venerdì 25 settembre 2015

Arringa difensiva.

(in foto: Janet Mason, Honey Im Home, PureMature.com)


   A questo punto, visto che mia figlia ha tirato fuori la storia del tradimento di mia moglie, è il caso che spenda due parole anche io. Era da parecchio tempo che non scrivevo un post sul blog, e speravo che fossero soltanto Rocco e Moana a farlo. Invece, essendo stato chiamato in causa, ho ritenuto giusto darvi delle spiegazioni su quanto era accaduto. Ha ragione mia figlia quando dice che non ero di certo un bull. Io appartengo a quella categoria di mariti che preferisce vedere la propria donna a letto con un altro uomo, e credo che ormai questa cosa la sapete bene. Non sono mai stato un grande scopatore. Anzi, certe volte mi era anche capitato che alcune donne me l'avevano sbattuta in faccia, ma io avevo fatto finta di non accorgermene, per il semplice motivo che a letto ero molto impacciato, e non mi andava di fare brutte figure.
   Con Manuela era successo per caso. Quando quel giorno mi fermai a parlare con lei al suo negozio, e Moana era fuori ad aspettarmi, non la vedevo da diversi anni. E lei mi propose di vederci per un caffè. Beh, cosa c'era di male? Era una proposta tutto sommato carina. E così qualche giorno dopo ci vedemmo in un bar del centro. Parlammo dei nostri rispettivi lavori, ma nessuno di noi due tirò fuori argomenti che facevano riferimento al passato. Rimanemmo nel bar per qualche oretta, e si fecero le sette di sera, e lei mi propose di andare a cenare insieme da qualche parte. Anche in questo caso, non ci trovavo niente di male. Eravamo due vecchi amici che si erano ritrovati. Tutto qui.
   Il ristorante lo decise lei. Era un po fuori mano, ma era caratteristico. A dire il vero avevo l'impressione di esserci già stato. Non appena varcai la soglia subito capii dove mi trovavo. In effetti già ci ero stato con Sabrina. Eravamo in compagnia di un amico (bull). Era un ristorante sulla falsa riga de La parolaccia di Roma. Anche qui infatti il personale addetto alla sala era piuttosto sboccato con la clientela. Non appena entrammo, il cameriere che ci portò al tavolo non risparmiò Manuela con un commento molto volgare.
- Ammazza che rossa! Chissà se è rossa pure la figa.
- È rossa pure quella, tranquillo - rispose lei stando al gioco. - Solo che mica la faccio vedere a te.
- Perché, c'hai paura che te la rompo?
- Ce ne vuole per rompermela, mio caro. Ce ne vuole.
   Ci andavano veramente pesante con i clienti, ma Manuela era un osso duro. Non era facile metterla sotto. A dire il vero detestavo quel ristorante. Non mi piaceva di essere trattato di merda e poi dover pagare un conto salato. Invece a Manuela piaceva molto. Mi disse che lo trovava divertente. Ad ogni portata il cameriere non disdegnava mai di lanciarle qualche battutina zozza. In ogni modo cominciai a bere proprio perché mi sentivo molto in imbarazzo. E alla fine ero distrutto. Tanto è vero che crollai come uno straccio. Manuela si offrì di accompagnarmi a casa con la sua macchina, e non so quando ma mi addormentai come un sasso. Ma non mi svegliai a casa mia, bensì nel suo appartamento. Erano le otto del mattino, ero completamente nudo nel suo letto, e mi guardai in giro senza trovarla. Poi sentii un rumore che proveniva da un'altra stanza, probabilmente dalla cucina. Era probabilmente lei che stava friggendo qualcosa. Dopo qualche minuto entrò in camera con un vassoio con sopra delle frittelle e due tazze di latte macchiato.
- Ieri sei crollato - disse. - Non riuscivi neppure a dirmi il tuo indirizzo di casa. Così ho pensato di portarti qui. Se ti stai chiedendo del perché sei nudo, beh sono stata io. Ma non ho nessun pigiama da prestarti.
   Manuela aveva una giacca da camera di seta leggermente aperta, quanto bastava per vederle le tette. Si mise a sedere al mio fianco appoggiando il vassoio sul letto, e a quel punto scoprì che avevo un erezione. Forse era il fatto di trovarmi nel letto di un'altra donna, per di più nudo, e metteteci anche il fatto che Manuela era veramente bella, per non dire arrapante. Insomma, il cazzo mi era diventato di pietra e lei se n'era accorta, perché il lenzuolo era molto sottile, e la forma del mio attrezzo duro era molto evidente.
- Mi dispiace, non volevo... - dissi.
- Non c'è problema - mi rispose sorridendomi. - È del tutto normale, non devi vergognarti. Può succedere. Dopotutto sei un uomo. Ti ho portato la colazione, ma a quanto pare in questo momento hai voglia di fare ben altro.
   A quel punto Manuela mise via il vassoio e si allentò la cintola della giacca e la fece cadere a terra. Adesso era completamente nuda. Aveva un corpo perfetto, era chiaro che faceva molta palestra. Ritornò sul letto e con le mani tirò via il lenzuolo che avevo addosso scoprendomi del tutto. La mia erezione venne fuori in tutta la sua magnificenza e allora lei avvicinò la sua bocca alla mia e ci baciammo, mentre con una mano raggiunse il mio cazzo e cominciò a segarmi. Era così brava con le mani che mi fece sborrare dopo un paio di minuti, e gli schizzi finirono dappertutto.
- Scusami, non volevo.
- Non c'è problema. Si vede che avevi tanta voglia e tanta fretta di venire. Adesso che ti sei calmato possiamo fare sul serio.
   Manuela si attaccò con la bocca al mio cazzo e iniziò a lavorarmelo con la lingua in modo davvero esemplare. E lo sapevo benissimo che la cosa che stavo facendo non era poi tanto giusta nei confronti di Sabrina. Avrei voluto dirle di fermarsi, ma era troppo brava nel fare quelle cose, infatti non mi azzardai a fermarla. Era ovvio che aveva imparato tutto da Giuliano. Giuliano in questo senso era stato un maestro anche per Sabrina. Era stato lui infatti a iniziarla al sesso anale e orale, e probabilmente era stato così anche per Manuela, anche se avevo dei grossi dubbi sul fatto che Manuela fosse aperta anche dietro. Questa era una delle cose che Giuliano cercava in Sabrina e che Manuela non gli aveva mai dato: il culo.
   Dopo cinque minuti di sesso orale sentii che stavo per venire un'altra volta, ma non potevo, dovevo cercare di controllarmi, e così ribaltai la situazione, e feci stendere Manuela sul letto, le aprii le gambe e avvicinai la bocca alla sua vagina. Manuela si faceva la ceretta, lasciandosi soltanto un triangolino di peli, rossi come il fuoco. La leccai con passione, pensando al fatto che quella figa aveva accolto più volte il grosso cazzo di Giuliano, il quale aveva penetrato anche mia moglie. Manuela ansimava, il lavoro che stavo facendo doveva piacerle molto, e mi incitava a non fermarmi, perché tra poco mi sarebbe venuta in bocca. Allora cominciai a succhiarle la zona del clitoride e a quel punto andò in estasi.
- Dio mio, mi fai impazzire - disse. - Ora però voglio che mi fotti.
   A quel punto Manuela si mise in ginocchio sul letto e con le mani si aggrappò alla testiera di ferro battuto, offrendosi di spalle, e io le andai dietro mettendole le mani sui fianchi e indirizzando il mio cazzo contro la sua figa, ormai bagnata fradicia per via della mia saliva. Con una mano prese il mio cazzo dal glande e lo accompagnò dentro il suo corpo, e io lo feci entrare tutto dentro, fino alle palle. Cominciai a montarmela, ma senza fretta, e ogni tanto le baciavo il collo, che lei mi offriva piegando la testa di lato, quasi invitandomi a riempirla di baci. Dopo un pò mi propose di cambiare posizione, e allora si distese sul letto e allargò le gambe, e io mi ci misi sopra, dapprima strofinandole il cazzo contro le labbra della figa, e poi con un movimento del bacino lo feci entrare tutto fino in fondo, e nel frattempo ci baciammo, e le nostra lingue si incontrarono. Lei si teneva ancorata alle mie spalle con le mani, e le sue lunghe unghie smaltate di rosso mi entravano quasi nella pelle. Cominciai a sentire quella sensazione che proviamo noi uomini prima di venire, quella brevissima scossa che preannunciava la sborra, quel brivido che ti prendeva per mezzo secondo dalle palle fino alla gola.
- Vengo - sussurrai.
- Sì, riempimi tutta col tuo sperma dai.
   A quel punto accellerai il ritmo del mio bacino fino a quando cominciai a sentire il mio seme schizzarle dentro la vagina. Gli ultimi estenuanti affondi e poi mi accasciai su di lei, prima di scivolare di lato, con il cazzo ancora mezzo eretto da cui colava ancora una goccia di sborra.
- Mi sa che quello che abbiamo appena fatto non è una cosa molto corretta nei confronti di Sabrina - disse. - Glielo dirai?
- Credo di sì - risposi. - Non le ho mai nascosto niente.
- Donna fortunata. Vedrai che saprà perdonarti.
   E invece, come sapete, Sabrina non la prese per niente bene, tant'è che mi disse di andarmene di casa, perchè non voleva più vedermi. Forse se l'avessi tradita con un'altra donna, e non con Manuela, sarebbe stato diverso. In effetti mettetevi nei panni di Sabrina, e provate a immaginare quello che era successo. Aveva tutto l'aspetto di una vendetta da parte di Manuela, cornificata in passato da Giuliano con la complicità di mia moglie. E adesso sembrava fosse proprio arrivata l'ora dei conti.

Stefano. 

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