martedì 24 luglio 2012

Come Angela

Da quando Stefano mi aveva raccontato la sua avventura bagnata con la bella Angela passai giorni a masturbarmi sull'idea di potermi trovare al suo posto. Volevo provare emozioni forti e l'escamotage trovato dalla signora mi sembrava eccellente, fingermi ubriaca e inconsapevole per lasciarmi andare a piacere strani. Ne parlai con Stefano e per quanto non fosse una delle sue perversioni preferite era contento di potermi vedere in quella recita "abusata" magari da lui e uno dei suoi uomini.
Questa volta scegliemmo il più timido della compagnia, sarebbe stato un bello choc e non volevamo perdercelo.
Mi preparai una sera, pettinata, profumata e vestita in modo molto chic come se andassi ad una festa importante. Il vestito era più aderente del solito. Stefano aveva raccontato ad Ivano le sue avventure nella toilette e lui era rimasto impressionato e Stefano comportandosi da vero amico gli offrì la possibilità di provarci in tre con me. Gli disse di preparare molto vino per quella sera, non era certo che avrebbe funzionato ma bisognava provare facendogli credere che io fossi all'oscuro di tutto.
Raggiungemmo casa di Ivano la sera dopo il turno della cena con la scusa di rilassarci bevendo in compagnia. Mi dimostrai più socievole del solito e mandai giù a grandi sorsate un bicchiere dopo l'altro anche per prendere coraggio.
Quando inizia la scenetta della finta ubriaca, sentii Ivano chiedere a Stefano se per caso non mi sarei messa a pisciare sul divano. Lui gli ha risposto di abbassare la voce e attendere che il vino facesse effetto.
Mi abbandonai sul divano e non feci nulla quando i due si avvicinarono. Ivano in ginocchio davanti a me non perse tempo per slacciarmi piano la camicetta, liberandomi le tettone.
Estasiato iniziarono i primi timidi rimorsi: "Credi che dobbiamo andare avanti? Non è che ci farà delle storie dopo?"
"Non si ricorderà nulla, lo so". Incoraggiato dalla mia immobilità il ragazzo si tranquillizzò.
"Ma le hai viste le tette? Vedrai le chiappe!". Ivano moriva dalla voglia di toccare e ciucciare le mie grosse tette e ha chiesto a Stefano se era certo che dormissi. Lui ha risposto che non pteva saperlo ma dovava comportarsi come se lo fossi.
Ha provato leggermente con le dita, non mi sono mossa e allora ha succhiato i capezzoli pure mordendoli. In due poi sono passati a slacciarmi la gonna e tirarla giù. Io mi ero premunita di non mettere lo slip e avevo profumato pure i peli della figa per l'occasione. Ivano con l'uccello in mano sembrava impazzito, voleva scoparmi subito sulla poltrona.
Stefano cercava di tenerlo a bada ripetendogli che avevano tutto il tempo, quando sottovoce ho sussurrato "Pipì..."
Il bagno era lontano e Ivano dovette attrezzarsi con un secchio che sistemò al centro della stanza, dove poi in due mi aiutarono a salire, con Ivano che ne approfittava per palparmi il seno e le chiappe.
Anche Stefano si era tirato fuori l'uccello e me lo faceva sentire duro sulle chiappe, per aiutarmi a tenermi in piedi sul secchio Stefano si trovò ad appoggiarmi il glande direttamente sull'ano e mentre mi faceva sentire la sua durezza mi suissurrava all'orecchio le frasi più oscene.
"Lo senti come ti sto incollato da dietro? Sei la mia troia in calore, il mio cazzo è nel tuo grosso culo, ce l'ho duro sul bordo del buco che si apre, ti ci piscerei dentro, quando ti metterai a pisciare ti spruzzerò in mezzo alle chiappe, porca ti piace eh? Non dici niente ma ti piace io lo so". Io non potevo rispondere naturalmente.
Ivano in ginocchio aveva messo la testa vicino alla figa aspettando l'uscita del piscio.
"Cosa aspetta?"
"Che la aiuti, mettici le mani" mentre io gli andavo incontro alle dita con la figa.
"Cazzo che figa ha questa porcona Stè, non l'avrei mai creduto"
Mentre affondava le dita tra i peli mi sono lasciata andare. "Piscia come una vacca".
Mi masturbava mentre Stefano sentiva le contrazioni del mio culo sulla capocchia. "Cazzo che clitoride!"
Il getto colava anche sui coglioni e l'uccello del mio fidanzato.
Quando fui vuota mentre la figa ancora gocciolava Ivano con l'uccello in mano mi ha spinto la cappella tra le labbra masturbandosi. Stefano aveva bisogno di penetrarmi a aiutato dall'amico mi sistemarono a quattro zampe.
"Sembra veramente una troia" commentò il ragazzo infilandomi nuovamente l'uccello in bocca, non lo succhiai ma lo lasciai masturbarsi con la mia bocca.
Stefano ebbe strada facile nella mia vagina lubrificata dal piscio e dagli umori, facendomi venire per prima, seguita da Ivano che mi fece bere grandi sorsi di sperma, eccitato dal vedermi ingoiare sperma altrui anche Stefano si scaricò nel fondo della mia vagina.
"E' proprio una troia la tua donna Stè, sul serio!"
Sabrina


1 commento:

  1. ne sentivamo quasi la mancanza della nostra sabrina... U.V. ;)

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