domenica 1 aprile 2012

I guardoni.

(in foto: nudista, fonte non pervenuta)

Noto con grande piacere che Sabrina ha deciso di parlarvi di Enrico. Beh, dopo questa parentesi, che ne direste di tornare alla nostra vacanza? Allora, dove eravamo rimasti? Franco voleva mostrarci un piccolo angolo di paradiso, una spiaggia poco frequentata che, come ci disse lui, ci avrebbe fatto venir voglia di rimanere lì in Sicilia per tutta la vita. Dopo tre quarti d'ora di macchina, Franco parcheggiò l'auto in una strada polverosa, costeggiata da lunghi muretti di pietre a secco. Proseguimmo a piedi, e alla fine di questo sentiero c'era una pineta. Il sole picchiava tanto; Franco era a dorso nudo. Sabrina, lungo il sentiero sbuffò e si sfilò la maglia dal corpo, quasi strappandosela via, liberando i suoi seni. Io mi guardai intorno, ero preoccupato perchè qualcuno avrebbe potuto vederla.
"Che caldo! Ma quando arriviamo?" chiese.
"Siamo quasi arrivati" disse Franco. "Subito dopo quella pineta c'è la spiaggia. Vi devo avvisare che il posto lo conoscono pochi, per fortuna. Ma ogni tanto è facile imbattersi in qualche guardone. Spero che non ti dia fastidio, Sabrina".
"No, figurati. Con voi mi sento al sicuro".
Giunti a destinazione ci rendemmo conto che Franco aveva davvero ragione; quello era davvero un piccolo paradiso. La spiaggia era molto lunga, e la sabbia era pulita. C'erano poche persone, tutti uomini, ma Sabrina non si fece intimidire, e tirò giù anche la gonna e il perizoma. Ci spogliammo anche noi. Notai che la presenza di Sabrina aveva provocato non poche reazioni da parte degli uomini, che se ne stavano sui loro teli a fissarla. E notai che se, appena arrivati, quelle persone avevano dei cazzetti piuttosto mosci, ora, in presenza della mia fidanzata, avevano raggiunto erezioni spropositate. A Sabrina non doveva dispiacere quella situazione, forse si sentì gratificata da tutta quell'eccitazione. Così andò a tuffarsi in acqua, per poi riuscire, con il corpo zuppo d'acqua, e vi garantisco che era uno spettacolo per tutti i presenti, vederla uscire da quel mare, con la pelle luccicante di salsedine, e con le tette che ballavano e cozzavano una contro l'altra ad ogni passo che faceva verso di noi.
Franco aveva portato un grande ombrellone colorato, perchè il sole era cocente e non avremmo resistito a lungo. Sistemammo i nostri teli all'ombra e ci rilassammo. Sabrina aveva però la pelle molto delicata, e se non avesse messo la crema protettiva, per lei sarebbero stati guai.
"Chi è così gentile da darmi una mano?" chiese.
"Beh, Stefano, se non ti da fastidio, vorrei avere io questo privilegio" disse Franco.
"Figurati, è tutta tua".
Sabrina si stese sul telo a pancia in giù e socchiuse gli occhi, aspettando soltanto che le mani di Franco facessero il loro lavoro. Così, presa la boccetta della crema protettiva, il nostro amico iniziò un lento massaggio alle spalle di Sabrina. Poi delicatamente scese verso il culo, su cui insistette particolarmente. Gli apriva le natiche e poi gliele comprimeva una contro l'altra, proseguendo con questo movimento a lungo. E quando le apriva gli si presentava il buco del culo, come un angolo di piacere, un avamposto della lussuria. E con un dito glielo accarezzò, e lei fece un sussulto. Il buchetto si aprì leggermente. Ormai, dopo tanto sesso anale, il buchetto di Sabrina si apriva senza fare troppi capricci. Mi accorsi che il cazzo di Franco stava raggiungendo la massima erezione; era la prima volta che lo vedevo in quello stato, ed era proprio come nel sogno. Era pazzesco. Una nerchia che non finiva più. E da come guardava il sedere della mia fidanzata, e più precisamente il suo buco, pensai che volesse piantarglielo dentro. Poi si interruppe non appena si accorse di qualcuno che si avvicinava a noi. Era una coppia di mezza età, marito e moglie, che Franco sembrava di conoscere bene.
"Maria Stella, Ettore! Che piacere rivedervi!" disse, mettendosi in piedi.
"Il piacere è tutto nostro, te lo assicuro" rispose la donna, che ammirò l'erezione gigante di Franco.
Dopo averci presentato a loro, la coppia piantò il proprio ombrellone proprio di fianco al nostro. Era chiaro che avremmo passato il pomeriggio insieme a loro, e la cosa non mi dispiaceva, perchè nonostante l'età avanzata, notai che Maria Stella aveva un corpo meraviglioso, ben scolpito, con un bel seno, e un sedere che mi incantò perchè era aggrazziato come quello di una ragazza di vent'anni, ma morbido come quello di una mamma. Il marito era messo piuttosto male; flaccido, con la classica pancia degli uomini di mezza età. E aveva il petto pieno di peli grigi. E vogliamo parlare del pene? Era inconsistente, forse non ne avevo mai visto uno così piccolo. E non sembrava affatto intenzionato a dare cenni di vita. Maria Stella invece era meravigliosa, aveva la pelle liscia, che veniva voglia di baciarla, e la vagina era depilata e slabbrata, aperta oscenamente. Ne doveva aver presi tanti di cazzi che adesso le sue labbra erano, come si dice a Napoli, sguarrate.
"E allora, Franco" disse Ettore. "Era da parecchio che non ci si vedeva. Dovete sapere" e questa volta si rivolse a noi, "che abbiamo conosciuto Franco proprio su questa spiaggia, due anni fa. A dire la verità fu tutto merito di mia moglie, che gli cominciò a girare attorno come una ragazzina del liceo".
"Beh, ma come si può resistere ad un uomo così" continuò Maria Stella accarezzando il petto di Franco.
"Effettivamente è davvero un bell'uomo" confermò Sabrina.
"Sabrina, che bel nome" disse Maria Stella. "Mi ricordi molto la mia giovinezza. Ti va di fare un bagno insieme? Mi piacerebbe scambiare due parole con te, come una madre farebbe con una figlia".
"Con molto piacere".
Sabrina e Maria Stella si avviarono in acqua, ma senza allontanarsi troppo, si fermarono dove il mare era all'altezza dell'ombelico. Notai che parlarono molto, ma non vi saprei dire cosa si dissero. Poi Maria Stella si prese nei palmi delle mani dell'acqua e la portò ai seni di Sabrina, toccandoglieli amorevolmente, e i capezzoli, a quel contatto, gli si indurirono. Arrivarono i guardoni di cui parlava Franco, che si appostarono dietro dei cespugli, e guardando in direzione delle due donne, si menarono l'uccello in modo compulsivo. Iniziammo a parlare di loro; Ettore disse che erano dei poveracci, sicuramente delle persone che vivevano la loro sessualità in modo sbagliato. Franco gli diede ragione. Ma ne Sabrina ne Maria Stella si lasciarono distrarre da quelle presenze. Continuarono a parlare liberamente, come una madre e una figlia, appunto. Ma è difficile dire quale fosse l'argomento della loro conversazione. Maria Stella era molto affettuosa, e spesso abbracciava teneramente Sabrina, premendo i suoi seni contro quelli della mia fidanzata. Era così bello vederle esprimersi tutto quell'affetto, nonostante si conoscessero soltanto da un'ora, che mi estraniai dalla conversazione che stava avvenendo sotto gli ombrelloni, tra Franco e Ettore, che si stavano facendo un sacco di risate sulla goffaggine dei guardoni, che si ostinavano a nascondersi, nonostante la loro presenza fosse così evidente.

Stefano.

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