giovedì 7 giugno 2012

In visita all'hotel "L'Onda"

Incontrare Lorenzo era una delle esperienze più eccitanti della mia vita. Restare in attesa ogni volta del giovedì successivo mi metteva una voglia irrefrenabile per tutta la settimana. Desideravo essere scopata da lui ma allo stesso tempo il fatto che ogni volta non lo facesse mi rendeva ancora più soddisfatta di quel ruolo di schiava che ci eravamo scelti.
Per mia fortuna potevo sfogare le esigenze fisiche con il mio futuro marito e con gli uomini che ogni tanto lui stesso mi procurava, da ultimo quel Roberto, così giovane, così inesperto ma anche così dotato e verace.
Il corpo e la mente, due piaceri complementari.
Eppure un solo incontro a settimana iniziava ad essere troppo poco, sapevo di non poter chiedere di più vista la complicata situazione però il desiderio di rivedere quella furia bionda era insistente, non per fare sesso, quello era il giovedì, avevo proprio voglia di vedere il Lorenzo timido, sorridente e imbranato di tutti i giorni.
Fu questo che mi spinse a voler passare un giorno in visita all'hotel di proprietà della famiglia Belmondo, oltre naturalmente il fatto che ero curiosa di conoscere il nuovo lavoro di Stefano.
L'hotel "L'Onda" era un posto da sogno, un vero paradiso che non ci saremmo mai potuti permetterci, frequentato solo da gente di vera classe. Era enorme e curato in ogni dettaglio, anche se Stefano contava poco là mi sentii orgogliosa di essere la fidanzata di un uomo che frequentava luoghi come quelli, chissà quanta gente interessante poteva incontrare ogni giorno.
Al mio arrivo fui accolta da Mauro, fu molto cordiale anche perchè era davvero soddisfatto del lavoro svolto da Stefano e ci teneva a fare di tutto perchè stessimo bene in loro compagnia. Non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse porco quell'uomo che andava a letto con la fidanzata del figlio, di almeno 20 anni meno di lui, ma in un certo senso gli ero grata anche io perchè mi permetteva di godermi in libertà quello splendido figlio.
Mi portò a fare un giro per l'Hotel, visitai tutte le location riservate ai vip, tranne la cucina dove lavorava Stefano. La cucina mi disse deve restare un segreto fa parte del codice di ogni hotel che si rispetti. Così non potei salutare il mio fidanzato che era indaffaratissimo con una cena molto impegnativa. Mi propose di passare il tempo in attesa che Stefano finisse sulla loro spiaggetta privata, del resto era una magnifica giornata di sole di inizio giugno a cui non si poteva dire di no.
Non ero preparata, non avevo con me il costume, non che per me fosse indispensabile ma non ero sicura che la pensasse così anche la famiglia Belmondo, per evitare brutte figure glielo dissi, ma sembrò un'osservazione piuttosto sciocca a giudicare dal sorriso che si stampò sul volto di Mauro Belmondo. Vuoi vedere che un hotel del genere non abbia una riserva di costumi d'alta moda per tutte le taglie? Mi sentii imbarazzata per la mia ingenuità, avevo molto da imparare per essere al passo con il mondo dei ricchi, loro non dovevano preoccuparsi di nulla, io sempre di tutto.
Mi propose di provare qualche costume di Gemma ma fu del tutto inutile, il mio seno non sarebbe mai entrato nella taglia da anoressica di quella puttanella.
Alla fine optai per un costume due pezzi verde acqua molto costoso che mi faceva sentire già una signora dell'ata società perchè non crediate sia vero che l'abito non fa il monaco come vogliono consolarsi quelli che non possono permetterselo. Io ora potevo a tutti gli effetti.
La spiaggetta di cui mi aveva parlato il signor Belmondo era proprio quella privata a cui aveva accesso solo la famiglia, naturalmente l'hotel ne aveva a disposizione altre due per gli ospiti, una per le famiglie con bambini e l'altra per i single in cerca di avventure.
La famiglia Belmondo al completo mi fece compagnia in spiaggia, sembravo davvero una di loro anche se mi mancava tanto la compagnia di Stefano e questo non mi faceva essere proprio disinvolta, in più Lorenzo in presenza della sua inutile fidanzata doveva trattarmi con indifferenza.
Quando fu il momento di fare il bagno la mamma di Lorenzo si tolse il reggiseno e abbassò gli slip al massimo senza però levarlo del tutto per approfittare il più possibile del sole. Esibiva così davanti a noi la maggior parte dei peli castani all'aria senza il minimo imbarazzo. Sono certa che Stefano sarebbe impazzito ad una vista del genere.
Gemma non aveva il costume e fece il bagno in mutandine che divennero presto trasparenti e si vedeva tutto o quasi.
Mauro si era tolto gli slip davanti a noi per infilarsi il costume e io non avevo potuto fare a meno di vedergli l'uccello, naturalmente non solo io, era fin troppo chiaro che quella mossa fu fatta per dare soddisfazione alla sua giovane amante. Era grosso quanto quello del figlio, il confronto fu inevitabile, si somigliavano anche nei coglioni grossi e pelosi che sballottavano ad ogni movimento, per quanto Luana fosse una zoccola quel dettaglio mi levò ogni dubbio che fosse Mauro il padre del ragazzo che tanto mi faceva godere.
Lorenzo invece aveva il costume e la cosa mi consolò, in qualche modo il suo cazzo era anche mio e per quanto non fossi gelosa per natura preferivo che restasse tale.
Fu quando iniziò a scherzare con Gemma rincorrendola con il suo fare beffardo e di sfida per tirarle giù le mutandine sotto le risate dei suoi genitori che provai una vera sensazione di invidia. Ripeto non gelosia ma invidia per le attenzioni di quel ragazzone biondo.
Spinta da quel sentimento decisi di liberare le tettone calamitando il suo sguardo di nascosto per ristabilire il diritto di proprietà e dargli modo di fare un confronto da cui uscivo vincitrice. Sentivo addosso tutto l'odio di Gemma, non tanto perchè il suo fidanzato mi sbirciasse i capezzoli di nascosto quanto per il fatto che temeva gli potessi rubare il vecchio con tutto quel ben di Dio. Poi però dovette considerare il vantaggio derivatole dalle mie scopate con Lorenzo che la lasciavano libera di sbavare sull'uccello del suocero tanto che pensò perfino di volermi diventare fintamente amica, fingere era la sua specialità.
Mi trovai in uno strano triangolo tra le attenzioni false di lei e l'atrettanto falsa indifferenza di lui che mi fece venire una voglia pazzesca di abbassargli quel pantaloncino e fargli un pompino subito là davanti a tutta la famigliola riunita per insegnargli a non fare più lo stronzo con le altre, anche se si trattava della sua fidanzata!
Naturalmente non lo feci perchp non potevo rischiare il licenziamento di Stefano e anche perchè il mio ruolo di schiava non mi permetteva certe iniziative ma mi bagnai tantissimo solo immaginando la scena.
Sabrina

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