lunedì 11 giugno 2012

Il piacere di guardare

Tornati a casa alla fine di quella lunga giornata Stefano si buttò subito sotto la doccia mentre io avevo voglia di rilassarmi, mi preparai un cocktail alla frutta, accesi una sigaretta e andai a fumarla sul nostro terrazzino. I miei pensieri andavano ad Eros, quel ragazzo così inibito chissà quali desideri nascosti poteva nascondere. Mentre lasciavo correre la fantasia fui attratta da un'immagine.
Guardando in direzione del palazzo di fronte mi sembrò di scorgere un volto nuovo, un gran bel ragazzetto di non più di 19 anni, circondato di libri aperti, non lo vedevo benissimo ma sembrava proprio un gran bel tipo. Non so bene cosa mi attirò ma continuai a guardare, per la prima volta ero io a giocare la parte della guardona e non mi dispiaceva.
Spiare l'initimità altrui fa provare un misto di curiosità, intrigo e sensi di colpa che non mi permetteva di staccare gli occhi da quel ragazzetto immerso nello studio. Provai a ricordare i tempi in cui anche io ero costretta sui libri di questi periodi e con questo caldo. Ricordo benissimo in quei lunghi pomeriggi noiosi che proprio il caldo aveva sempre la meglio e finivo per spogliarmi piano piano sempre di più finchè nuda calda e annoiata cercavo sempre un diversivo che a volte aveva la forma dell'evidenziatore, altre del deodorante e solo nei pomeriggi più arditi di un bel cetriolo molto grosso che sopperiva alla mancanza di un'adeguata compagnia maschile.
Sorrisi domandandomi se anche per lui sarebbe stato lo stesso.
Non dovetti domandarmelo a lungo però perchè in breve oltre ai libri il ragazzetto aprì anche i pantaloni e fece volare via la maglietta presentandosi solo in boxer alla mia vista.
Non aveva dato segni di essersi accorto del mio sguardo curioso così mi consolai e continuai a guardare, chiedendomi stavolta quali pensieri si agitassero nella mente di un tardo-adolescente alle prese con il corpo devastato dagli ormoni, mi chiesi se fantasticava su scene di sesso spinto magari con una ragazza più grande come me, mi convinsi di si, era naturale a quell'età desiderare esperienze con donne più esperte, del resto anche il mio Stefano era terribilmente attratto dalle donne mature, come io sono attratta invece dai giovincelli, sembrava il quadretto perfetto e continui a guardare proprio nel momento in cui la sua mano entrò nei boxer a controllare la situazione.
In quel momento desiderai con tutta me stessa che quella mano liberasse un uccello fresco e voglioso ma ciò non accadde, il tipo continuava a palparsi svogliatamente.
Ripensai alla nutrita collezione di film porno che Stefano custodiva gelosamente e immaginai una scena al limite del grottesco, invitarlo a casa, preprargli la merenda come una brava mammina e lasciarlo davanti alla tv a guardare le scene più hard di uno dei nostri film.
- Dai adorabile sconosciuto porcellino abbassa quel dannato boxer - pensavo sottovoce.
Niente da fare, il boxer sembrava incollato. Mi stavo innervosendo, se non si decideva tra poco sarei scesa a citofonare per dirglielo: - Ma insomma ti sembra il modo di farsi una sega? - gli avrei urlato.
Il boxer restava là, il movimento della sua mano all'interno però era inequivocabile.
Ero talmente concentrata nella speranza di vedere la nerchia di quel giovanotto che non mi accorsi della presenza di Stefano alla mie spalle, nudo e fresco di doccia che se la rideva della mia frustrazione.
"Ma che combini porcellina? Già hai trovato una nuova preda?". Nel girarmi di soprassalto per rispondergli mi ritrovai il suo uccello moscio sulla spalla quasi a contatto con la mia guancia.
"Stefano mi hai spaventata!" dissi accarezzandogli la cappella con le labbra.
Stefano mi lasciò fare guardando anche lui in direzione del balcone di fronte.
"Hai capito la mia maialina, hai sempre gli stessi gusti eh?". Non risposi iniziando a succhiare.
L'uccello restava moscio ma non mi dispiaceva erano più coccole che un vero e proprio pompino.
Stefano guardò meglio "Ma lo sai che quel ragazzo non mi è nuovo?".
Non lo ascoltavo più ero passata con la lingua sulle palle e gliele riempivo di saliva.
Fu in quel momento che fece la sua comparsa dall'altro balcone il nostro vicino guardone, si creò un buffo triangolo di sguardi, il vicino guardava noi e noi guardavamo il ragazzo.
"Se continua così verrà nei boxer!" dissi nervosa.
"E scommetto che ti piacerebbe averli dopo" rispose Stefano sfottendomi.
Non ci avevo pensato però si mi sarebbe piaciuto, sarebbe stata una cosa segreta e perversa annusare l'odore di un bel cazzo così giovane, ma tanto a malapena glielo avrei visto se non si decideva a levarli, e non si decise.
"Ma certo!" esclamò Stefano "Ecco chi è....Cristian!".
"Cristian chi?" mormorai con la bocca piena di cazzo che per il fatto di essere spiato si era gonfiato in un sol colpo.
"Non lo conosco, so solo che abita qui da poco, ho sentito i suoi amici che lo chiamavano così una sera al bar sotto casa, certo non avrei mai immaginato fosse un porcello, ma alla sua età è normale".
"Alla sua??" risposi sfilandomi l'uccello lucido di saliva dalla bocca per restituirgli la battuta.
"Già anche alla mia, eppure ormai è tanto che non mi sparò un segone come si deve, state sempre tutte attaccate al mio cazzo, non mi sembra più nemmeno mio ormai".
Mi venne in mente la seconda scena grottesca, il mio fidanzato in casa di quello sconosciuto a spiarmi dal balcone mentre si sparavano allegramente un bel segone in compagnia. Mi venne da ridere e dissi a Stefano il mio pensiero.
"Credi sia un'idea così cattiva tesoro?". No non lo credevo ma come si fa a presentarsi a casa di un perfetto sconosciuto e dirgli tiriamoci fuori gli uccelli c'è la mia fidanzata zocccola da guardare?
Non mi sembrava fattibile ma decisi di sfidarlo "Beh se ci riesci lavo io i piatti per un mese" e finimmo a ridere come matti.
Il ragazzo effettivamente si sborrò nei boxer come previsto, ce ne accorgemmo quando finalmente li levò tutti macchiati e venne fuori il suo bel cazzo gocciolante di sborra anche Stefano era al limite, con una mano dietro la testa mi costrinse ad ingoiarne di più e scaricarsi copiosamente nella mia bocca.
Prima di ingoiare mi girai verso il vicino, aprii la bocca per fargli vedere di cosa era capace il mio fidanzato e mandai giù tutto in un solo sorso.
Sabrina

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