lunedì 4 giugno 2012

Giocando col sadomaso

Quando raccontai a Stefano tutti i dettagli di quel perverso pomeriggio mi guardò strana, erano giochi che non capiva, non gli appartenevano eppure...dovette pensare che era pur sempre una variante e andava esplorata e se non poteva darmela lui gli sembrò doveroso incoraggiarmi a rivedere Lorenzo, tanto più che tutta questa situazione aveva tanti vantaggi, non ultimi quelli economici. Decidemmo di approfondire i rapporti con quella bizzarra famiglia, ne avevamo tutto da guadagnare.
In realtà a mente fredda non ero più tanto convinta, l'esperienza mi era piaciuta certo e mi era piaciuto ancora di più quel ragazzo timido e così porco. Non sono cose che si possono decidere a tavolino, bisogna trovarcisi. E Stefano lo capì.
La prese come una specie di missione personale, regalare a quel ragazzo la soddisfazione delle sue fantasie e a me un piacere che non riuscivo a confessare.
Il pomeriggio seguente mi sottrasse il cellulare senza farsene accorgere e inviò il primo sms a Lorenzo.
"Sono la tua troia. La tua cagna. Farò tutto quello che vuoi, qualunque cosa. Non devi aver scrupoli con me. Ti voglio porco."
iniziò a tempestarlo di sms calcando fin troppo la mano per scatenare qualcosa in lui che aveva represso a lungo. Non che mi dispiacesse la cosa quando me la confessò ma era tremendamente imbarazzante da ammettere.
"Dimmi che sarai il mio padrone a lungo, ti prego. Dimmi che ti toglierai ogni sfizio con me, anche il più perverso. Io sono pronta a tutto"
Non rispondevo quasi mai a questi messaggini. Un po' per mantenere il gioco del padrone duro, che si interessa e mi ignora. Un po' perché in certi momenti proprio non poteva darmi retta. Ma Stefano non lasciava passare una ventina di minuti senza tornare a scrivergli di nuovo.
"Non vedo l'ora che sia domani sera. Per essere di nuovo ai tuoi piedi. Per servirti in tutto. Per sentirmi tua."
La sera dopo infatti ci saremmo rivisti. Mauro andava fuori per lavoro e Luana sarebbe stata solissima in casa. Stefano sarebbe andato là per cena, e il figlio della sua amante qui da noi per il dopo cena. Stefano avrebbe avuto la madre come cuoca e amante, e io il figlio come padrone a letto, era una situazione decisamente invitante.
"Ma cosa dirai a Gemma?" gli chiesi quando finalmente il telefono tornò in mano mia, un po' preoccupata. Rischiavo di dimenticare che avesse anche una fidanzata.
"Gemma?... ehm... Non ci sono problemi, con Gemma. Gemma sarà via tutta la sera perché... ehm... ha una serata con le amiche, e già sa che io mi organizzerò la serata per conto mio... Le dirò che me ne sto in giro con qualche amico"
"Ah... Va bene..." risposi, sempre più perplessa.
Quando attaccammo il messaggino glielo inviai io.
"Sarò tutta per te, padrone. Spero vorrai gustare meglio i miei pompini, anche se non sono così brava."
In realtà sono bravissima. Ma faceva parte del gioco dire alla schiava che non era particolarmente soddisfatto di come glielo succhiavo. E' una sottile umiliazione che rende tutto più eccitante.
"Mi spaccherai di nuovo il culo, padrone? Ancora sento dolore, ma ne ho una voglia infinita. Non riesco a togliermi dalla mente l'immagine del tuo cazzo enorme."
Per risposta mi scrisse "Non ti è permesso masturbarti.Resisterai fino a domani sera senza toccarti. Ma ora basta mandarmi sms. Sono con Gemma e si sta un po' insospettendo."
Appena arrivò a casa quella sera mi lanciai verso le sue labbra per spingergli la lingua nella bocca, alla ricerca della sua che non fece capricci per farsi trovare e intrecciarsi con la mia.
"Vuoi tenerezze stasera cagnetta, eh?" mi sussurrò.
"Sì..." confermai con entusiasmo. Lo baciai ancora, poi aggiunsi "Di cattiverie me ne farai subire abbastanza, non trovi?"
In effetti ci avrebbe dato dentro con una certa foga, anche perché mi ero dimostrata subito molto entisiata a certi trattamenti.
"Non sarò troppo duro con te cagnetta?" chiese dolcemente, carezzandomi i capelli.
"Sarai fantastico...non avrei mai immaginato mi potesse piacere anche così... e di più... E io, padrone? Come me la caverò?"
"Sei una brava cagnetta. Mi soddiferai per la prima volta..."
"Credo di poter fare anche di più, sai? Con un po' di gradualità..."
"Buono a sapersi" rispose grattandosi la nuca e vagamente minaccioso. Ma dentro di se si chiedeva cosa potesse significare per me di più. Aveva esplorato con la fantasia gran parte del repertorio, lasciando fuori solo cose davvero estreme. Immaginava di comprare decine di giocattoli da sexy shop. Manette, bende, candele, palline anali, falli di gomma,e altri arnesi da infilare. Anche se comunque, il suo vero desiderio restava il controllo della mente.
A me non dispiaceva essere gestita come un giocattolo, anzi tutto ciò era fonte di eccitazione estrema sentirsi un oggetto di cui il suo padrone disponevano a piacimento.
Naturalmente le sessioni più divertenti sarebbero state quelle in cui avremmo potuto coinvolgere anche Stefano ma non ero del tutto convinta che avrebbe accettato, mentre lui esplorava le sue fantasie io facevo lo stesso con le mie dove i ruoli potevano essere più flessibili. Provare tutte le combinazioni possibili, sia con due padroni e me schiava, sia con due schiavi e Lorenzo padrone. Mi immaginavo perfino come mistress. Fare la padroncina complice e perversa e assatanata, con Stefano come unico e umile schiavetto sottomesso, mi sembrava un' emozione mica male. Ma chissà se saremmo arrivati fin là.
Sabrina




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