venerdì 18 settembre 2015

Consulto andrologico.


   Ero lì nella mia stanza che stavo parlando al telefono con Berni, il quale mi supplicava di vederci, ma io gli dissi che ero molto impegnata. E allora lui si mise a piagnucolare, diceva che non lo amavo più, e io cercai di convincerlo che non era vero. In effetti ci credevo poco. Lo amavo ancora? Da quando avevo conosciuto Carlo avevo un sacco di dubbi nei confronti di Berni. Quanto contava Berni per me? Non sapevo darmi una risposta. Era Carlo l'uomo che avrei voluto al mio fianco per sempre. Era con lui che mi sarebbe piaciuto avere dei figli, e non con Berni. E forse avrei fatto bene a dirglielo. Doveva saperlo. Meglio se si cercava un'altra fidanzata, perché io ormai appartenevo a un altro. Stavo quasi per dirglielo quando ad un certo punto mio fratello Rocco entrò nella mia stanza.
- Moana, devo parlarti.
- Berni ascolta, adesso ho da fare. Ci sentiamo più tardi.
   "No aspetta, Moana. Io...".
   Riattaccai e guardai Rocco negli occhi. Sembrava disperato. Qualsiasi problema avesse doveva essere qualcosa di molto serio.
- Ho un problema, e non so a chi dirlo se non a te. Tu sei mia sorella.
- OK, dimmi tutto. Hai messo incinta Laura per caso?
- No no, non è questo. Ho un problema con...
- Con...?
- Con il pene. Ho notato una strana macchia bianca.
- Bravo. Così impari ad andare a letto con cani e porci. A questo punto sarebbe meglio avvisare anche Berni, visto che con lui ormai siete pappa e ciccia.
- Dai Moana, c'e poco da scherzare.
- E cosa vuoi da me? Vai da un andrologo.
- Vorrei che prima ci dessi un'occhiata tu.
- Io? - che ne sapevo io di cosa poteva essere? - Va bene, andiamo in bagno e tiralo fuori.
   E così ci avviammo in bagno e mi misi a sedere su una sedia che stava vicino alla porta finestra, e mio fratello si tirò giù i pantaloni e poi le mutande. Mi trovai il suo pene moscio davanti e lo presi in mano. Lo scapocchiai scoprendo il glande e lo guardai attentamente. In effetti c'era una macchia bianca misteriosa, ma non riuscivo per niente a capire cosa fosse. Presi un pezzo di carta igienica bagnato e lo passai sulla macchia e quella a poco alla volta cominciò a venire via. Allora capii tutto. Non era niente di grave, niente che non potesse essere tolto via con un poco d'acqua.
- E' ricotta - dissi.
- Cosa?
- Ricotta, sborra secca. Devi dedicare più tempo alla tua igiene intima, caro Rocco.
   Con una mano lo tenevo stretto e con l'altra lo pulivo, ma col passare dei secondi iniziò a crescere davanti ai miei occhi, fino a quando raggiunse la massima erezione.
- Ehi! - dissi. - Cosa ti prende? Ti sei arrapato, per caso? Guarda qui che roba! Sono tua sorella, cazzo.
- No è che stavo pensando a una cosa e mi sono eccitato.
- A che stavi pensando? A Berni? Dai, stai fermo che te lo pulisco.
   Misi del sapone intimo sulla mano e iniziai a insaponarlo tutto, ma più che pulirlo sembrava che gli stavo facendo una sega. Continuai il mio lavoro di mano fino a quando ad un certo punto uno schizzo caldo di sborra mi saltò sulla faccia.
- EHI! Ma che fai?! - e intanto altri schizzi mi fiottarono dappertutto. Non avevo mai visto mio fratello sborrare, ma dovetti riconoscere che era molto copioso. - Rocco! Guarda cosa mi hai combinato! C'ho la tua sborra dappertutto.
- Scusa Moana, non volevo...
- Non volevi, ma intanto mi hai sborrato in faccia. Sei un porco!
   Mi alzai dalla sedia e c'avevo il seme di mio fratello che mi colava da tutte le parti.
- Per cortesia, almeno adesso potresti lasciarmi sola? Avrei bisogno di fare una doccia.
- OK, me ne vado, me ne vado.
- Ecco, sparisci. Maiale.
   Rocco uscì dal bagno e io mi tolsi i vestiti e mi feci una doccia per togliere via tutto quello sperma.

Moana.

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