sabato 9 giugno 2012

Richieste particolari.

(in foto: Maserati XXX, Tits & Ass, princeyahshua.com)

Lo sapete qual'è il mio debole? Le aragoste. Le aragoste sono il mio punto debole. Non perchè è il mio piatto preferito, piuttosto perchè è l'unico animale che mi sono sempre rifiutato di cuocere. Trovo che bollire un essere vivente ancora vivo sia la cosa più disumana che si possa fare. Eppure, sapete bene che certe persone, soprattutto se ricche da far schifo, vogliono l'aragosta in tavola. E spesso, lì all'albergo, mi è stato chiesto di farlo. Io mi sono rifiutato e quasi c'ho rischiato il posto. Ma Luana mi ha perdonato, dicendomi però che avrei avuto al più presto bisogno di una "punizione esemplare". Ogni volta che arrivava quella richiesta mi innervosivo e davo i numeri, e toccava starmi lontano. Una sera mi chiesero l'aragosta per ben due volte. Dissi a Demi che poteva dire ai nostri clienti che l'aragosta potevano ficcarsela nel culo. Viva. Dopo un pò Demi rientrò in cucina e mi disse di preparare due panini con gli hamburger. A quel punto la mia collera divenne rabbia e mi salì il sangue alla testa.
"Digli che se vogliono il panino con l'hamburger possono andare da Mc Donalds. Ma che cavolo succede stasera? C'è un raduno di deficienti in sala?".
"Calmati Stè" mi disse Demi. "Gli dirò che non è nel nostro menù".
"No, aspetta. Voglio conoscerli questi qua. Portami da loro".
Li volevo proprio vedere in faccia, perchè ci vuole coraggio ad andare in uno degli alberghi più eleganti della città e ordinare due panini con gli hamburger. Demi mi fece strada, e mi portò al tavolo di una coppia di Afro Americani. Lui era bello cazzuto, con una maglietta bianca attillata e delle braccia molto muscolose. Lei era un sogno erotico di prima categoria; non che fosse bella, semplicemente era "abbondante". Aveva due tette che non finivano più, due labbra che subito mi fecero capire che doveva essere una maestra del pompino. Indossava un elegante vestito nero, con uno scollo allucinante, che metteva in risalto le morbide forme del suo seno. Due meloni da accarezzare e baciare.
"Posso esservi d'aiuto?".
Ovviamente questa conversazione avvenne in inglese. La coppia non parlava una parola di italiano, però per sintetizzarvi la nostra conversazione trascriverò tutto nella nostra lingua. Ebbene, lo stallone da monta mi ripetè la stessa cosa che mi aveva detto Demi, e cioè che volevano mangiare due panini con gli hamburger, e volevano della coca cola. Cercai di calmarmi, anche perchè non mi conveniva mettermi contro di lui. M'avrebbe fatto a pezzi, con quelle braccia che si ritrovava.
"Ma guardi che noi abbiamo le ricette migliori che il nostro paese possa offrire, e una vasta scelta dei vini più pregiati. Siete davvero sicuri di volere quello che mi avete chiesto?".
Lei mi guardava con quei suoi occhioni da panterona, e mi sorrise, e notai che aveva un piccolo spazietto tra i due incisivi superiori. Questo dettaglio la rese ancora più sexy. Mi si iniziò ad indurire il cazzo, e cercai di darmi una calmata. Non volevo che l'energumeno se ne accorgesse. La compagna però se ne accorse e mi sorrise. Così mi chiesero se potevano avere in camera quello che avevano ordinato. Camera 265. Ritornai in cucina e preparai quello che mi avevano chiesto. Misi tutto su un vassoio e presi in ascensore. Mi accostai alla porta della loro camera e sentii lei urlare di piacere e il letto cigolare. L'energumeno ci stava dando dentro, la stava sfondando completamente. Così bussai e il rumore cessò; dopo un pò mi venne ad aprire lui. Era nudo, con il cazzo enorme, eretto, inumidito dagli umori della vagina della sua compagna. Mi fece entrare, e lei era al centro della camera, completamente nuda, con le tette enormi, libere, e mi fissava con un bel sorriso. Erano entrambi molto sudati per la furiosa cavalcata che ancora non era terminata. Ero nel panico perchè non sapevo come comportarmi. Si presentarono; lui si chiamava John. Gli strinsi la mano. Lei si chiamava Mia e mi baciò le guance.
"Scusatemi, non volevo interrompervi" sistemai il vassoio sul tavolo.
"Stefano, aspetta" mi disse Mia. "Sei fidanzato?".
"Sì".
"Ci farebbe molto piacere conoscerla" disse. "Sai, siamo qui per motivi di lavoro. E in città non conosciamo nessuno".
Mi stavano chiedendo di portare Sabrina da loro. Era forse una proposta di scambiarci i partner per una notte? L'idea era sensazionale. Quindi dissi loro che ne avrei parlato con lei. Già mi immaginavo John, con la sua potenza sessuale, montare la mia futura moglie. E magari, io avrei potuto montare Mia. Sullo stesso letto, come quattro giovani amanti che non hanno paura di esternare le proprie passioni e le proprie fantasie. Non avevo mai fatto l'amore con una donna Afro Americana. E poi ragazzi, che tette! Ero sicuro che Sabrina non avrebbe detto di no, così quella sera gliene parlai.

Stefano.

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