martedì 5 giugno 2012

La serata dei giochi (Prima parte) - Sabrina feat Lorenzo Belmondo -

Che farsa. E' tutta una farsa. Io con Gemma. Mia madre con mio padre. Le uniche cose vere sono tra mio padre e Gemma. Tra mia madre e qualche sconosciuto di turno. Ora tra me e Sabrina. Mi ha riempito di messaggi. Ho faticato a non tirarmi una sega ogni volta che li leggevo. Ho sognato per anni di trovare una così... Una che capisse questo tipo di piacere. Gemma finge di essere davvero mia. E' tutta sottomessa. Obbedisce sempre. Ma è tutta una presa del culo. Ci mettesse almeno un pò d'impegno in questa farsa. Pazienza. Lei crede davvero che io muoia per lei? Tradirla è divertente, ma quelle della mia età sono tutte sciacquette. Cercavo una come Sabrina.

Ci accordammo con Sabrina per vederci una sera. Guarda caso mio padre non c'era e mia madre era contenta andassi fuori. Guarda caso Gemma aveva un impegno con le amiche. Credevano davvero fossi così scemo? Quando arrivai da lei mi accolse con un bacio passionale.

"Vuoi tenerezze stasera cagnetta, eh?" le sussurrai.

"Si..." mi confermò con un certo entusiasmo e ci baciammo ancora. "Di cattiverie me ne farai subire abbastanza, non trovi?".

In effetti avevo in mente qualcosa di carino per quella sera. Volevo semplicemente umiliarla, ma temevo un pò di portarla fino al punto di pentirsi di aver accettato ciò.

"Non sarò troppo duro con te cagnetta?" le chiesi carezzandole i capelli. Avevo bisogno di capire fin dove potevo spingermi.

"Sarai fantastico...non avrei mai immaginato mi potesse piacere anche così... e di più... E io, padrone? Come me la caverò?"

"Sei una brava cagnetta. Mi soddiferai per la prima volta..."

"Credo di poter fare anche di più, sai? Con un po' di gradualità..."

"Buono a sapersi"

Cercai di sfoggiare un tono minaccioso, ma, come al solito quando sono nervoso, mi grattai la nuca. Diamine che vizio stupido. Avrei fatto prima ad accendere un'insegna al neon con scritto "sono insicuro". Ma ormai era andata.

Mi feci accompagnare in un salottino. Non persi tempo nemmeno a guardarmi intorno e le ordinai di spogliarsi, di rimanere solo in slip. Volevo essere serio mentre lo faceva. Guardarla con un vago distacco. Ma non posso giurare di esserci riuscito. Probabilmente un angolino della mia bocca si sollevò compiaciuto vedendola prodigarsi in uno spogliarello sensuale.

Io la guardavo seduto su una poltroncina e lei ricambiava il mio sguardo, occhi negli occhi. Quanto osava. Troppo. Le avrei insegnato piano piano a non prendersi tali libertà.

"Eccomi padrone" disse inginocchiandosi tra le mia gambe, poggiando i gomiti sulle mie ginocchia.

"Come ti permetti di guardarmi negli occhi?" domandai con naturalezza, aggrottando la fronte stupito.

Non so se finalmente aveva usato il tono e i modi giusti, ma mi sembrò per la prima volta davvero presa in contropiede.

"Mi perdoni padrone..." disse chinando lo sguardo, inevitabilmente sulla patta dei miei pantoloni più che gonfi. Sentivo il cazzo che mi scoppiava nelle mutande. Era durissimo e non poteva essere altrimenti. Soffermai lo sguardo sui suoi capezzoli, che iniziavano ad indurirsi. Sentivo la gola seccarsi per via dell'eccitazione. Aspettai un pò, lasciandola così, inginocchiata davanti a me a guardare verso il basso. Sarei potuto rimanere tutta la sera così, magari sorseggiando un drink e chiacchierando con un amico. Sarebbe stato il tipo di umiliazione che avrei voluto infliggerle.

"Tiramelo fuori".

Sembrava non aspettasse altro. Quasi scattò e mi slacciò la cinta e i bottoni del pantalone. Quando scostò gli slip, il mio cazzo si mostrò pieno, lungo e spesso, come non lo era mai stato. Ebbi la sensazione che non sarei durato troppo, ma meglio così... Era nei piani. L'eccitazione era tanta e tale che il mio pene pulsava tra le mani di Sabrina che aveva capito che non gradivo prendesse iniziative. Lei rimaneva lì, col mio membro in mano, attendendo ordini e direttive. Gli ordini arrivarono presto.

"Succhiamelo"

Iniziò lentamente, con precisa diligenza e certosina attenzione. Leccò ogni centimetro di pelle prima di ficcarselo tra le labbra massaggiancolo con una lingua vivace e repentina. Se ne infilò più di metà senza alcun problema per poi concentrarsi sulla cappella. Scendeva lungo l'asta, fino alle palle, leccandole e succhiandole, per poi tornare nuovamente su e farmi sentire la sua presenza. Si interruppe solo un attimo, ancora non osando guardarmi negli occhi, solo per dirmi.

"Padrone posso parlarle?"

Acconsentii con un cenno della mano.

"Lei ha un cazzo magnifico" mi disse.

La mia risposta fu una mano sulla nuca, per spingerglielo di nuovo in bocca.

Ci vollero davvero pochi minuti prima che sentissi il mio cazzo sull'orlo dell'eruzione.

"Fermati e levati gli slip, lentamente" le ordinai.

Fermò mani e bocca giusto in tempo. Un attimo dopo sarebbe stato troppo tardi. Come ordinato, Sabrina si alzò in piedi e si voltò di spalle. Quindi si calò gli slip fino alle caviglie, chinandosi verso il basso, concedendomi la visuale sul suo culo e sulla sua figa, grondante umori.

"Dammi i tuoi slip e torna a inginocchiarti" e lei così fece.

Quelle mutandine era già bagnate e profumavano della sua figa. Le annusai e poi mi afferrai il cazzo con la destra. La costrinsi a rimanere lì, ad un centimetro dal mio membro, a guardare mentre mi masturbavo. Finalmente vennì. Una quantità densa e copiosa di seme si riversò sugli slip di Sabrina, che reggevo nella mia mano. Gleili sporcai tutti, preoccupandomi di schizzare avanti e dietro gli stessi. Quando ebbi finito li porsi a lei.

"Leccali" ordinai.

Questa volta fu più incerta, insicura. Li prese. Li guardò. Incrociò il mio sguardo, ricevendo in cambio uno sguardo carico di minacciosa disapprovazione. Chissà come sembravo in quella veste di padrone intransigente. Probabilmente ero piuttosto credibile visto che lei prese a leccare i suoi slip, bagnati di sperma e umori. E le leccate che prima erano incerte, divennero sempre più convinte e avide. Arrivò a succhiare via lo sperma da ogni angolo di stoffa.

Ma non sarebbe finita qui... Questo era solo l'inizio per quella sera. Non avrei mai cominciato la serata dei nostri giochi penetrandola o permettendole di farmi venire. E' un privilegio che una schiava deve conquistarsi...

Lorenzo

Nessun commento:

Posta un commento