mercoledì 2 settembre 2015

Una rivelazione spiazzante.


   Finalmente ci raggiunse il mio Berni, e con lui c'era anche mio fratello Rocco con la sua fidanzata, i quali però decisero di passare qualche giorno da soli in albergo. Quante cose avevo da farmi perdonare da Berni, e non avevo proprio la minima idea su come fare. Di solito, come già vi ho raccontato in precedenza, il momento migliore per confessargli le mie scappatelle era dopo aver fatto l'amore. Ma questa volta sentivo dentro di averla fatta proprio grossa, di aver fatto una cosa imperdonabile. Insomma, di essermi comportata da vera zoccola. Non sarebbero bastate delle semplici scuse dopo una scopata. Per fortuna Rachid era uscito di scena, almeno per un pò. Sarebbe stato abbastanza imbarazzante farlo incontrare subito con Berni, dopo quello che c'era stato tra di noi.
   Quella sera ce ne andammo a ballare. C'era una serata di musica anni 80, qualche cocktail di troppo e io e Marica eravamo su di giri, e cominciammo a prenderci gioco, bonariamente, di Berni. Gli ballavamo intorno in modo provocante, e la cosa lo imbarazzava da morire, e il gioco era proprio quello. Io ero dietro e gli sfregavo le tette contro la schiena, Marica invece stava davanti a Berni e si divertiva a premere il suo culo burroso contro il suo pacco, che ad un certo punto diventò duro da morire e allora Marica scoppiò a ridere.
- Ti si è alzato il paletto - disse.
- Cosa?! - Berni era nel panico. Non voleva confessarlo davanti a me, ma Marica gli aveva fatto raggiungere una fantastica erezione.
- Tesoro, ti sei eccitato? - gli domandai.
- No, ma che dici?! Io...
- Non ti sentire in imbarazzo. E' normale se ti è venuta un erezione.
   A quel punto mi venne l'idea. Mi sarei fatta perdonare le mie scappatelle con l'aiuto di Marica. Qual'e il sogno proibito della maggior parte degli uomini se non quello di fare l'amore con due ragazze? Dopo aver fatto questa cosa, ero certa che Berni mi avrebbe perdonato qualunque cosa. Così quando ritornammo a casa Berni filò subito a letto. Disse che era stanchissimmo, ma io credo che era solo indispettito dalle nostre provocazioni, e quindi voleva starsene un pò da solo. Raggiunsi Marica in bagno, era nuda e si stava pettinando prima di andare a dormire. Decisi di parlarle di quella idea che avevo avuto.
- Hai mai fatto una cosa a tre?
- In verità è un'esperienza che mi manca. Ma perchè me lo chiedi?
- No niente, pensavo che tu, io e Berni...
- Ahhhh, ora ho capito! Cagna che non sei altro. Devi farti perdonare una scappatella, non è cosi'?
- Beh sì, è proprio così.
- Stai tranquilla. Puoi contare su di me.
   Marica mi portò nella sua stanza e cercammo tra la sua roba qualcosa di porchissimo da indossare. Decidemmo che per l'occasione avremmo messo su delle calze autoreggenti con le giarrettiere, i tacchi a spillo, perizomi e dei corpetti che ci strizzavano le tette fuori. Tirai un sospiro. Quello che mi apprestavo a fare era qualcosa di nuovo per me e Berni, e speravo che non avrebbe influito negativamente sul nostro rapporto di coppia. Ogni volta che mi apprestavo a fare una trasgressione con il mio fidanzato pensavo sempre a questo. E così andammo verso la camera degli ospiti, dove avremo dormito io e Berni. Lui era sul letto, in mutande, fintamente addormentato, in verità voleva stare solo un pò da solo. Prima di entrare esitai un attimo, poi Marica mi vide indecisa e mi spinse dentro. Berni aprì gli occhi, e quando ci vide tutte e due in tenuta da troieggio si alzò sui gomiti, stupito di quanto stava accadendo. Non riusciva a darsi una spiegazione, eppure era così chiaro; quella sera saremo state sue, pronte a farlo godere, più e più volte. Ma lui non sembrava capirlo. Pensava che fosse un altro scherzo, come quando eravamo a ballare.
- Molto divertente - disse in modo apatico. - Davvero un bello scherzo.
- Questo non è uno scherzo - rispose Marica. - Per stasera tutto ciò che vedi è tuo, e puoi usarlo a tuo piacere.
   Avevo il cuore in gola e stavo per dire a Berni che era solo un gioco, e invece Marica mi prese per mano e mi portò verso il letto dove era il mio fidanzato. Salimmo su e a poco alla volta raggiungemmo le sue mutande bianche, che tirammo giù scoprendogli il suo già durissimo cazzo.
- Ma che state facendo? - domandò.
- Io direi che stiamo per sbocchinarti con due bocche - rispose Marica.
   A quel punto avvicinammo le nostre bocche al suo cazzo e cominciammo a baciarlo lungo tutta l'asta, ma non appena arrivammo al glande Berni iniziò a schizzare copiosamente. I suoi fiotti di sborra ci saltarono violentemente sulla faccia. Marica si ritrasse di scatto.
- Oddio! - urlò. - Ma che c'hai? Un'idrante?
- Berni è sempre stato molto copioso - dissi.
- Lo vedo, cazzo.
- Scusate, io non volevo...
   Marica lo zittì mettendogli un dito sulle labbra. Intanto il cazzo di Berni si era mezzo ammosciato. Adesso avremmo dovuto lavorarlo un pò per farlo rialzare. Marica lo prese subito in bocca e lo iniziò a sbocchinare di brutto. Io glielo tenevo dritto con una mano e lei lavorava con la lingua. Nel frattempo avevo cominciato a baciare il mio Berni sul collo, ma sentivo chiaramente che non era a suo agio.
- Tesoro, ma che state facendo? - mi domandò.
- Amore, è un regalo per te. Non ti piace? Se vuoi smettiamo.
- Certo che mi piace, ma non mi sembra una cosa molto corretta nei tuoi confronti.
- E perchè? Sono anche io a volerlo. Quindi è tutto ok.
   Guardai Marica che continuava la sua performance orale con tanto di risucchi e schioppettii della bocca. Era strano vedere un'altra donna che faceva un pompino al mio uomo, ma invece di darmi fastidio mi accorsi che mi eccitava da morire. Marica fu così brava con la bocca che glielo fece indurire di nuovo. A quel punto mi sfilai il perizoma e misi la mia fighetta sulla faccia di Berni, e lui cominciò a leccarmela con passione, come sapeva fare lui. Ma anche Marica volle la sua parte, così ci scambiammo i ruoli, io a leccare il cazzo del mio fidanzato e lei con la figa sulla sua faccia. Con le dita si teneva le labbra di sotto aperte, e Berni a punzecchiarle il clitoride con la lingua.
- Cazzo Berni, quanto sei bravo con la lingua! - disse Marica scoppiando a ridere.
   Io intanto stavo facendo un lavoro di bocca degno di nota leccando le palle di Berni, poi risalivo l'asta fino alla cappella, e poi di nuovo giù, con la punta della lingua, fino alle palle. Marica era in procinto di ricevere il suo primo orgasmo. Berni non era uno stallone da monta, per niente, anzi era molto impacciato a letto, ma di bocca lavorava come nessun altro. Ci era proprio nato per far godere le donne a quel modo. E infatti Marica inarcò la schiena e urlò di piacere.
- Fantasticoooo! Sei un grandeee! Dio, come godooo!
   Dopo essere venuta  Marica allontanò la sua fighetta dalla bocca del mio fidanzato e si accasciò sul letto, col fiatone e un sorriso di appagamento sul viso. Io continuai il mio lavoro di bocca ancora un pò, fino a quando Marica mi prese per il polso e mi fece stendere sul letto. Disse a Berni di mettersi in piedi e lei si mise di fianco a me, nella stessa posizione, e allargammo le cosce oscenamente.
- Adesso basta con il sesso orale - disse. - Ora ci devi fottere.
   Berni decise di cominciare con Marica, così prese le sue cosce con le mani e le allargò maggiormente, e col cazzo si fece strada nella sua vagina. Il cazzo le entrò tutto dentro e iniziarono a fare l'amore, proprio lì davanti a me, e io che aspettavo il mio turno, con un dito in bocca e le gambe aperte. Dopo un pò Berni decise di accontentare anche me, e allora uscì dal corpo di Marica e prese me. Aveva già sborrato, quindi adesso andava come un treno. Mi prese con decisione, e Marica ci guardava divertita. Diceva che eravamo molto dolci, e nel frattempo il cazzo di Berni scivolava dentro la mia fighetta ad un ritmo davvero impressionante. Marica mi mise la sua vagina sulla bocca e iniziai a leccargliela. Venimmo tutti e tre insieme e ci accasciammo sul letto esausti.
- Ok porcellini - disse Marica. - Io vi lascio soli. Avrete un sacco di cose di cui parlare.
   E così ci lasciò soli. Ora toccava a me. Era il momento giusto per confessargli la scappatella con Rachid. Quando Marica chiuse la porta della stanza cercai le parole adatte per dirglielo, ma Berni fu più veloce di me. Mi disse che doveva confessarmi una cosa.
- Ti sembrerà strano, ma... sono stato con tuo fratello.
- Cosa?! - non avevo parole, e subito pensai ad uno scherzo.
- Siamo andati a bere insieme, e sai... mi mancavi tantissimo. E io avevo voglia di farlo. Farlo con lui era come farlo con te. Mentre facevamo l'amore avevo l'impressione di sentire il tuo odore, il tuo calore, insomma era come se lo stessi facendo con te.
   Ero semplicemente scioccata e non avevo la più pallida idea di come comportarmi di fronte a quella rivelazione.

Moana.

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