domenica 17 giugno 2012

Anche io avevo qualcosa da vedere (Seconda Parte)

Non poteva che essere lei a lanciarsi per prima e rispondere all’appello. Si alzò e mi si avvicinò, mettendomi una mano sul cavallo dei jeans. Io mi alzai e la baciai, un bacio passionale e pieno di desiderio. Mentre lo facevo incrociai lo sguardo di Gemma e poi di Stefano. La prima non se ne fregava nulla di me, lo sapevo, ma davvero a Stefano tutto ciò non dava fastidio?

Quando ordinai a Sabrina di seguirmi sul divano del salotto dove stavamo cenando, anche gli altri due avevano preso a darci dentro.

Feci inginocchiare Sabrina sul divano e poi le spinsi la testa sopra i cuscini, in modo che il culo fosse bello in alto, esposto e a mia disposizione. Le abbassai i jeans fino alle ginocchia e, con calma, anche le mutande. Mi gustai quel momento, come un sipario che si apre sulla scena principale di uno spettacolo teatrale. Il suo culo, la sua figa e il suo ano apparirono belli più che mai. In un lampo mi ci fiondai a leccarla senza esitazione. La lingua si alternava tra le grandi labbra e il suo buchino. Ruotava attorno all’ano per poi fissarsi sul clitoride. Passavo sul perineo leccandolo e insalivandolo ogni volta che mi spostavo da su a giù e viceversa.

Alle mie spalle invece Gemma era in ginocchio, accanto al tavolo, aveva slacciato i pantaloni di Stefano e aveva preso in bocca la sua spessa nerchia, succhiandola avidamente. Non l’avevo mai vista succhiare così con me. Non l’avevo mai vista così porca e troia.

“Ora ricambierò il favore…” sentii Stefano dire queste parole a Gemma e, un attimo dopo, l’aveva messa a pecora col busto appoggiato sul tavolo e stava giocherellando col suo culo, infilando dita nell’ano per dilatarlo.

Mentre ancora mi dedicavo a leccare l’ano e la figa di Sabrina, sentii il cellulare vibrare in tasca. Mi interruppi per leggere l’sms. Un sorriso mi si dipinse sul volto, era un’ottima notizia che decisi di non condividere con nessuno. In preda alla gioia appoggiai la cappella sull’ano della mia schiava, ancora chinata col culo bene in alto sul divano, e inizia a spingere.

Contemporaneamente Stefano inculava Gemma ed io Sabrina. Pompavamo con desiderio e forza. Stefano ogni tanto mi lanciava un’occhiata, più che a me a Sabrina. Anche io non potevo fare a meno di guardare Gemma. Non potevo immaginare avesse un culo così allenato.

Dopo un po’ decisi che volevo provare anche la figa della mia schiava, così cambiai buco, pompando sempre con forza e determinazione, com’ero abituato con lei. I gemiti di Sabrina e Gemma si mescolavano dando vita ad una sinfonia mai udita prima. Il mio cazzo iniziò a bagnarsi copiosamente degli umori di Sabrina che sembrava stesse per esplodere. Ed in effetti il suo orgasmo esplose in urlo di piacere che mi appagò quanto una sborrata.

Gemma intanto era ancora piegata sul tavolo, con le mani a stringere la tovaglia e gli occhi socchiusi e un’aria gaudente. In tutto quel piacere e quei gemiti nessuno sentì la porta di casa aprirsi, ne tantomeno i passi nel corridoio.

Io sentivo l’orgasmo montarmi e mi tirai indietro, uscendo dalla figa di Sabrina. Le afferrai i capelli e la tirai a sedersi sul divano, in modo da avere il mio cazzo gonfio e duro davanti a lei. Non fu necessario dirle nulla, sapeva cosa fare. Iniziò a succhiarlo e ingoiarlo con una passione e uno slancio che mi portò sul limite, ad un passo dal piacere più intenso che avessi mai provato.

Ci accorgemmo di non essere soli quando Stefano venne. Sborrò nel culo della mia ragazza con dei profondi colpi di fianchi. Gemma si aggrappò con ancora più forza alla tovaglia con gli occhi chiusi, subendo quel piacevole supplizzio. Quando Stefano estrasse il suo cazzo dal culo di lei e la sborra inizio a colare dal suo ano, Gemma aprì gli occhi e vide mia madre e mio padre sotto l’arco della porta.

Lo sguardo che lui lanciò alla mia ragazza fu glaciale. Era proprio quello che mi aspettavo. Davvero lei credeva che io non sapessi? Mi aveva giocato un brutto scherzo quella puttanella e finalmente avevo potuto ricambiare. Quello che invece mi sorprese fu lo sguardo, letteralmente indecifrabile, che mia madre scambiò con Stefano. Ci fosse qualcosa anche tra loro? Diavolo ma ero l’unico pirla a non sapere nulla delle scopate che si facevano in quella villa?

Non riuscii a farmi troppe domande. Sabrina, non accortasi di nulla, continuava a succhiarmi avidamente. Quando la mia passione esplose, il mio sguardo incrociò quello di mia madre. Mi guardò con un misto di orgoglio e voglia. Rimasi sconvolto da quello sguardo incomprensibile, eppure non riuscii a distoglierlo. I nostri occhi rimasero incrociati e così rimasero per tutto il tempo in cui la mia sborra si riversò nella bocca e sulla lingua di Sabrina. Io godevo e la guardavo.

Poi arrivò l’imbarazzo.

Ci volle un po’ per riordinare la situazione. I miei uscirono senza dire quasi nulla. Solo mio padre mi guardò con aria incazzata.

“Dobbiamo parlare noi due”

“Già…” fece eco mia madre.

Poi Gemma si ricompose, era sconvolta. Forse aveva capito che il suo rapporto con mio padre era finito e, con esso, tutti i soldi e i privilegi che otteneva. Chissà. Stefano e Sabrina sembravano meno sconvolti. Ci salutammo e andarono via.

La sera, nel mio letto, ripresi in mano il cellulare e sorrisi rileggendo l’sms che mia madre mi aveva mandato proprio mentre scopavamo.

“La cena è una noia. Torniamo tra poco. Un bacio.”

Occhio per occhio, Gemma.

Lorenzo

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