sabato 14 luglio 2012

Il tempo delle ciliegie.

(in foto: Jessie Rogers, Teen Ass Workship - Backstage, TeenFidelity.com)

Sì, in effetti mia sorella aveva sempre avuto un debole per gli uomini sposati. Ricordo che a diciotto anni aveva intrecciato una relazione con un uomo di quarant'anni, sposato, con una figlia che aveva la stessa età di Andrea. I loro incontri avvenivano di nascosto in un loft al centro, e facevano l'amore, ma poi mia sorella capì che per lui, lei era solo uno sborratoio. Insomma, ce ne sarebbero di storie da raccontare su di lei. Era una vera "rovina famiglie". Ogni volta che faceva l'amore con qualcuno, c'era una moglie dall'altra parte della città a cui spuntavano le corna. E da quando aveva conosciuto il signor Belmondo la rividi ritornare ai suoi diciotto anni, ai suoi primi innamoramenti. E d'altronde, al signor Belmondo, Andrea non dispiaceva. E un giorno la fece chiamare nel suo ufficio; lei, inutile dirvelo, ci si precipitò.
"Signorina, lo so che potrebbe sembrarle assurdo, d'altronde lei è così giovane, e io sono un uomo di mezza età, per non dire anziano. Ma lei ha qualcosa che mi eccita molto, sa?".
Andrea era seduta sulla poltrona di fronte alla scrivania del signor Belmondo, con le gambe accavallate. Appena si sentì dire quella cosa spalancò le cosce; non portava le mutandine sotto il suo vestitino e mise in mostra la sua vagina (già abbondantemente bagnata).
"Signor Belmondo, il mio corpo è suo. Può farne ciò che vuole" disse con un filo di voce.
"Caspita, quanta fretta! Vede, io mi ritengo uno spirito romantico, e in realtà avevo intenzione di invitarla a cena, questa sera. Cosa ne dice?".
"Molto volentieri. Dove?".
"A casa mia".
"A casa sua?!" Andrea era molto perplessa. Dopo quello che era successo con la moglie del signor Belmondo, si sentiva un pò in imbarazzo. Luana era una donna molto determinata, e avrebbe potuto fare anche una sfuriata se l'avesse rivista insieme al marito.
"Un'altra cosa" disse il signor Belmondo. "Vorrei che indossasse un vestito particolare, seducente, da pornodiva, se mi permette".
"Per lei questo ed altro, signor Belmondo".
Ma d'altronde come poteva rifiutare quell'offerta? Andrea provava un irresistibile attrazione nei confronti di quell'uomo, e non voleva lasciarselo scappare. D'altronde, un pò di corna, la signora Luana se le meritava. Così, mia sorella, quella sera ritornò a casa da noi e ci raccontò tutto. Sabrina era stupita ma felice.
"Hai capito la sorellona, che se ne va a letto col signor Belmondo!" esclamò.
"Ho l'impressione che il conto, Luana lo farà pagare a me" dissi.
Accompagnai Andrea in macchina a casa del suo nuovo corteggiatore. Avevano una villa faronica, ve l'ho mai detto? Una villa in periferia, di due piani, con un porticato enorme e delle colonne in stile impero romano. Dietro c'era un giardino con una piscina molto grande. Insomma, era un sogno. Mia sorella era vestita come una zoccola; aveva un vestito rosso cortissimo, infatti stando seduta al mio fianco, in macchina, le vedevo la vagina. Come al solito non portava le mutande. Non le portava mai quando sapeva di dover scopare con qualcuno. Il vestitino aveva uno scollo così lungo che finiva all'ombelico, e le tette si tenevano dentro per miracolo. Certo, non le aveva grosse come quelle di Sabrina, ma comunque era strano non vederle scivolare fuori.
"Mi raccomando, usate il preservativo" le dissi, da buon fratello responsabile.
"Credi che sono ancora una ragazzina? So quello che faccio. Me ne accorgo quando un uomo sta per eiaculare, che credi?".
Andrea suonò il campanello e le andò ad aprire Luana, che la guardò dalla testa ai piedi. A mia sorella le si bloccò il fiato in gola e non riuscì a dire nulla. Sperava che fosse lui a venirgli ad aprire la porta.
"E così, adesso, mio marito le puttane le fa venire a cena da noi...".
"Come si permette?" Andrea cercò di difendersi, ma con poca convinzione. "Non sono una puttana".
"Forse non lo sei, ma sappi che questa è la considerazione che ho nei tuoi confronti".
La fece entrare. La tavola nel soggiorno era apparecchiata con ogni ben di dio. Il signor Belmondo era seduto a capotavola e la stava aspettando. C'erano solo loro due; il figlio, probabilmente, era uscito. Quello stronzetto aveva il suo giro di povere disgraziate da usare come giocattoli.
"Si accomodi, la stavamo aspettando".
Andrea si mise a sedere al centro della tavola. Luana continuava a guardarla in modo inquisitorio. Cominciarono a mangiare e mia sorella si accorse che il tempo non passava mai. Non vedeva l'ora di rimanere da sola insieme al signor Belmondo. D'altronde, era per quello che era lì. Ad un certo punto, e in maniera inaspettata, squillò il telefono. Luana si alzò da tavola e andò a prendere il cordless. Rispose, e si allontanò. Doveva essere una telefonata abbastanza riservata.
"E così siamo rimasti soli" disse il signor Belmondo.
"Non aspettavo altro, mi creda".
"Non badi a mia moglie, lei è una persona... come dire... molto fiera di se".
"Lo so, me ne sono accorta".
"Beh, direi che siamo arrivati al momento della frutta".
"Sì, direi di sì".
Andrea si alzò dalla sedia e salì sul tavolo, e camminando sulle ginocchia e sulle mani andò verso il suo corteggiatore, e lo guardava con una voglia di cazzo senza precedenti. Arrivata in prossimità del signor Belmondo, si tolse il vestitino e lo buttò via senza pensarci, e spalancò le cosce proprio davanti al suo viso.
"Ecco, si serva" gli disse.
"Questo sì che è un frutto prelibato" il signor Belmondo avvicinò la bocca alla vagina di mia sorella e iniziò a succhiarla.
Andrea socchiuse gli occhi e tirò indietro la testa. Quell'uomo la faceva impazzire. Poi sentì qualcosa infilarsi tra le labbra; andò a guardare e scoprì che il signor Belmondo le stava infilando una ciliega dentro la vagina. Andrea sorrise e lo lasciò fare. Una volta dentro, lui riavvicinò la bocca al sesso di mia sorella e iniziò a succhiare, fino a quando la ciliegia, completamente impregnata di umori, uscì di nuovo fuori, e il signor Belmondo la mangiò. Fece un'altra volta la stessa cosa, con un'altra ciliegia, infilandola tra le labbra di Andrea; poi succhiò facendola venire fuori, anche questa ricoperta d'umori, ma questa volta la portò alla bocca di mia sorella, e gliela fece mangiare. Il gioco andò avanti per un altro paio di minuti; poi Luana ritornò, e vedendo quella scena lanciò il cordless contro la parete facendolo andare in mille pezzi, e se ne andò nella sua camera, piuttosto contrariata per quello che aveva appena visto.
"La lasci perdere, quella lì" gli disse il signor Belmondo, "è una donna molto acida. Le andrebbe di dormire qui, stanotte? Abbiamo una camera per gli ospiti piuttosto confortevole".
"Con molto piacere".

Stefano.

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