mercoledì 13 giugno 2012

Quando il giovedì non basta

Stefano mi aveva raccontato della stanza che il signor Belmondo gli aveva messo a disposizione all'interno dell'hotel e sinceramente mi sembrò scontato che quell'offerta riguardasse anche me, ero la fidanzata del suo migliore cuoco che gli stava facendo fare un sacco di soldi e se non bastava ero anche l'amante del figlio, non ero certa che quest'ultima informazione gli fosse giunta ma quell'uomo non era stupido. Così decisi di trascorrere anche io un pomeriggio giocando a fare la signora di lusso in quell'hotel.
La stanza era comoda e carina ma quel pomeriggio faceva davvero troppo caldo, considerando che fossero tutti impegnati a quell'ora ne approfittai per liberarmi di tutti i vestiti e stendermi in quel letto fresco,ci volle poco a prendere sonno, era proprio la vita fatta per me, senza pensieri.
Non sentii Lorenzo entrare, nè so da quanto tempo era rimasto là in silenzio prima di svegliarmi.
"Allora, cagnetta...come va?"
"Mi hai spaventata! Ho tanto sonno..." facevo fatica a tenere gli occhi aperti.
"Puoi pure dormire ma devi farmi vedere un pò come sei fatta, leva quel lenzuolo".
Come se non sapesse come sono fatta..che gli salta in mente? Ero rincoglionita e non reagii, quindi il lenzuolo me lo tirò via lui rudemente.
"Ma sei matto Lorenzo?" e cercai di riprendere il lenzuolo stando al gioco.
"Oh ma non sei mai stata così timida, mi eccita. Ora però apri le cosce".
Sentivo il suo sguardo su di me e non potevo non eccitarmi.
"Vattene o chiamo tuo padre".
"Dai chiamalo così glielo racconto io quanto sei viziosa".
"Tu sei pazzo..." se era pazzo non lo so ma quando faceva lo stronzetto in quel modo era irresistibile, peccato che Mauro non fosse il mio tipo altrimenti...e intanto ero contenta di farmi vedere nuda.
Lui aveva solo un pantaloncino sportivo con una bozza molto visibile davanti.
"Caspita sei molto pelosa oggi! Aspetta che ti annuso la fica come fanno i cani con le cagnette come te".
"Oh no Lorenzo..." ho sussurato sentendo il lago crescere tra le cosce.
Il biondo si tuffa tra le mie cosce aprendomele con due mani. Mi infila immediatamente il naso tra le cosce respirando forte e il suo fiato caldo per poco non mi faceva venire.
"Basta smettila! Questo no.." e in quel momento sentimmo i passi della madre che entrava nella stanza accanto. ancora non mi abituavo all'idea che fosse così vizioso da fregarsene e continuare a frugarmi col naso tra le cosce.
Quando tirò su la testa non mi aveva leccata per nulla, solo annusata.
"Hai davvero un clitoride increbile, guarda come è teso....allora ti piace essere una cagnetta eh?"
"Zitto c'è tua madre nella stanza accanto".
Si è grattato la nuca riflettendo un attimo prima di abbassare i pantaloncini e far venir fuori l'uccello duro.Ha cominciato a masturbarsi fiero di mostrarmi il pene.
"Non facciamo rumore sta tranquilla".
"Non è quello che volevo dire, devi andar via".
"Non ci penso neanche, sei troppo eccitante". Sempre con la verga in mano viene a sedersi a cavalcioni su di me.
"Dai basta.."
Con una mano correva impazzito sui seni indurendomi subito i capezzoli, cercavo di ribellarmi, senza convinzione perchè non desideravo altro che essere a sua disposizione.
Mi toccava e godevo senza staccare lo sguardo dal suo magnifico uccello duro con la punta luccicante. I pantaloncini gli avevano liberato anche i coglioni, sentivo l'odore del suo corpo, un eccitante odore di sudore. Continuando a masturbarsi ha fatto scendere la mano dai seni alla figa facendo scorrere le dita lungo la fessura bagnata. Lo faceva rudemente e sapevo che lo faceva apposta per farmi male maltrattando il clitoride e le grandi labbra. Mi ha messo un dito tutto dentro come fosse la prima figa che visitava.
"Adesso basta".
Ora mi guardava sicuro di sè, vedeva benissimo che ero eccitata, muoveva il dito nella vagina cercando di arrivare più in fondo possibile poi lo ha tirato fuori e se lo è portato al naso.
"Mmmm il tuo odore è più buono di quello della figa di Gemma...". Quanto mi faceva incazzare sentirlo parlare di lei.
Nella stanza accanto i rumori aumentavano e riconobbi la voce di Stefano.
"Lorenzo adesso devi andare via"
"A una condizione.."
"Quale?"
"Voglio che mi tocchi l'uccello"
"No no ora no"
"Allora chiamo io mia mamma" e si è alzato serio verso la porta.
"Va bene va bene, solo un pò però". Torna sui suoi passi e si mette in ginocchio accanto al mio viso, con l'uccello duro a pochi centimetri dal mio naso.
"Allora?"
"Sul serio dai rimandiamo..". Arrabbiato mi prende la mano e se la incolla sulla verga chiuedendomi le dita intorno.
Ero al limite, avrei pagato per avere un dito nella figa e uno nell'ano.
Ho cominciato a masturbarlo, era duro e morbido allo stesso tempo, i coglioni si gonfiavano salendo, ha respirato forte e ha cominciato a sparare fortissimo il suo liquido denso sulla mia faccia, sui seni e sui capelli. Gli avevo lasciato l'uccello, lui se lo riprende in mano e continua a masturbarsi con violenza. Ho aperto la bocca e le ultime gocce di sperma mi sono schizzate sulla lingua, non finiva mai, ne avevo dappertutto, ho mandato giù quello che avevo preso, era cremoso, amarognolo.
Si è rimesso l'uccello a posto nel pantaloncino ancora gocciolante ed è uscito senza rivolgermi la parola.
Sabrina

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