martedì 27 marzo 2012

Ammiratori.

(in foto: Hennessy, 21Sextury.com)

La notizia del ritorno di Sabrina Bocca e Culo iniziò a diffondersi in tutta la città. Vi ho già detto che il posto dove abitavamo era una città piccola, quindi le cose si venivano a sapere in breve tempo. C'era un passaparola che faceva paura, perchè in poche ore, i tuoi fatti più personali, li conosce tutta la popolazione al completo. Enrico, Mattia o qualcuno degli altri scopatori di Sabrina aveva raccontato dell'orgetta a qualcuno, e questo qualcuno aveva indubbiamente diffuso la notizia velocemente. Ed ecco che sul muro antistante la casa di Sabrina (che abitava in un modesto appartamento insieme ai suoi genitori) apparve la seguente scritta, tracciata con uno spray rosso:

"Bentornata, Sabrina Bocca e Culo. Siamo tutti ansiosi di ritornare a riempirti del nostro seme".

La cosa risultò più imbarazzante per i genitori di Sabrina che per lei stessa. Il padre soprattutto, le fece un sacco di domande. Le chiese se quella scritta era rivolta a lei e se sapeva chi fosse stato. Ovviamente lei le rispose che, in quella strada, chissà quante ragazze con quel nome c'erano. Ma chi ci credeva? Indubbiamente, la storia di Sabrina Bocca e Culo, doveva essere arrivata anche alle orecchie dei suoi genitori. Ma più di cancellare la scritta con della vernice bianca, il padre non sapeva cos'altro fare.
Qualcuno le spedì addirittura dei fiori, tramite un corriere. Era un bel mazzo di rose rosse, con un bigliettino che diceva:

"Il rosso è il colore del sangue che pulsa nelle vene del mio cazzo, che pompa sperma e vuole te, vuole il tuo corpo. Un ammiratore".

Anche questo, ovviamente, non andava bene. Perchè il mazzo di fiori era stato portato in casa, e i genitori non avevano potuto fare a meno di leggerne il messaggio. La cosa ci stava sfuggendo di mano, e mi chiedevo se stessimo facendo la cosa giusta. Anche a casa di Mattia mi ero chiesto la stessa cosa. Non durante l'orgia, ma dopo, solo dopo aver eiaculato. Nel momento della foga mi sembrava una cosa sensazionale quella che stava avvenendo, ero eccitatissimo, era meraviglioso vedere la mia ragazza circondata da tutti quei cazzi svettanti. Poi, però, dopo aver sborrato, passò quell'eccitazione, e mi chiesi, a mente fredda e lucida, se quello che stavamo facendo fosse la cosa giusta. La cosa che più mi fece avere questi dubbi fu il fatto che quei quattro zotici avevano trattato Sabrina come una puttana, usando nei suoi confronti degli appellativi davvero poco eleganti. Il giorno dopo, poi, ritornai ad essere eccitato all'idea di vederla con altri uomini, e così quei sensi di colpa svanirono. Però, in effetti, non potevo tollerare il fatto che qualcuno trattasse la mia fidanzata come una puttana. Non doveva succedere. Certo, nel momento in cui avveniva, mi piaceva tanto. Ma davvero tanto. Però passato il momento mi veniva sempre da pensare che non fosse giusto. D'altronde sapevo che, in futuro, Sabrina sarebbe stata la madre dei miei figli. Cosa avremmo raccontato a loro quando qualcuno gli avrebbe detto che la loro mamma era la famosa Sabrina Bocca e Culo?
Sabrina lavorava in un negozio di abbigliamento all'interno di un grande centro commerciale alle porte della città. Inutile dire che anche lì al negozio, i suoi ammiratori venivano spesso, chi per provarci, chi solo per spiarla e chi invece perchè voleva conoscere la fenomenale leggenda della città. Qualche giorno dopo l'orgetta a casa di Mattia, entrò nel negozio un uomo sulla quarantina. Si aggirò circospetto tra gli scaffali della lingerie, ma sempre continuando a guardare Sabrina con la coda dell'occhio. Poi si fece coraggio e le si avvicinò.
"Buongiorno. Posso esserle d'aiuto?".
"Vorrei sapere il prezzo" disse l'uomo con una voce piuttosto inquietante, affaticata, eccitata.
"Di quale prodotto?".
"Del tuo corpo".
"Cosa?" Sabrina era impaurita, e la sua voce tremava. Non le piaceva quell'uomo.
"Quanto vuoi per tutta la notte?".
"Ma come si permette? Mi ascolti bene, io non sono una prostituta. E adesso mi lasci lavorare".
Sabrina fece per girarsi, ma l'uomo la prese per un braccio e la fece rigirare.
"Lo sanno tutti che sei Sabrina Bocca e Culo. Posso pagarti bene. Cinquecento euro, cosa ne dici?".
"Neanche per tutto l'oro del mondo. Adesso mi lasci in pace, altrimenti mi metto a urlare".
L'uomo si arrese e andò via. Ma Sabrina era terrorizzata e mi telefonò, pregandomi di andarla a prendere all'ora di chiusura, perchè dopo quello che era successo, non voleva correre il rischio di tornarsene a casa da sola.

Stefano.

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