mercoledì 11 luglio 2012

Godere dell'orgasmo altrui.

(in foto: Angelina Castro, The Battle of Angelina Castro, PrinceYahshua.com)

Quella sera mio fratello aveva organizzato una cena molto speciale. Ma questa volta non eravamo solo noi tre; bensì c'era un certo Sebastian, un loro amico di colore. Dall'atteggiamento che Sabrina aveva con lui, capii subito che quella non sarebbe stata una normale cena tra amici. Prima di sederci a tavola bevemmo un aperitivo, e Sabrina aveva già cominciato a fare la gatta morta con Sebastian. Lo abbracciava, lo baciava e gli accarezzava il cazzo, che doveva essere già bello duro (riuscivo infatti a vedere un consistente rigonfiamento, proprio lì in mezzo). Nonostante questo notai che a mio fratello, l'atteggiamento che aveva la sua fidanzata, non sembrava infastidirlo per niente. Eravamo seduti nel soggiorno; io avevo il mio drink in mano ed ero un pò confusa e un pò imbarazzata. Stefano era in cucina a preparare la cena. Sebastian era seduto sul sofà insieme a Sabrina; lei indossava un vestitino rosso molto corto, era bellissima, lo devo riconoscere. Si era truccata e vestita come una puttana. Doveva essere molto arrapata, perchè continuava ad avere un atteggiamento molto spinto nei confronti di Sebastian e a sussurrargli porcherie all'orecchio. Ma nonostante lo facesse a voce bassa, io ero in grado comunque di sentirla. Ma forse, era proprio quello che voleva; forse voleva proprio che io ascoltassi quelle porcherie.
"Lo sai, mi è mancato tanto il tuo cazzo" gli sussurrò. "Ti ricordi l'ultima volta? Abbiamo fatto l'amore tutta la notte. Il giorno dopo c'avevo il buco del culo in fiamme".
Ad un certo punto gli abbassò la lampo dei pantaloni, e glielo tirò fuori. Spalancai gli occhi... ragazzi, era proprio enorme! Era un incanto. Mi venne l'acquolina in bocca. Nero, svettante, duro e la cappella gonfia e liscia.
"Andrea, non è meraviglioso?" mi domandò.
"Sabrina, ma cosa fai?" ero un pò in imbarazzo. "Rimettiglielo dentro!".
"Perchè?" domandò, e con la mano iniziò a masturbarlo, ma delicatamente. "Vuoi dire che non ti piace?".
"Sì, certo che mi piace... ma non mi sembra il caso di... dai, non fare la stupida, potrebbe arrivare mio fratello".
E infatti in quello stesso momento arrivò Stefano, ma non disse niente. Si mise a sedere sul bracciolo della poltrona su cui ero seduta io, e rimase a guardare quella scena. Sabrina aveva cominciato a parlare di come avevano conosciuto Sebastian, ma senza mai mollare il suo cazzo. E lo masturbava con amore, con delicatezza, con movimenti lenti. E io mi incantai nel vedere i movimenti del suo polso, così esperti e lineari. Devo riconoscere che era bravissima a far godere gli uomini.
"Abbiamo conosciuto Sebastian in riva ad un laghetto. Lui era lì, tutto solo, a studiare sotto un albero. Non lo trovi molto romantico? Io, invece, ero arrapata da morire. Me lo ricordo come se fosse ieri. Allora ho cominciato a stuzzicarlo un pò. Ah, premetto che ero nuda. Così mi sono distesa proprio davanti a lui, e ho allargato le cosce, facendogli capire che poteva scoparmi anche subito".
"E lui cos'ha fatto?" le domandai.
"Ha tirato fuori questa bestia qui e me l'ha ficcata nel corpo" mentre Sabrina mi raccontava i dettagli, Sebastian iniziò a schizzare. I fiotti di sborra colarono sulla mano di Sabrina, che prese a massaggiargli le palle. La sborra di Sebastian era bella densa; mi passai la lingua sulle labbra. Come avrei voluto assaggiarla! Ma a quel punto Stefano ci disse che era pronto a tavola. Così Sebastian si risistemò il cazzo nella lampo e andammo a sederci intorno al tavolo. Non capivo con esattezza cosa stava succedendo, ma ebbi l'impressione che Stefano e Sabrina volessero rendermi partecipe della loro vita sessuale. Come se in qualche modo desiderassero far godere anche me dello spettacolo di Sabrina che faceva l'amore con un altro uomo. Così cominciammo a cenare. Mio fratello era molto bravo a cucinare. Mi accorsi che sotto il vestitino avevo le mutandine completamente zuppe. Ero eccitatissima. Quella situazione mi piaceva da morire. Così andai in bagno per calmarmi. Mi misi davanti allo specchio e con una mano raggiunsi la mia vagina; scostai il lembo delle mutandine e mi toccai le labbra. Socchiusi gli occhi; ero così eccitata che sarei venuta da un momento all'altro. Ma mi fermai e mi risistemai. Ritornai di la e scoprii che non erano più seduti al tavolo da pranzo. Andai nel salone e trovai mio fratello seduto sulla poltrona; fermo e dritto sulla schiena, con gli occhi puntati davanti a se, sul divano, dove c'erano Sebastian e Sabrina che stavano facendo l'amore. Erano nudi, e lei lo cavalcava con ferocia.
"Vieni qui Andrea, vieni a sederti qui" Stefano mi fece segno di accomodarmi sul bracciolo della poltrona.
Così andai lì, divaricando le gambe e mettendomi sul bracciolo. Il vestitino mi si era tutto alzato; non me ne accorsi, ma in quel modo tutti potevano vedere il tessuto zuppo di umori delle mie mutandine. Rimasi a guardare anche io. Sabrina aveva delle gran belle tette, e nel salire su e giù sul cazzo di Sebastian, quelle cozzavano una contro l'altra; erano belle morbide, molleggiavano. Sebastian gliele premette, una contro l'altra. Sabrina mugolava di piacere. Stefano aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni e aveva cominciato a segarsi. Lo guardai con un pò di perplessità, poi in maniera del tutto naturale, avvicinai una mano alle mie mutandine, e ne scostai un lembo e iniziai a toccarmi anche io. Socchiusi gli occhi e iniziai ad ansimare di piacere. Era bellissimo.
"Brava" mi disse Sabrina, "rilassati. Godi anche tu".
"Sì, sto godendo. Sto godendo" mugolai, ma senza rendermene conto.
Ero così arrapata che mi bastarono cinque minuti per raggiungere l'orgasmo, e i miei muscoli si contrassero e sentii le cosce in preda ad una specie di crisi nervosa. Urlai di piacere, ma così tanto che mi sentirono fin fuori alla strada.
"Vengo! Oh sì, come vengo!" urlai.
Quando aprii gli occhi mi resi conto che ero stata l'ultima ad avere l'orgasmo. Infatti gli altri erano lì a guardarmi, e mi fecero un grande applauso di incoraggiamento, come se fossero allo stadio. Avevo riempito il bracciolo del divano dei miei umori ed ero esausta, così dissi loro che sarei andata a dormire. Ma in realtà, per tutta la notte, non facevo che svegliarmi ogni ora. Continuavo ad essere eccitata. Mi svegliavo, mi toccavo la vagina, me la massaggiavo, e poi mi riaddormentavo. Fu una lunga notte.

Andrea.

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