sabato 9 giugno 2012

Nella stanza 265 (Prima parte)

Naturalmente non ci pensai su due volte ad accettare la proposta di Stefano e quella sera stessa ci presentammo nella stanza 265 dell' hotel "L'Onda". Ero molto curiosa di conoscere cosa volevano davvero quegli ospiti e poi iniziavo ad abituarmi a frequentare quel posto per ricchi.
La stanza ovviamente era magnifica, da sola era praticamente la metà di tutta casa nostra. C'era il problema della lingua non conoscendo io l'inglese ma l'atmosfera già parlava da sola. Stefano cercava di tradurre al meglio i loro discorsi. Insistevano, soprattutto lui nel dire che cercavano qualcosa di particolare, una serata diversa e io avevo già l'acquolina in bocca al pensiero che quel qualcosa di particolare fosse una bella ammucchiata su quel lettone da sogno.
Ma i nostri amici non avevano fretta, al contrario se la presero con tutta calma. Per prima cosa si lasciarono convincere da Stefano ad assaggiare una delle sue specialità, niente aragoste nè hamburger ma "Farfalle alla Stefano", e le avremmo mangiate là in camera tutti insieme.
Vedendo però nel mio sguardo una gran voglia di cibarmi di ben altro, il nostro amico nero finalmente ci spiegò il loro progetto: avremmo fatto l'amore certo ma non tutti insieme contemporaneamente. Lui aveva voglia di scoparmi ma anche di farsi guardare da Stefano e la sua compagna mentre lo faceceva e allo stesso modo non voleva perdere un dettaglio della monta tra Stefano e la sua venere nera, per questo lo avremmo fatto a turno, dopo cena.
Finito di cenare Stefano e la dea nera erano seduti per terra, su un bel tappeto, con la schiena appoggiata al divano, uno a fianco all'altra, vicinissimi. Il tappeto era bianco e morbido, come la musica che il nostro amico aveva messo di sottofondo. Stefano teneva un braccio intorno alle spalle di lei, mentre con l'altra mano teneva un bicchiere di vino bianco.
"Beh?" chiese Stefano "come ti senti?"
Lei sorrise. "Divinamente. E' bello qui... E' bello stare con te..."
"E la cena? Ti è piaciuta?"
"Buonissime" sussurrò e si girò a baciarlo su una guancia. "Devi proprio insegnarmi come si preparano..."
Stefano si schiarì la voce e cominciò a spiegare, mentre lei continuava a dargli bacini delicatissimi sul volto.
"E' molto semplice... metti in un tegame lo speck tagliato... con burro abbondante..."
"Sì..." ripetè alitando piano nel suo orecchio... "Speck... burro..."
Stefano cercò di raggiungere la sua bocca con la propria, ma la ragazza si tirò indietro... "Non distrarti, darling! Sto ascoltando la tua ricetta..." disse provocante.
"A quel punto... metti la..."
"Già... " disse sottovoce tra un bacino e l'altro. "E quanta ce ne vuole?". La ragazza aveva cominciato a sfiorare con la lingua il lobo dell'orecchio di Stefano.
Ora la lingua di lei stava avanzando tra collo orecchio e nuca, torturandolo con sensazioni da brivido.
"Nel frattempo... controlli che l'acqua... nella pentola..."
"Sì... nel frattempo controllo..." confermò lei, e portò piano una manina a sfiorare la patta di Stefano, visibilmente gonfia.
"Uhhhuhhhhuuuhhh!"
"Continua tesoro... ti prego... altrimendi perdo il filo..." e per sottolineare l'invito strizzò un attimo nella manina da sopra la stoffa la virilità di lui tesa e fremente.
Con uno sforzo Stefano continuò mentre lei stava togliendogli la maglietta, lasciandolo a torso nudo.
"Allora?"
"Allora... si versa nel...". Lei stava slinguazzando e mordicchiandogli i capezzoli.
Ora la ragazza era praticamente stesa a pancia in giù tra le gambe di Stefano. Col volto era all'altezza del suo petto, e continuava a slinguazzare e mordicchiare. Le sue tette si trovavano così a premere proprio sul suo pene duro. Una visione che stava deliziando anche noi che eravamo rimasti a guardare con attenzione, e che rendeva tutto ancora più eccitante.
"Mmmmmm..." commentò lei, continuando a far correre la lingua sul petto di lui, senza trascurare il movimento del suo seno sulla patta del mio uomo.
"Si lasciano cuocere... le farfalle... nell'acqua bollente..."
Lei afferrò l'orlo dei pantaloni e dei boxer di Stefano e li tirò giù. Appena libero, il cazzo svettò verso l'alto...
"... e poi?". La ragazza aveva preso in mano l'erezione del mio ragazzo e la stava accarezzando piano, guardandola da vicino con interesse.
Stefano era eccitatissimo. E noi la guardavamo proprio lì... vicinissima... con la bocca...
"Si... versa... la..."
"La panna..." continuò lei con l'alito che gli sfiorava il glande...
"E poi si tiene... per un po'..." la ragazza aveva dato un bacino leggerissimo sull'asta. Poi un altro. Poi un altro. Poi un altro ancora...
"Sai... in questo modo... le farfalle... assorbono bene il sapore..."
"Ahhh... il sapore..." disse sospirando, e ad occhi chiusi schioccò un bacio molto deciso sulla punta... con le labbra aperte... prolungando il contatto.
"Sai Stefano.." disse poi con tono malizioso, "mi sta venendo l'acquolina in bocca...". Detto questo, la sua lingua venne fuori dalle labbra finendo direttamente sulla cappella. Stefano gemette. Poi le sue labbra si aprirono e imboccò tutto il glande. Iniziò a succhiare, poi si staccò. Stefano era già vicinissimo all'orgasmo.
"Ma insomma" la rimproverò il suo fidanzato nero. "Sei qui, in un posto così bello... e non sai pensare ad altro che al mangiare?"
A quel punto lei si era alzata in piedi e si era liberata di tutti i vestiti. Era completamente nuda, sopra di lui che la guardava adorante con un' espressione che esprimeva tutta l'eccitazione.
"Voglio un po' di coccole, Uffi!" dichiarò decisa... e si diresse verso la poltrona affondandoci dentro.
Stefano si alzò di botto e la seguì con i pantaloni della tuta e i boxer intorno alle caviglie finché non si liberò di entrambi, restando completamente nudo anche lui.
Si inginocchiò davanti alla poltrona, con la sua testa all'altezza di quella di lei.
Iniziò dal il collo di bacini e slinguatine.
Lo bloccò subito. "Ma come? Ma non ti va di darmi un bacio?" e gli offrì le labbra. Stefano vi si tuffò e lei rispose al bacio con passione.
Mentre le loro lingue si fecero insinuanti l'una contro l'altra, noi apprezzavamo i loro corpi nudi. In particolare, il toro nero era deliziato dai capezzoli inturgiditi della sua ragazza che vedeva premere sulla pelle del mio ragazzo.
Stefano si i dedicò a quelle tette nere, leccando, succhiando e mordendo e accompagnando con massaggi l'opera della sua bocca.
Pian piano Stefano si spostò verso il basso. Prima intorno all'ombellico. Poi sulle cosce, e l'interno delle cosce. Stava avvicinandosi a quello che più desiderava. Già ne sentiva il profumo.
"Cosa hai intenzione di fare Stefano?"
"Voglio ricoprire la tua passione nera di mille bacini e mille coccole..."
"Mmmmmm... Ma ti va davvero? O lo fai per me?"
"Mi va... mi va... mi va da impazzire..."
"Dici sul serio?"
"Certo... ne ho una voglia matta..."
"Mmmmm... e... cosa mi dai in cambio?"
"Cosa ti posso dare in cambio? Non lo so!!!"
"Inventati qualcosa... ricorda, una serata diversa..."
"Dai... ti prego..." e per convincerla stava slinguazzando il bordo esterno delle sue grandi labbra."Ne ho una voglia pazza..."
Lei non rispose più. Stefano affondò la testa e andò a baciare con passione cercando di seguirne tutte le pieghe. Sotto le sue labbra poteva sentire l'umido che testimoniava l'eccitazione di lei. Ma essere guardato stava eccitando potentemente anche lui.
"Sì... mi piacciono i tuoi bacini... bravo...Mmmmm... vuoi proprio slinguazzarmi la patatina, vero?... goloso che non sei altro...forza tesoro...fammi sentire se hai davvero tutta questa voglia di leccarmi..."
Lui cominciò a far andare la lingua come un pazzo.
"Fai piano, amore... sei troppo irruento..non vediamo bene." Cercai di calmarlo.
Stefano ascoltò il consiglio, e ricominciò a lavorare di lingua, con tutta la calma possibile. La leccata durò a lungo, con grande soddisfazione di tutti e quattro. Entrambi stavano quindi cercando di prolungare al massimo quel momento. Ma il piacere della ragazza cominciò a crescere. I suoi sospiri cominciavano a diventare più rumorosi. Stefano capì che era vicina all'orgasmo e cominciò ad intensificare la stimolazione della lingua in punti precisi.
"Stefano.. mi fai morire... è... è... maginfico..."
Stefano aumentò ancora il ritmo della lingua. Pochi secondi dopo le sue mani gli stringevano più forte la testa, e lanciò un "Aaaaaahhhhhh" Era venuta sotto la sua lingua.
"Ora hai voglia di fare l'amore con me, vero?". Stefano non aveva bisogno di risponderle.
"Baciami..." gli sussurrò.
Mentre si baciavano con passione,l'erezione di Stefano gli faceva quasi male.
"Oh!" sussurrò maliziosa. "Sento che... c'è qualcosa di grande fra noi..." e per conferma infilò la mano impadronendosi del pene teso del mio fidanzato.
"Accidenti..." sussurrò, stringendolo con le mani. "E' proprio durissimo... ma ti fa male?"
"Un po'... "
La manina nera cominciò a muoversi piano su e giù contro l'asta, in una delicata masturbazione...
"Non so proprio cosa posso fare per aiutarti..." Stefano aveva capito il gioco.
"Mi piacerebbe fare l'amore con te... offrirmi alla tua figa... sentirlo tutto dentro di te... che ti muovi.. possederti... e farti godere...davanti al tuo uomo e alla mia donna..."
Lo spettacolo di quella manina che massaggiva era incredibile. Stefano non voleva venire in quel modo, ma sentiva che non era lontanissimo dall'orgasmo. Lei fingeva di far finta di nulla, ma sapeva quello che stava provocando.
"E' stato così bravo a cucinare per noi amore... il suo coso... merita proprio un bacio!" intervenne il collosso nero.
Ormai Stefano era convinto che sarebbe venuto. Ma lei si limitò prima ad alitare piano sulla mazza bollente. Poi, leggera iniziò a regalargli baci solo con le labbra su tutta la lunghezza del fallo. Provò ad appoggiare la linguetta umida sul glande, ma la reazione di lui fu tale che decise di non rischiare. Il viso di Stefano era uno spettacolo: sudato, ansimante, incapace di reagire.
"Oh, amore...come sei bello" mi scappò proprio mentre lei si era messa a cavalcioni e l'erezione tesa era proprio sotto la sua figona mentre cercava la lingua del mio uomo con la sua. La figa stava nuovamente inumidendosi. La sensazione di quell'asta dura che sfregava il suo clitoride e si insinuava tra le grandi labbra, la stava facendo impazzire.
"Cosa le stai facendo Stefano?" chiese l'uomo nero quasi arrabbiato. In realtà era lei che si stava muovendo.
"Non va bene così amico?"
"Sì.... sì.... mi piace... mmmmmm... mi piace..."rispose lei al suo posto e si stava masturbando esplicitamente contro il pene."Stefano... che intenzioni hai?" chiese , eccitatissima, mentre non riusciva a trattenersi dallo spingersi contro quel cazzo."Niente..." sussurrò innocentemente lui, e intanto la cappella si addentrava tra le pareti fluide.

"uuuhhh.. sei lungo... aah.."

"Molto lungo, vero tesoro?" chiese il fidanzato

"Sei... oohh... assolutamente... aahh"

"Non riesco a fermarmi..." li interruppe Stefano.

Tutta la virilità del mio uomo era ormai nella vagina. La ragazza guardò negli occhi il compagno. I due si sorrisero complici.

"Se ti azzardi a venire prima di far godere lei, ti giuro che da domani non te la do più!" volli aggiungere.

Sabrina

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