sabato 18 aprile 2015

Nuovi acquisti.



La prima stagione della nostra Oasi stava per concludersi come un successone su tutti i fronti, sia economici che lavorativi che personali. Ognuno di noi era riuscito a trovare la propria collocazione e soddisfazione. Negli ultimi giorni di settembre l'oasi era poco frequentata. Anche Martina che sembrava la meno integrata del gruppo aveva forse scoperto la sua attitudine sessuale e dopo l'esperienza con quegli uomini maturi era molto più solare e aperta, approfittavamo del meno lavoro per rilasarci un pò insieme. Una di quelle mattine eravamo stese al sole. unte di crema, ovviamente nude. Un padre di famiglia, poco lontano, alzava troppo spesso gli occhi dal giornale ma non gli davamo troppa soddisfazione.
Chi invece aveva attirato la nostra attenzione era un venditore ambulante nero nero che passava troppo spesso vicino a noi. Finora non se ne erano mai visti e ci sembrò strano che si presentasse proprio ora che c'era meno possibilità per lui di fare affari, Ci incuriosimmo e volemmo saperne di più...per cercare di agganciarlo e magari parlarci un pò cominciammo a provocare. Passeggiate ancheggiando più del dovuto, lunghe sessioni di incrematura, io su di lei, lei su di me. 
"I seni vanno protetti bene" dicevo ad alta voce a Martina. 
"Anche la schiena e i glutei" rispondeva lei con lo stesso tono. 
Le dita scivolavano, lei mi stuzzicava l’ano. Questo non credo potesse vederlo, forse non lo stava facendo solo per gli spettatori.
L’ambulante dopo tanti passaggi decide di fermarsi e ci propone la merce. Rifiutiamo sorridenti lui ci fa un po’ di complimenti e finalmente si ferma a parlare. Scopriamo che si chiama Amin e viene dal Senegal, ha una laurea in economia ma qui fa fatica a trovare lavoro.

Mentre la conversazione continua io e Martina ci guardiamo, un breve cenno di assenso fra di noi.

Lei gli dice che vuole comprare uno di quei pendagli.
"Ma qui in spiaggia non abbiamo soldi". Gli indica la nostra casa. 
"Se passi di là, più tardi, verrai ricompensato".

Lui ci lascia il ciondolo e noi ci incamminiamo verso casa, sotto il sole di mezzogiorno. Entrambe non controlliamo una risatina nervosa e eccitata.
Lo guardiamo mentre ci segue a distanza, diretto alla nostra casetta. E' forte, imponente, massiccio.

Io ho indossato una vestaglia leggera, semi trasparente. Martina si è messa una t-shirt un po’ lunga e si sporge dalla finestra, alzandosi sulle punte degli zoccoletti. Io intravedo l’avvallamento tra le gambe, già umido.

“Ti possiamo offrire qualcosa? Vuoi da bere? Vuoi mangiare qualcosa? Vuoi darti una rinfrescata? Farti una doccia.” l’ultima non era una domanda.
Lo abbiamo spinto nel bagno, quando abbiamo sentito l’acqua della doccia scorrere ci siamo spogliate. Ci siamo baciate in bocca con la lingua prima di entrare, premendo i nostri corpi una contro l’altra e abbracciandoci, quasi per darle coraggio dato che Martina non era ancora così abituata a questo genere di cose.

Siamo entrate, Amin non è parso molto stupito. La doccia era veramente stretta in tre, con il suo corpo imponente. Sei mani scivolavano su corpi insaponati, lei si è dedicata al davanti: il cazzo e le palle di lui, coperte di schiuma. Io la schiena, l’ho lavato anche tra le chiappe, poi sono scesa ai piedi.
Era pomeriggio inoltrato quando rientrano i nostri uomini, prima Angelo e mi trova che sto leccando da sotto il cazzo e le palle del nostro amore nero. Ogni tanto con la lingua mi spingo fino al contatto tra il pene e la vagina tenera di Martina.Gli viene duro all'istante e senza disturbarci inizia a segarsi. Quando sente entrare Stefano va ad accoglierlo in piena erezione. Mio marito lo guarda stupito.
"No scusa, non era per te. Abbiamo ospiti amico, vieni con me ti piacerà".

La prima scena che Stefano si trova davanti agli occhi è la sua preferita di sempre: Martina che con le dita mi allarga lo sfintere e guida Amin dentro di me.

Una serie di orgasmi si susseguono a raffica mentre Martina lo cavalca e io che da dietro raggiungo con le dita l’ano di lei e quello di lui e li penetro all’unisono.

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