sabato 31 marzo 2012

Enrico e le parolacce

Mentre aspetto che i miei uomini siano pronti per portarmi al mare ne approfitto per riprendere il discorso sul mio passato. Inizio da Enrico perchè è venuto subito dopo Giuliano quell'estate dei nostri 16 anni. Era un grande amico di Giuliano e per certi versi anche molto simili, lo conoscevo da tempo ma dopo l'esperienza con Giuliano iniziai a guardarlo con occhi diversi, ormai guardavo tutti i ragazzi con occhi diversi, anzi non erano più ragazzi ma uomini con le loro esigenze. Anche Enrico era felicemente fidanzato ma come ebbi modo di scoprire più in là era anche felicemente poligamo. Con una differenza rispetto a Giuliano e Manuela, Enrico e Flavia erano una coppia aperta, ovvero ognuno di loro poteva andare a letto con chi voleva, bastava solo che se lo dicessero. Non erano ancora pronti (e non lo sarebbero stati mai) per farlo insieme ma tra loro c'era grande rispetto fiducia e libertà.
Io non potevo saperlo per questo non mi ero ancora fatta avanti con questo bel ragazzone biondo. Avevo chiuso da un pò con i miei sabati da Giuliano e iniziavo a sentire la voglia di rimettere in pratica tutto quello che avevo imparato con lui. L'occasione mi capitò al ritorno da una festa, di solito dopo queste feste era sempre Stefano ad accompagnarmi a casa, in un certo senso facevamo già coppia fissa essendo gli unici o quasi non fidanzati, ma quella sera Stefano ebbe un problema con suo padre e dovette andar via molto presto. Senza di lui mi annoiavo, non avevo nessuno con cui parlare e tutti erano troppo presi a pomiciare per darmi retta così mi consolai da sola con molto alcol. Quando si fece ora di andare non ero completamente sbronza da non capire cosa mi succedeva ma neanche troppo in me per non lasciare che qualcosa accadesse.
Accettai senza capire all'inizio l'insistenza di Enrico e Flavia di riaccompagnarmi, non erano nemmeno di strada. Infatti salutammo prima Flavia che disse ad Enrico di non fare il bravo...forse avevo sentito male boh, e proseguimmo verso casa mia. Era buio la strada quasi deserta se non per la presenza di qualche prostituta e trans a cui Enrico strizzava l'occhio di tanto in tanto. Eravamo quasi arrivati e io dovevo tentare qualcosa se non volevo prolungare il mio periodo di astinenza insopportabile. Fingendomi più ubriaca di quanto fossi in realtà iniziai a scherzare ridendo a voce alta come l'oca che non sono e finii per piazzare una mano direttamente sul pacco di Enrico. Mi aspettavo qualche reazione scandalizzata invece il bell'Enrico mi lasciava fare ed ebbi modo di palpare tutto ciò che la mia mano riusciva a trovare sopra al jeans.
La situazione iniziava a farsi eccitante ma io non avrei saputo come portarla avanti, ci pensò lui con un "Ehi piano che me lo rovini così!" imbarazzata più che mai tolsi la mano e chiesi scusa ma lui continuò "Ma no dicevo solo che magari invece di toccarlo potresti almeno succhiarmelo" e nel dire così si avviò per una stradina nascosta e ancora più buia, non potevo far altro che seguirlo e trovarlo con i pantaloni sbottonati e un pisello mezzo duro di fuori.
Il buio non mi permetteva di vederlo bene per cui dovetti avvicinarmi ed inginocchiarmi per mettermi al lavoro con la bocca e la lingua su quel cazzo che si rivelò particolarmente piacevole al gusto e piuttosto grosso ora che prendeva consistenza tra le mie labbra. Andai avanti per un pò eccitata più che mai prima di fermarmi per dirgli: "Non dirlo a Flavia ti prego!" ero sincera e preoccupata quando lui rispose con una risata e aggiunse "Ma Flavia già lo sa, non l'hai sentita prima?" incoraggiata lo succhiai ancora un pò, succhiare il cazzo ad un amico fidanzato per strada è una cosa che ti fa sentire parecchio maiala e credo di aver fatto davvero un buon lavoro nonostante le circostanze ma non poteva bastare nè a me nè a lui, mi faccio spudorata e gli chiedo "Ma Flavia te lo da il culo?" "Beh no, Flavia no, ma per questo ci sono le troiette come te". Era la prima volta che qualcuno mi chiamava così, nemmeno Giuliano lo aveva fatto, ma il suo tono era così eccitante, non c'era offesa ma solo sesso nella sua voce, stetti al gioco. "E quindi vorresti il mio culo?" "Sei tu che muori dalla voglia di darmelo" come potevo negarlo? "Allora chiedimelo!" feci per provocarlo. "E va bene...Sabri ho voglia di pomparti il culo con foga, vuoi essere la mia troia stasera?" "Si lo voglio ma non qui...dove andiamo?". Non è che avessimo molta scelta, dovevamo salire da me ma dormivano e avevo capito che Enrico non era un tipo proprio silenzioso, si eccitava parlando, gli piacevano le parolacce e le volgarità in genere.
Provammo ad entrare in un palazzo abbandonato, non era sporco come immaginavo, lo usavano le puttane (quelle di professione) ed Enrico sembrava conoscerlo per esperienza personale.
Non indagai, mi fece mettere in piedi contro il muro, ci appoggiai le mani per non cadere mentre lui mi abbassava le mutandine tirava su il vestito e mi scopriva il culo, abbassò jeans e slip alle caviglie e me lo fece sentire sulle chiappe mentre mi leccava il collo, mi sussurrò all'orecchio "scusami tesoro se sarò un pò rude ma te lo meriti e vedrai che mi ringrazierai ad ogni colpo". Mi sputò sulla schiena... mi colpì il culo con il dorso delle mani...."sei una fottuta cavalla da monta lo sai? Lo sai o no che devi ringraziarmi ad ogni affondo? Ringraziami puttana...ringraziami" e mentre lo ringraziavo lo sentivo spingere, sentivo la cappella forzarmi il buco del culo, solo allora mi resi conto davvero di quanto lo avesse grosso e duro. "Grugnisci zoccola.... dillo che vuoi il mio palo conficcato nel culo.... dillo che sei una merda di troia da marciapiede e che vuoi essere riempita come serbatoio" Obbedivo meccanicamente per il piacere di sentire quel cazzo farsi strada nella mia pancia. "Lo sai che se continui così ti farai riempire dal succo di palle di molti altri tipi?". Non lo sapevo, ora so che aveva ragione.
Si svuotò con soddisfazione nel mio culo, gridando, lasciò che il cazzo ritrovasse dimensioni più umane per scivolare fuori e mi regalò uno splendido ditalino, bastarono pochi secondi per farmi esplodere. Quando tutto finì tornò ad essere il ragazzone dolce e premuroso che conoscevo, stava per fare mattina, non potevamo restare là. Uscimmo per fare colazione guardando l'alba e mi raccontò di questa strana perversione che lo trasforma quando scopa, purtroppo Flavia non lo accetta e per questo avevano deciso di scopare anche con altre persone in libertà, il loro rapporto era molto migliorato così. Per lei era più facile trovare cazzi, lui spesso doveva rivolgersi a coppie adulte in cerca di trasgressione ma gli andava bene così, alla sua età era un buon modo per imparare tante cose. Ma era felice di aver trovato un culo giovane e accogliente, e io ero felice di aver provato un nuovo modo per farlo, molto più animale, più sincero forse. Naturalmente ci rivedemmo di tanto in tanto ma nè io nè lui volevamo alcun impegno fisso e funzionò alla grande per un bel pò.


Sabrina.

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