lunedì 26 marzo 2012

Atti osceni.

(in foto: Jennifer, www.NIP-Activity.com)

Rintracciare tutti gli uomini con cui Sabrina era stata non fu difficile. Di alcuni di loro, conservava ancora il numero di telefono. Per gli altri ci venne in soccorso facebook. A cosa servono questi social network se non per riallacciare vecchie amicizie? Decidemmo però che sarebbe stato più pratico, e sicuramente meno faticoso per Sabrina, contattarli a gruppi di quattro. Così, dopo un giro di telefonate, Sabrina diede appuntamento al primo gruppo di uomini, in quello stesso bar del centro dove qualche giorno prima mi ero visto con Federica. La città è piccola, e alla fine i posti in cui incontrare una persona sono sempre gli stessi. Arrivammo sul posto all'ora stabilita; Sabrina indossava un vestito viola molto provocante, corto, aperto davanti fino all'ombelico e una fascia che le copriva le tette, che erano così abbondanti che scivolavano sempre fuori e lei era continuamente costretta e risistemarsi la fascia, in modo da ricoprire i seni. Soltanto che c'era poco da fare, perchè la fascia non era capace di contenere le aureole dei capezzoli. Gli uomini erano seduti ad un tavolino, tutti insieme, e quando arrivammo baciarono Sabrina sulle guance a turno, facendole un sacco di complimenti e palpandola in svariati punti, fregandosene del fatto che ci fossi anche io. Ci accomodammo insieme a loro e ordinammo dei caffè.
La cosa che mi stupì fu il fatto che non sembravano affatto i tipi di uomini con cui Sabrina sarebbe andata volentieri a letto. Voglio dire, per farvi capire, che il classico modello di bellezza, venerato da Sabrina, è Johnny Depp; bello, ma soprattutto affascinante, la classica icona del cinema. Invece quegli uomini erano così anonimi. Magari ci sapevano fare a letto, ma non avevano niente a che vedere con la bellezza di Giuliano. Ecco, Giuliano era il classico bello, che faceva impazzire tutte le ragazze della scuola. Invece quegli uomini erano persone comuni. Due di loro avevano la fede al dito, ma poco importava. Certo le mogli non l'avrebbero presa molto bene se avessero saputo che i loro mariti erano via a prendere un caffè con Sabrina Bocca e Culo.
"E allora" disse uno di loro. "Sabrina Bocca e Culo. Era da parecchio che non ti si vedeva in giro. Sei ritornata a caccia di uomini?".
"No" rispose lei sorridendo. "Adesso sono fidanzata con Stefano".
Le tette le erano un'altra volta scivolate fuori dalla fascia che le conteneva, ma lei non se ne accorse, così le lasciò stare così, nude, al vento, in pubblico. O forse sapeva benissimo che erano uscite fuori, però probabilmente le piaceva come quegli uomini gliele guardavano, con ardore, con desiderio. Erano belle, imponenti, con quelle grosse aureole rosa, che veniva voglia di metterle in bocca e ciucciarle. E quegli uomini ne morivano dalla voglia.
"Certo che però è un peccato" disse un altro. "Sabrina Bocca e Culo era la fidanzata di tutti. Sapere che adesso, di tutto questo ben di Dio, può goderne solo un uomo, è molto triste".
"E chi l'ha detto che può farlo solo un uomo?" Sabrina allungò una mano sotto il tavolo, e accarezzò il pacco di uno dei suoi uomini, che dovette trovare mostruosamente eretto perchè disse: "Vedo che vi faccio ancora un certo effetto".
La situazione iniziava a scaldarsi, soprattutto perchè Sabrina stava dando spettacolo con quelle tette al vento, tanto che dovette ricoprirle, perchè in strada si stava radunando una consistente folla.
"Beh, io direi che sarebbe il caso di trasferirci tutti in un luogo più appartato, che ne dite?" chiese uno di loro.
"Sì, sennò qui ci arrestano per atti osceni in luogo pubblico".
"O per porto abusivo di armi di seduzione" disse un altro, riferendosi alle tette di Sabrina, che erano scivolate di nuovo fuori.
Scoppiarono tutti a ridere, Sabrina compresa. Poi decidemmo di trasferirci a casa di Mattia, che era l'unico scapolone della combriccola, e aveva casa tutta per se. Mattia era, del gruppo, il cantante napoletano. Scriveva un sacco di canzoni, e con la sua chitarra era molto bravo nel fare le serenate alle ragazze. A Sabrina ne aveva fatte tante. Era un rito, prima del sesso anale le suonava qualche canzone napoletana, e poi metteva via la chitarra e cominciava l'inculata. Lo raccontò proprio mentre ci stavamo avviando verso casa sua, e scoppiarono tutti a ridere. C'era una specie di atmosfera cameratesca; io decisi di starmene in disparte, e di non partecipare al loro entusiasmo. Decisi di vivere quell'incontro con distacco, con spirito voyeristico. Così percorremmo il corso per raggiungere le nostre auto, e i quattro uomini camminavano stando stretti a Sabrina, e ogni tanto, qualcuno di loro le palpava il sedere. Ci mancò poco che qualcuno chiamasse la buoncostume, perchè le tette della mia ragazza scivolavano sempre fuori dalla fascia. E furono tanti gli sguardi indignati della gente, che nella nostra piccola città è sempre pronta a giudicare quello che tu fai, e cosa indossi. Ma nessuno ha mai avuto il coraggio di guardarsi allo specchio per riflettere sui propri vizi.
A casa di Mattia ci accomodammo nel salone. Sabrina si mise sul divano con le gambe accavallate, e le fu portato subito un aperitivo, e due di loro le si misero a fianco, uno le accarezzò le cosce. Il padrone di casa sfoderò subito la chitarra e cantò una canzone napoletana inventandosi i versi sul momento:
'A conosceva tutta 'a città, 'a chiammavano Sabrina Vocca e Culo.
Però 'a fess nun ta rev, e io ma futtett' 'a reta.
E che chiavata che me facette. 'A sfacimma ci asceva pure pe 'e recchie.
E mo, ma vulesse chiavà nata vota.
Scoppiarono tutti in una grassa risata, anche Sabrina, che poi allargò le cosce offrendo a tutti la visione della sua vagina nuda, indecentemente offerta a chi ne volesse usufruire. Piombammo tutti nel silenzio più totale; Mattia mise via la chitarra. Io me ne stavo in un angolino ad osservare l'evoluzione delle cose, ma quegli uomini sembravano quasi impauriti da tanta disponibilità da parte di una donna.
"E allora, cosa aspetti? Accomodati pure".

Stefano.

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