martedì 15 maggio 2012

Tutta l'Africa nel culo!

Fu una giornata molto intensa ma a differenza di quanto avrebbe immaginato il mio fidanzato non ci concedemmo a nessun piacere sessuale. Sebastian mi aveva comunicato la decisione di salutarci, almeno per un pò. Iniziava il periodo degli esami e da noi riusciva a combinare ben poco. Io avevo a cuore la sua situazione universitaria e la considerai una scelta saggia, tanto casa nostra sarebbe stata sempre aperta per lui e le mie gambe ancora di più, quindi decidemmo di organizzare una festicciola di arrivederci. Tutto fu organizzato secondo la loro maniera, cibo africano, bevande africane, addobbammo perfino la casa in modo etnico, lavorammo sodo tutto il giorno, lui sempre in mutande io nuda e sculettante.
Sebastian chiamò i suoi due amici che ballarono con me nel locale e li invitò parlando di una festa "alla loro maniera".
Non indagai molto su cosa indesse ma era chiaro che se non avevamo scopato per tutto il giorno la loro maniera comprendeva una dose massiccia di sesso.
Sebastian fu chiaro, non si sarebbe iniziato prima del rientro di Stefano, era un elemento essenziale della festa e lui doveva sdebitarsi anche con lui.
Nonostante non ci fossero state molte occasioni per conoscersi aveva capito il gusto voyeristico del mio fidanzato e pensò che il regalo migliore fosse proprio renderlo spettatore del nostro festino ma c'era un rituale ben preciso da seguire e non ci trovai nulla da ridire.
I due ragazzoni neri arrivarono prima di Stefano, giusto per scaldare l'atmosfera e puntare sull'effetto sorpresa di Stefano al suo rientro. Portarono con sè i tamburi e Sebastian preparò uno striscione di bentornato con la scritta: Guardaci e godi.
Quando tutto fu pronto Stefano aprì la porta. Era pensieroso e stanco ma la vista della stanza, dei 3 ragazzi neri e dello striscione gli disegnò un ampio sorriso sul volto. Era troppo stanco per fare l'amore e il pensiero che degli amici si occupassero delle mie voglie al posto suo di sicuro lo consolava e poi guardare certo che lo avrebbe fatto godere anche se non aveva ancora idea di come.
Sebastian si elesse a conduttore della festa, spiegando l'unica semplice regola: io ero a disposizione di tutti gli uomini della serata.
Partì la musica dei tamburi in sottofondo, la birra iniziò a passare tra le mani di tutti.
Per prima cosa dovevo spogliare Stefano, completamente e poi con l'aiuto di Sebastian lo legai su una sedia in modo che fosse abbastanza comodo per poter guardare ma impossibilitato nella sua attività preferita con le mani.
"Stefano, tesoro..." gli parlai all'orecchio quando ebbi finito "Siamo nelle loro mani... Dobbiamo fare come dicono loro... Senza opporci... Non ci sono altre regole... E' il loro modo per ringraziarci..."
Mentre la musica aumentava di intensità, due di loro si strinsero intorno a me. Mutandine e reggiseno volarono via in un attimo, lasciandomi nuda davanti a loro e al mio uomo che guardava impotente. Mani nere e forti cominciarono ad accarezarmi e a palparmi. Il viso, i capelli, il collo, le spalle, la schiena, le cosce, la figa. Sembravano evitare volutamente il culo, malgrado cercassi di andare incontro alle loro mani, offrendomi. Mi aspettavo dita invadenti che esplorassero il solco del culo. Non fui accontentata.
Le mani di Sebastian si posarono sulla mia testa e premette delicatamente verso il basso. Capii l'invito e mi inginocchiai. I tre alternandosi al tamburo per non far cessare la musica estrassero il cazzo dai pantaloni. Me ne trovai sempre due sulla bocca pronta ad offrirsi, c'era tanta roba, troppa roba, tutta nera.
Cominciai a freneticamente a leccare e succhiare intorno a me, volevo assecondarli, impegnarmi al massimo per il loro piacere. Ma così proprio era una tortura. Ogni volta che mi dedicavo a uno di loro avevo l'impressione di trascurare le altre due grosse cappelle impazienti.
Avrei voluto avere tre bocche, e altrettante lingue, per servirli tutti adeguatamente. Provai ad aiutarmi con le mani, ma un gesto di Sebastian mi fece capire che non era cosa gradita.
I tre si erano tolti i pantaloni e si erano seduti sul divano e sulle poltrone. Mi guardavano in attesa. Tutti e tre nudi con il fallo eretto bene in vista tra le gambe.
Camminai carponi fino alla poltrona più vicina, e si accucciai tra le gambe pelose del ragazzo seduto. Chinai la testa verso il cazzo e iniziai a sfiorarlo con la lingua, lo imboccai e iniziai a far scorrere lentamente le labbra lungo l'asta. Dopo qualche minuto mi afferrò per i capelli e mi fece cenno con la testa che era il momento di passare all'amico al suo fianco. Quella situazione era tremendamente eccitante. Trovavo morbosamente stuzzicante l'idea di mostrare a Stefano quanto fossi sottomessa, adorante e porca nella passione che ci mettevo. I sospiri del mio fidanzato non si fecero attendere, era entrato nella parte e aveva un cazzo duro da far paura.
Ognuno di quei cazzi neri aveva una particolare forma e iniziarono a regalarmi le prime gocce abbondanti e saporite di liquido trasparente preseminale.
Li rendevo ben lucidi di saliva. Riconoscevo le diverse sfumature di odore e di sapore che ognuno trasmetteva. Riconosceva la diversa sensazione che ognuno mi donava quando me ne riempivo la bocca sino in fondo.
Erano tre esemplari stupendi, ne ero davvero ingolosita. Tutti ben fatti e ben messi come dimensioni. Sebastian era visibilmente più grosso degli altri due lo trovavo bellissimo e irresistibile. Lungo e massiccio, ma ben proporzionato.
"Ce la scopiamo?" chiese ad un tratto uno dei tre a Sebastian.
"Vieni qui Sabrina, da brava..."
Sebastian mi prese per i fianchi e mi penetrò, senza troppi complimenti. In quella posizione a gambe spalancate, eccitata come ero, il cazzo scivolò tutto in un colpo. Non trattenni un gridolino di piacere, a sentirmi finalmente riempita.
Il mio amico fece i propri comodi per qualche minuto, poi si sfilò e mi invitò a seguire la musica, chi suonava più forte aveva diritto a scoparmi. Il gioco andò avanti a lungo senza che nessuno di loro accennò a venire.
"Mi sembra abbastanza larga e bagnata, ormai" disse Sebastian a quello che mi stava scopando tenendomi per i fianchi. "Forse è il momento di concederla al suo fidanzato..."
In due mi sollevarono in braccio tenendomi le gambe spalancate, il terzo riprese a suonare e mi abbassarono lentamente sul fallo durissimo di Stefano. Lui era impossibilitato a scoparmi per cui lo fecero loro alzandomi e abbassandomi con le loro forti braccia sul suo cazzo.
Venimmo insieme e Stefano mi inondò la vagina di sperma bollente ma il suo cazzo non accennò a ridursi.
Capii che era il momento centrale della festa quando mi passarono del lubrificante per prepararmi il culo.
"Vogliamo vedere come ti prepari." disse Sebastian, e li accontentai.
"Sono pronta...per essere inculata..."
"Mmmmm...." rispose eccitato lui. "E tu? Lo vuoi?"
"Si... lo voglio...voglio essere inculata..."
"Sarai accontentata" e ciò detto mi piazzò una sonora sculacciata sulla natica facendomi sobbalzare.
Il primo ragazzo mi penetrò, usando una certa delicatezza.
"Ti piace Sabrina? Questo cazzo viene dall'Egitto proprio per te"
"Sì... Mi piace... E' bellissimo..."
"Eppure ti sento strettina... non sei abituata all'Africa vero?..."
Il ragazzo intensificò i colpi nel mio retto fino a venire. Si tirò fuori poco prima dell'orgasmo e menandoselo con le mani schizzò il suo seme sulle mie natiche e sulla sua schiena, in modo che Stefano potesse vedere quanta ne faceva.
Un secondo ragazzo prese immediatamente il suo posto, cominciando subito a incularmi con ritmo deciso.
"Questo culetto delizioso da troietta ora assaggerà il Marocco... e ne godrai ancora di più... Non è fantastico offrire il culo a tutta l'Africa Sabrina?"
"E' meraviglioso..."
Anche lui si staccò all'ultimo momento. I suoi fiotti di sperma mi colpirono ripetutamente sul viso, sul collo e sui seni.
"Ora è il mio turno" disse Sebastian "e ti voglio tutta per me".
Mi rigirò sulla schiena, cominciando a incularmi da sopra come si fa con una fidanzatina adorata.
Ci sapeva fare davvero con quel grosso arnese. Gestiva benissimo i ritmi, l'intensità, le variazioni. Capiva come doveva muoversi per farmi godere di più.
Non stava semplicemente usando un buco. Mi stava possedendo come donna. Mi stava prendendo, forse... amando... come donna. I suoi colpi erano profondi e vigorosi, ma anche... controllati..... rispettosi. Lui non si tirò indietro, anzi affondò dentro più che poteva, innaffiandomi nel profondo del culo con il proprio seme caldo. Mi sentivo piena di sperma, addosso, dietro, davanti, dentro.
Anche Stefano era venuto ancora senza toccarsi era il momento di slegarlo.
Salutammo gli amici di Sebastian e per la prima volta dormimmo tutti e tre nel nostro letto.
Sebastian si alzò all'alba prima di tutti, ci preparò la colazione e andò via lasciandoci un biglietto di ringraziamente e sottolineando che era solo un arrivederci, non un addio.
Quando ci alzammo anche io e Stefano sembravamo usciti da un sogno, ci soridemmo, nonostante tutte le fatiche e le emozioni ci sentivamo carichi di energia, è proprio bene che l'amore fa bene!
Sabrina

1 commento:

  1. mi fa impazzire come sei così troia, sei la fine del mondo... dev'essere una goduria vederti all'opera con tanti bei cazzi duri ed enormi che ti aprono ogni buco e ti inondano di sborra a ripetizione mmmmmm

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