzo. Ci impiegai un po’ a capire che non ero a letto con la mia ragazza, ma con mia sorella. Ci impiegai troppo a capirlo, tanto che feci prima in tempo a ricambiare baci e carezze. Quando mi ridestai del tutto la respinsi.
“Dai, fammi essere la tua puttanella, come fai con Berni” queste furono le uniche parole che mi disse. Dopo averle sentite la mandai a fanculo e andai a dormire in camera dei miei, anche se avrei voluto scoparla con tutte le mie forze.
Quando ci svegliammo per fare colazione insieme Moana non sembrò essere pervasa da nessun senso di colpa, al contrario di me. Non che questo mi avrebbe impedito di strisciare sopra di lei e possederla da dietro, oppure di godere di un lungo pompino sotto la doccia, ma ovviamente non successe.
Ero già vestito, pronto per andare a prendere mamma e papà che sarebbero tornati tra poco quando mi chiamò in stanza. Lei non era pronta. Era ancora nuda, non del tutto. Indossava lo strap-on che mi aveva regalato.
“Voglio provarlo” disse.
“Ma devo andare a prendere mamma e papà.” Abbozzai io.
“Li prenderai dopo. E tu non vuoi che nessuno venga a sapere che mi sei saltato addosso stanotte.”
"Ma non è vero!" imprecai. 
Non avevo molta scelta e cominciai a slacciarmi i pantaloni. 
“Siete proprio tali e quali tu e Berni” dissi mentre prendevo il tubetto di lubrificante.
“Dai, fammi essere la tua puttanella.” Risentivo sempre queste parole, tutte le volte che per qualche motivo restavamo soli, in qualsiasi situazione, familiare o no. 
Da quella mattina non lo abbiamo più fatto e lei non vi ha più fatto cenno proprio come se nulla fosse successo.
“Dai, fammi essere la tua puttanella.” una volta queste parole mi sono scappate pure con Berni. lui ha avuto un attimo di esitazione. Poi mi ha scopato. Ma io non pensavo a lui.

Rocco.

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