domenica 24 giugno 2012

Amore infranto.

(in foto: Veronica Rodriguez, Cum in a Teen - Backstage, TeenFidelity.com)

Ma a che gioco stava giocando Gemma? La pregai di non dire niente a Luana, perchè ultimamente era diventata molto dispettosa. Ma Gemma lo era ancora di più e disse che niente l'avrebbe fermata dal dirle la verità. Ma cosa diavolo sperava di ottenere. Andai verso la porta della camera e la aprii, ma prima la guardai. Era ancora lì sul letto, con una mano piena della mia sborra; e mi sorrideva in modo odioso.
"Sei una puttana" le dissi.
"Lo so".
Me ne andai sbattendo la porta. Scesi le scale a piedi ripensando a quello che era successo. Avevo ancora sulla bocca il sapore del sesso di Gemma. Era delizioso. Sentivo il profumo del suo condotto anale attaccato al naso e mi si indurì un'altra volta. Arrivato nella hall, mi venne incontro una ragazza carinissima, dai tratti del viso latini e un fisico esile e sottile. Indossava degli hot pants di jeans e un top. Ragazzi, che cosce! Non finivano più.
"Salve" mi disse, "sto cercando Mark".
"Mark?" domandai io. "Il calciatore della seria A?".
"Sì, proprio lui. Sono una sua amica. Beh, un pò più di un'amica".
Le dissi che l'avrei portata da lui immediatamente, ma non sarebbe stato facile, perchè non avevo la più pallida idea di dove fosse. La ragazza si chiamava Paola e non si azzittava un attimo, perchè era felicissima di rivedere il "suo" Mark. Mi disse che tra loro c'era un amore smisurato, e che le aveva promesso di sposarla, e che avrebbero avuto tanti bambini. Lei era folle di lui, una follia immatura, che non gli faceva vedere difetti nel suo Mark. Secondo il suo punto di vista era l'uomo perfetto. Secondo il mio punto di vista era solo uno da cui si era fatta scopare, e per cui aveva perso la testa. Nient'altro. Paola aveva diciotto anni, e già conosceva i suoi obiettivi: sposare Mark e fare la showgirl. Il fisico e il cervello da showgirl ce l'aveva. Era un pò stupidotta. La classica sgallettata che si fa scopare dal calciatore di turno, sperando nell'attenzione dei giornali scandalistici, e poi il grande salto verso la televisione sarebbe arrivato da solo. In cinque minuti mi aveva riempito di parole. Arrivammo al ristorante e chiesi al mio assistente Alì se avesse visto Mark. Lui mi rispose che l'aveva visto andare verso la spiaggia, insieme a Sabrina. E mi confessò che le intenzioni non erano buone, perchè Alì era riuscito a notare che sotto al vestitino, Sabrina non portava le mutandine.
"Cosa vorresti dire con questo?" domandò Paola. "Il mio Mark non mi tradirebbe mai!".
Alì scoppiò a ridere.
"Chiediglielo al buco del culo di Sabrina se Mark non ti tradirebbe mai".
"Cosa?!" Paola era scioccata.
"Lascia stare" la presi per un braccio e la portai verso la spiaggia privata dell'albergo.
Anche lì, di Mark non ce n'era traccia. Così percorremmo il bagnasciuga, e Paola continuava a ripetermi che era sicura della fedeltà del "suo" Mark. Fino a quando arrivammo oltre la scogliera. Ci arrampicammo un pò, e fui prima io a vederli. Sabrina stava con le mani contro uno scoglio, le cosce aperte e Mark dietro di lei, con le mani sui suoi fianchi, intento a scoparle il buco del culo. Paola vide la scena e spalancò gli occhi. Scoppiò a piangere e scappò via. Io le corsi dietro per cercare di confortarla, ma lei correva davvero forte. Poi ad un certo punto si accasciò sulla sabbia e pianse come una ragazzina. Mi avvicinai e le accarezzai il viso.
"Dai, non piangere. Ti capiterà di conoscere tanti altri uomini, meglio di quello lì. Non meriti di stare con uno come lui".
"Tu non capisci. Lui aveva detto di amarmi".
"E tu gli hai creduto. Sei una cretina. Dai, andiamo in camera mia, che ti offro da bere".
La presi in braccio, tanto non pesava un cavolo. La riportai in albergo e salimmo in camera. Lei ancora singhiozzava, e l'eyeliner le si era sciolto e le aveva macchiato le guance. La feci sedere sul letto e raggiunsi il frigo bar, dove avevo delle bibite fresche. Gli diedi una sprite e lei la bevve a piccoli sorsi. Aveva gli occhi molto tristi.
"La mia vita è finita" disse con un filo di voce.
"Ma che cavolo dici?" urlai. "Non ti rendi conto dell'idiozia che stai dicendo! Quel Mark pensava esclusivamente a montarti, ma di te non se ne fregava un cazzo. Troverai sicuramente l'uomo giusto per te, capace di darti tutto l'amore di cui hai bisogno. La showgirl potrai farla lo stesso, con o senza Mark. Perchè sei molto bella. Dai, fatti vedere".
Sul viso di Paola riapparve il sorriso. Si alzò dal letto e roteò su se stessa per farsi guardare.
"Come sei bella!" le dissi. "Hai proprio un bel corpo. Proprio come quello delle veline. Fammelo vedere".
"Vuoi che mi spoglio?" disse lei con un pò di imbarazzo.
"Sì. Perchè no? Una vera showgirl non dovrebbe imbarazzarsi del proprio corpo".
"No, hai ragione. Non dovrebbe" Paola si sbottonò i suoi hotpants e li fece scendere ai piedi, e li lanciò via con un calcio. Poi si tolse il top. Non indossava il reggiseno, anche perchè con una taglia così piccola, era davvero inutile. Adesso era nuda, ad eccezione del perizoma nero. Si girò per farmi vedere le forme del suo piccolo culo. Avevo il cazzo durissimo, c'avevo una voglia di scoparmela che nemmeno vi immaginate.
"Sei bellissima" le dissi. "Ma sai che in questo ambiente, purtroppo, bisogna scendere a compromessi se si vuol fare carriera".
"Sì, è vero" rispose lei un pò annoiata.
"Io credo che tu non ne sei capace".
"Invece sì. So fare l'amore meglio di chiunque altra".
"Mmh, non ci credo. Dimostramelo".
"Non vedo perchè dovrei dimostrarlo a te. Tu sei solo il cuoco di quest'albergo e nient'altro".
"Va bene allora. Non dimostrarmi nulla. Ma io rimango della mia idea, e cioè che tu non sei capace di accettare quei compromessi".
"Ah, è così?" Paola allora mi spinse sul letto e mi sbottonò i pantaloni, facendomi uscire fuori dalle mutande il mio cazzo già eretto al massimo. Avvicinò la sua piccola bocca al glande e lo tintillò con la lingua, poi lo mise in bocca e iniziò un pompino con i fiocchi. Cavolo, la diciottenne era bravissima. Chiusi gli occhi, era bellissimo. Sentivo la lingua di Paola roteare intorno alla base della cappella, e con la mano mi massaggiava le palle. Poi si sfilò il perizoma e mi salì sopra, infilandosi il cazzo nella vagina. Iniziò a cavalcarmi con un ritmo costante e continuo, io la presi per i fianchi e l'aiutai nei movimenti. Aveva la fighetta depilata e calda, mi stava facendo impazzire.
"Sei brava, devo riconoscerlo" dissi, "ma come sei messa con il culetto?".
Paola mi fece un sorriso di complicità e sfilò il cazzo dalla figa, e con una mano se lo portò al buco del culo. Era strettissimo, e per infilarlo dentro ci vollero quasi cinque minuti. Vidi sul suo viso apparire un espressione di dolore, allargò la bocca e lanciò un urlo. Il cazzo era dentro, e con un movimento dell'anca glielo feci entrare fino alle palle. Paola trattenne il respiro e spalancò gli occhi. Adesso ero io a tenere il ritmo della scopata. La feci mettere a quattro zampe sul letto e continuai a scoparle il culo da sopra. Il buco iniziava ad allargarsi, ma io non potevo resistere ancora. Il cazzo iniziava a gonfiarsi nel suo condotto anale, così lo tirai fuori, e appoggiandoglielo in mezzo alle natiche iniziai a fiottare. E la sborra saltò sulla sua schiena. Mi accasciai esausto; avevo il fiatone ed ero tutto sudato. Lei invece era ancora nel pieno delle sue forze, e mi salì sopra sorridendomi a mo di sfida.
"Allora, chi è che non ha le capacità di scendere a compromessi?".
"Cavolo, sei una macchina del sesso. Arriverai molto lontano".
"Grazie Stè" disse baciandomi, e le nostre lingue si incontrarono. "Ne avevo proprio bisogno di sentirmelo dire".
"E Mark?".
"Quel porco sta bene dove sta. Non merita di venire a letto con me. Piuttosto, come fai a sopportare l'idea che la tua fidanzata si faccia scopare da altri uomini?".
"Mmh, è una lunga storia, amore".
"Contento tu...".

Stefano.

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