domenica 25 marzo 2012

Amore, dobbiamo parlare!

Invitai Stefano a cena, lo so che lo stupido galateo sessista richiederebbe il contrario ma era ora di rompere certe convenzioni se volevamo raccogliere insieme i frutti della nostra nuova esperienza da Giuliano. Questa società ci ha abituati a vedere la donna che va con tanti uomini una puttana mentre l'uomo che va con tante donne un figo, noi potevamo invertire questa rotta millenaria, ma per farlo dovevo essere certa che il mio amore la pensasse proprio come me. Ero bellissima quella sera, niente eccessi, vestita sobria ma elegante e lui lo stesso. Potevamo sembrare una coppia molto innamorata e fedelissima. Ed era proprio così, del resto cosa è la fedeltà se non restare accanto al proprio uomo in ogni momento senza bugie e ipocrisie? Il vero tradimento non è quello fisico ma quello che non si ha il coraggio di confessare e per noi non era più così.
Anche stefano era bellissimo, sereno e disteso, aveva una luce nuova negli occhi e dobbiamo riconoscerlo ancora una volta lo dovevamo a Giuliano. Aspettai il momento giusto per attaccare il discorso: "Allora amore voglio che ora tu sia sincero con me, dimmi tutto quello che ti passa per la testa adesso dopo la nostra esperienza" Stefano mi raccontò tutti i suoi pensieri, quelli che aveva tenuto solo per sè in tutti questi anni e amai pazzamente la sua sincerità,credo non sia facile per nessun uomo ammettere il desiderio di avere accanto una specie di ninfomane, mi raccontò perfino di aver desiderato di sposare una pornostar, mi raccontò di Federica e della loro chiacchierata al bar. Ora non c'erano più segreti finalmente, lui sapeva tutto del mio passato e io del suo, non restava altro che riviverlo in maniera più adulta, complice e consapevole. Anche gli sguardi degli altri uomini nel ristorante furono colti stavolta in maniera diversa, era iniziato un gioco nuovo ed eravamo impazienti di vedere come fu
nzionava. E naturalmente anche fare l'amore tra noi due sarebbe stato molto più intenso e io ne avevo una voglia matta. Lasciammo in fretta il ristorante, avrei dormito da lui quella notte e sarebbe stata indimenticabile, una specie di nuova prima volta.
Arrivati a casa iniziammo a pomiciare per un tempo interminabile, come due ragazzini alle prime armi che non sanno fin dove si possono spingere, furono baci appassionati, carichi di amore e perversione, mi eccitai al pensiero che Stefano stava leccando di gusto la lingua che aveva assaggiato tante capocchie in passato, ci stavamo fondendo, le mie esperienze diventavano le sue e così sarebbe stato da ora in poi. Lasciai che Stefano mi spogliò, non sembrava più il ragazzino impacciato di un tempo ma l'uomo deciso in grado di far godere la propria donna di tutti i piaceri possibili. Mi fece sistemare comoda sul letto, mi aprì le gambe e scivolò lentamente con la testa nel mezzo, mi guardò la figa nuda e certamente pensò che era sua come di nessun altro, l'aveva condivisa solo con Giuliano, ma ora era diverso, iniziò a soffiarci sopra delicatamente, era il nostro nuovo giocattolo d'amore. "Ora amore te la leccherò, voglio che chiudi gli occhi e mentre mi godi in bocca ti concentri, richiami alla mente uno per uno per uno tutti quei 18 uomini, devi godere per me pensando a loro". Si mise all'opera e fu una leccata straordinaria. Avevamo scoperto il segreto finalmente, Stefano era capace di diventare un vero amatore solo se mi pensava come una porca amante del sesso e degli uomini, ad ogni colpo di lingua la mia mente si affollava di nomi, visi, corpi... Alessandro, Vincenzo, Matteo, Giorgio, Massimo, Fabio, Mattia, Raffaele, Tony... mmh, vengooooo! Non mi accorsi di aver detto tutti quei nomi ad alta voce ma il cazzo di Stefano si. Era di marmo e io dovevo svuotarglielo se non volevo rovinare il programma della serata, ancora in preda alle contrazioni post orgasmiche scivolai sotto di lui, lo presi in bocca, sapevo che l'eccitazione era troppa e dovevo scaricargliela ma a sorpresa lo feci uscire dalla bocca quando sentii il cazzo gonfiarsi pronto ad esplodere e lasciai che Stefano mi imbrattasse tutto il viso con il suo caldo nettare. Rimase sorpreso dal gesto ma non bastava nè a me nè a lui. Il suo cazzo era più duro di prima e ora anche lucido di sperma e saliva, appunto l'ideale per farlo stendere sul letto, montargli a cavalcioni e accoglierlo dentro di me...stavolta nell'altro buco...quello per cui ero diventata famosa all'epoca.
Lo cavalcai dolcemente, lasciandolo entrare nel posto più profondo del mio corpo, ma aveva appena goduto e stavolta poteva durare, lo caricai fino a portarlo a girarmi a pecora e prendere lui il controllo della scopata. Me lo spinse dentro con decisione e forse rabbia per non essere stato il primo anche in quello, ma il risultato fu un'inculata degna perfino di Giuliano...con tanto di nuova sborrata tutta sulle chiappe. Ci addormentammo con il desiderio sempre più acceso di vedere come sarebbe andata a finire.


Sabrina.

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