sabato 5 settembre 2015

La mia prima gang bang.

 (in foto: Carter Cruise, Carter Cruise's First Gang Bang, JulesJordan.com)


   Qualcuno potrebbe chiedersi il perchè abbia deciso di fare quel massaggio alla fidanzata di mio fratello. Ebbene, dietro quel massaggio c'era un intenzione precisa, e cioè volevo mettere le carte in tavola. Volevo mettere Berni all'angolo. Volevo fargli capire che forse era anche vero che io ero una zoccola, come mi diceva lui ogni volta che lo tradivo, però a questo punto a tradire non ero soltanto io. A quanto pare anche lui si dava alla pazza gioia. Insomma, anche lui si concedeva qualche scappatella, come facevo io, e lo faceva con gli uomini. A questo punto era chiaro, e doveva essere chiaro prima di tutto a lui, che la nostra relazione stava cambiando forma. Ero pronta ad accettare quel suo "vizietto", ma lui allora avrebbe dovuto accettare le mie debolezze, e quindi il fatto che certe volte non sapevo resistere alle tentazioni degli altri uomini. Tutto qui. Avevo già in mente un sistema per farglielo capire meglio. La sera dopo il fatidico massaggio infatti andammo ad una dancehall in spiaggia. Le mie intenzioni erano quelle di farmi rimorchiare da qualcuno, proprio sotto gli occhi di Berni. Avevo proprio voglia di vedere come si sarebbe comportato.
   Quella sera c'era pure Rachid, ma non avevo voglia di farmi rimorchiare da lui. Piuttosto l'idea era di provare qualche cazzo nuovo. Ci buttammo nella mischia a ballare, e devo dire che non furono in pochi ad avvicinarsi a me col chiaro intento di provarci. D'altronde ero vestita proprio come una troia. Avevo un vestitino nero quasi trasparente, tanto che mi si vedeva il perizoma. Berni aveva insistito affinchè non indossassi quel vestito, ma io avevo ribattuto che non c'era niente di male. Al massimo qualcuno avrebbe provato a rimorchiarmi. E lui aveva fatto scena muta. Iniziava a capire in che verso avevo preso quel suo vizietto di andare con gli uomini.
   Mentre ballavo fui circondata da un gruppetto di cinque bei stalloni da monta, veramente di razza se devo dirla tutta. Avevano la pelle olivastra tipica degli uomini del mediterraneo. Erano stati chiaramente attirati dalla mia tenuta da troieggio, e cominciarono a ballarmi intorno, e quando capirono che la cosa non mi dispiaceva cominciarono a prendersi qualche confidenza. Uno di loro infatti allungò una mano sul mio sedere e me lo palpò. Un altro invece mi prese da dietro premendomi la sua erezione in mezzo alle natiche e mi baciò il collo.
- Hai voglia di cazzo, vero? - mi domandò.
- Sì, tanto - gli risposi.
   Berni era lì che guardava tutta la scena, poi ad un certo punto mi prese il polso e mi disse che era ora di andare.
- No aspetta - gli dissi. - Adesso viene il bello.
   Rimasi lì a ballare con i cinque stalloni, ma più che ballare sembrava che mi stavano scopando davanti a tutti. Infatti a due alla volta mi prendevano, uno davanti e uno dietro, e mi toccavano dappertutto, e io toccavo i loro cazzi duri. Uno di loro mi prese la mano e se la infilò nei pantaloni, e con le dita strinsi il suo grosso membro eretto e lo masturbai un pò. Intanto qualcuno mi aveva messo una mano nelle mutandine e aveva cominciato a sgrillettarmi. Un altro mi aveva infilato un dito nel culo e me lo faceva salire e scendere su per il retto. Stavo seriamente per avere un orgasmo davanti a tutti, e soprattutto davanti a Berni, che se ne stava lì con le braccia incrociate e un espressione davvero indispettita.
- Ti va se andiamo in un posto più appartato? - mi domandò uno degli stalloni.
- Sì, forse è meglio. Qui c'è troppa gente - risposi. - Vi dispiace se viene anche il mio fidanzato?
- Non c'è problema. Se ha voglia di guardare mentre ti scopiamo, per noi va bene.
   E così ci allontanammo dalla dancehall e raggiungemmo il parcheggio, dove i cinque stalloni avevano le le loro macchine. Mi caricarono dentro una di queste come un oggetto e mi ritrovai dietro, tra due di loro. Avevano tirato i cazzi fuori e mi presero per i capelli spingendomi sulle loro erezioni. Li presi in bocca ad uno alla volta. Uno di loro aveva cominciato a riprendermi con il telefonino.
- Questa la mettiamo su facebook - disse. - Cazzo, quanto sei puttana.
   E intanto io leccavo e succhiavo come un'indemoniata.
- Dov'è il mio Berni? - domandai.
- Stai tranquilla, il cornuto è qui - disse quello che mi stava riprendendo.
   E in effetti Berni era seduto davanti, di fianco a quello che guidava, e mi guardava mentre facevo godere i due stalloni. Appena facevo uscire dalla bocca un cazzo subito mi arrivava l'altro dritto in faccia, e io lo prendevo e lo facevo godere tra le mie labbra. Non capivo dove ci stavano portando, perchè non riuscivo a vedere la strada. Praticamente feci tutto il viaggio con la testa in mezzo alle gambe di quei due. Ad un certo punto l'auto si fermò, e i due stalloni si rimisero i cazzi dentro ai pantaloni e mi fecero uscire dalla macchina. Eravamo davanti ad un alberghetto di bassa categoria. Davvero una topaia per turisti squattrinati. Davanti a noi c'era l'altra macchina con gli altri due a bordo.
- Ehi ragazzi, con questa troia stasera abbiamo fatto bingo - urlò uno dei due che stavo sbocchinando in macchina. - Fa certe pompe da paura!
- E c'ha pure un fidanzato cornuto - disse un altro riferendosi a Berni, il quale era lì che non sapeva come comportarsi, ma nonostante questo non mi lasciò sola. Leggevo nei suoi occhi quasi una morbosa curiosità di vedere cosa mi avrebbero fatto. E quindi se ne stesse buono a guardare, quasi come se non fosse lì, quasi come se fosse uno spettatore privo della capacità di poter fare qualcosa.
   Uno degli stalloni mi prese in braccio come se fossi un bottino di guerra, e mi fece entrare in albergo, e intanto cantava: "andiam andiam, e noi ce la trombiam!", e tutti gli altri che ridevano di gusto. Passammo la reception, dove c'era il proprietario di quella topaia, un uomo goffo e rozzo, che ci guardò con un sorriso di approvazione. Sapeva cosa sarebbe successo a breve in camera. Una vera e propria gangbang. Dopo un lungo corridoio c'era la loro stanza. Mi ci fecero entrare e mi lanciarono sul letto, dove atterrai a cosce oscenamente aperte. Berni fu l'ultimo a entrare. Intanto i cinque stalloni cominciarono a spogliarsi e in due minuti erano tutti lì davanti a me, coi cazzi dritti. Io ero ancora vestita e allora mi strapparono letteralmente i vestiti di dosso, e quando fui nuda fui praticamente invasa dai loro cazzi. Me li ritrovai in ogni buco, senza ritegno. Ero ubriaca di cazzi, e quasi persi conoscenza. Non riuscivo a vedere altro che i loro corpi, tutti ammassati su di me. Berni praticamente era scomparso dalla mia vista. Ma ero sicura che era lì a guardare quello che mi stavano combinando. Cazzo ragazzi, la mia prima gang bang! E come pompavano! E mentre mi zompavano da un buco all'altro sentivo le loro voci.
- Che maiala. Deve proprio piacergli tanto il cazzo.
- Dai, fatemi spazio - disse uno di loro. - Sono l'unico che ancora non gliel'ha messo nel culo.
- Cazzo ragazzi, le sto sborrando dentro.
   Cominciarono a schizzarmi dappertutto. Due di loro mi vennero in culo e in figa, gli altri tre invece preferirono venirmi in faccia. Ero esausta e non ricordo molto di come andarono le cose. Ma dieci minuti dopo caricarono me e Berni di nuovo in macchina. Io ero nuda, perchè il mio vestitino era tutto strappato. Il perizoma era andato letteralmente perduto. Ci portarono a casa di Marica, dove fui letteralmente scaricata in strada, e poi ripartirono. Berni non disse una parola, e io andai dritta a fare una doccia. Avevo dimostrato al mio fidanzato che ormai era ufficiale, non ero soltanto sua, e che da quel momento in poi tanti altri uomini avrebbero goduto del mio corpo. 

Moana.   

Nessun commento:

Posta un commento