martedì 7 aprile 2015

Potenzialmente porca.

(in foto: Lauren, TFVGirls.com)


   L'inaugurazione dell'oasi fu un successone. Dopo la festa andammo tutti a dormire, ognuno con il proprio invitato: Sabrina con Giuliano, io con Martina e così via. Martina sembrava davvero giù di corda, e ce ne restammo a letto abbracciati. Eravamo ancora nudi e lei mi teneva il cazzo mezzo duro in mano e mi masturbava distrattamente. Me lo scapocchiava e poi lo ricopriva, ma non lo faceva per darmi piacere, piuttosto sembrava che lo facesse sovrappensiero. In breve tempo gli si era indurito in mano, diventando di pietra, ma lei neanche sembrò accorgersene.
"Che c'è Martina? Tutto bene?".
"Insomma... sai, per ritornare al discorso che facevamo stasera, credo di non essere la ragazza giusta per Angelo. Forse lui avrebbe bisogno di una come Sabrina".
"Ma tu e Sabrina siete molto diverse. Scusa se te lo dico, ma per Sabrina, l'essere porca, è un dono innato. Per te no. Ma non è detto che tu non ci possa diventare, come lei. Ricordo che quando ho conosciuto Sabrina praticamente se la scopava mezza città, e io non me ne rendevo conto. Io mi facevo le seghe guardando i film porno e lei già lo prendeva in culo e sbocchinava a destra e a manca. Non riesco neppure a immaginare quanti uomini abbia fatto sborrare con la bocca prima di conoscermi. Era proprio una macchina per far godere gli uomini. E io ne ero innamorato, ma di tutta quella storia non sapevo niente, capisci? La donna che desideravo in realtà era uno sborratoio, e l'ho scoperto solo anni dopo. Non lo trovi assurdo?".
   Non so, forse fu il ricordo di Sabrina ai tempi in cui era Sabrina Bocca e Culo, ma iniziai a schizzare. Un fiotto di sborra saltò sulla faccia di Martina, ma lei continuava ad essere sovrappensiero, e non sembrò neppure accorgersene, e continuò a masturbarmi con delicatezza, e altri zampilli caldi le schizzarono addosso.
"Piacerebbe anche a me diventare come lei" disse.
"Puttana?" domandai, ma senza rifletterci.
"Ma no! Che dici? Spontanea. Volevo dire spontanea. Per lei il sesso è un qualcosa di così naturale, un qualcosa che non la fa stare in soggezione. E in questo vorrei essere come lei".
"Beh, ci si può lavorare".
"Dici?".
"Eh sì. Domani ti porto a fare shopping".
   Pensavo che se Martina voleva diventare un pò più zoccola non c'era di meglio da fare che farle acquisire un pò di sicurezza. Ma per fare questo dovevamo uscire e comprare qualche vestito porco che avrebbe dovuto indossare in pubblico. Volevo che sentisse gli occhi arrapati dei maschi addosso, questo l'avrebbe fatta sicuramente avvicinare a Sabrina. E così ce ne andammo al centro commerciale dove stava il negozio di Sabry, "Una notte speciale". Dopo aver girato nei negozi di abbigliamento, e dopo aver comprato diversi capi d'abbigliamento abbastanza scosciati (per mettere in risalto le belle gambe lunghe di Martina), andammo a trovare Sabrina, che quando ci vide fu contentissima.
"Che ci fate voi qui?".
"Siamo venuti a fare compere" le dissi, poi mi rivolsi a Martina. "Martina, che ne dici di dare un'occhiata in giro? Magari trovi qualcosa che ti piace".
"Ok".
   L'avevo fatta allontanare per parlare in privato a mia moglie, e le raccontai delle cose che io e Martina ci eravamo detti la notte precedente. E anche lei fu concorde sul fatto che Martina doveva acquisire un pò di autostima.
"D'altronde c'è del potenziale di troiume in lei" disse Sabrina guardando Martina aggirarsi tra gli scaffali delle mutandine di pizzo.
"Sì, ce n'è tanto, anche se..." a quel punto accarezzai il sedere di mia moglie e infilai la mano sotto la sua minigonna e mi accorsi che non portava le mutandine, "...sei tu la maestra indiscussa del porcume".
"Questo è poco ma sicuro" rispose lei.
"Come mai non ti sei messa le mutandine?" domandai punzecchiandole le labbra della vagina con le dita.
"Beh sai, Giuliano ha promesso di passarmi a salutare e quindi ho pensato di farmi trovare pronta".
"Sei proprio una maiala".
   A quel punto Sabrina andò da Martina e la prese per mano e la portò nel camerino. Io aspettai una decina di minuti bighellonando un pò tra la lingerie e mi intrattenni un pò con le commesse. Poi ritornarono fuori e non notai alcun cambiamento in Martina, a parte il fatto che adesso indossava una minigonna beige davvero corta che avevamo comprato poco prima in un altro negozio. Guardai Sabrina come per chiederle: "e una minigonna dovrebbe farle acquisire più autostima?".
   Sabrina disse a Martina di fare una giravolta, e lei eseguì l'ordine. Roteando su se stessa la minigonna si alzò e notai che sotto non portava niente. La sua fighetta era libera e la potevano vedere tutti.   
"Adesso potete andare" disse Sabrina indicandoci l'uscita del negozio.
"Cosa?! No, io non vado da nessuna parte senza le mie mutandine".
"Dimenticale le tue mutandine" disse Sabrina. "Non ci sono più. Le ho prese io. Le riavrai stasera, quando tornerete a casa. E ora forza, camminare. Andate a fare una bella passeggiata romantica al centro".
   E così ce ne andammo al centro, consapevoli del fatto che alla minima folata di vento la minigonna di Martina si sarebbe alzata mostrando al mondo intero com'era fatta lì sotto. In principio per lei fu un martirio, poi cominciò ad acquisire una certa sicurezza, e dopo un pò ebbi l'impressione che cominciava a provarci gusto. Arrivammo al giardino comunale e lì si lasciò proprio andare; infatti c'erano parecchi uomini che facevano jogging, e qualcuno nel passarle accanto la guardava con insistenza, e Martina allora si alzava la gonna per fargli vedere tutta la mercanzia, e quelli sbandavano o andavano a finire contro gli alberi, e noi scoppiavamo dalle risate. Praticamente a fine giornata, la sua nudità, non rientrò più tra le sue maggiori preoccupazioni.

Stefano.  

  

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