giovedì 22 marzo 2012

Parlare con lui.

(in foto: Larissa Dee, Plumber for the Girlfriend, DPFanatics)

Io non lo so se vi è mai capitato di sborrare nelle mutande, ma è una sensazione strana, perchè è un fatto psicologico, un fatto di percezioni, è il cervello che si masturba. E il corpo lo asseconda, e viene insieme a lui. Ammetto che è una cosa difficile da provare e descrivere. Ma ragazzi, è una cosa che mette i brividi. Per un attimo tutti i pensieri si accavallano l'uno sull'altro, a formare un paradiso di sensazioni e sensi. Ed è proprio quello che mi era successo la sera della festa di Guido. E non sapevo come spiegarlo a Sabrina, perchè era giusto dirle quello che avevo provato. Per farlo, lei avrebbe dovuto raccontarmi ogni cosa. E allora a quel punto avrei potuto spiegarle quello che avevo provato. Poi ebbi l'illuminazione; dovevo parlarne con Giuliano. Non so cosa gli avrei chiesto, o cosa mi avrebbe raccontato di quella notte. Però sentivo di dovergli parlare. Sapevo dove abitava e sarei andato a cercarlo. Mi precipitai immediatamente al suo appartamento e suonai al citofono.
"Ciao Giuliano, sono Stefano. Vorrei parlarti".
Giuliano mi fece salire su. Aveva un appartamento spazioso e luminoso. Mi fece accomodare sul sofà della sala da pranzo, dove chissà quante belle fighette avevano posato i loro fondoschiena da mille e una notte, e chissà quanti orgasmi si erano consumati. Giuliano sembrava a suo agio, nonostante avrei potuto essere seriamente di cattivo umore nei suoi confronti. Ma non lo ero, e lui quasi me lo leggeva negli occhi. La porta della camera da letto era aperta, e notai al suo interno una confusione terribile: il letto sfatto, i vestiti appallottolati sulle sedie e un perizoma nero per terra, che mi sembrava proprio quello di Sabrina.
"Ma quelli sono i suoi slip" dissi con un filo di voce.
"Non ti si può nascondere niente Stè, immagino che ormai sai tutto" Giuliano andò a raccoglierli e poi ritornò a sedersi in sala da pranzo. Annusò il perizoma e se lo tenne stretto in una mano. "Questo è un vero e proprio trofeo di guerra. Me l'ha dato Sabrina, alla festa di Guido, dopo che..." non terminò la frase, perchè non ce n'era bisogno, e non voleva infierire ulteriormente. "Sarai venuto qui per dirmene quattro, vero? Come darti torto. Dimmi tutto quello che vuoi. Sfogati".
"No, non è quello che voglio. In realtà quello di cui voglio parlarti è molto difficile da spiegare. Non vorrei sembrarti pazzo, ma io riconosco la tua bravura con le donne, e quindi sono venuto a dirti che mi faccio da parte".
"Non dire così, Stè. Sabrina è tua, e nessuno mette in discussione questo" sembrava davvero sincero.
"Sì ma ho notato che soltanto quando sta con te riesce ad appagarsi sessualmente. Te lo confesso, quella notte ho sentito tutto, perchè ad un certo punto hanno tolto la musica e io ero fuori alla porta a spiarvi. Sono venuto letteralmente nelle mutande. Ma questa è una sensazione che tu non avrai mai provato. Per te ci vuol ben altro".
"Non capisco cosa vuoi dire, Stè".
"Voglio dire che se vuoi continuare a portartela a letto per me non ci sono problemi. Ma mi piacerebbe potervi guardare mentre lo fate. Ma non so come dirlo a lei. Ecco, finalmente l'ho detto. Cavolo, dovevo dirlo a qualcuno. E a chi se non a te?".
"Calmati Stè, sei un pò agitato. Risolveremo questo problema. Vuoi qualcosa da bere?".

Stefano.

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