domenica 6 maggio 2012

Ritorno di fiamma.

(in foto: Sveta K, shiny-jeans.com)

Devo riconoscere che la presentazione del nostro film fu alquanto surreale. Ma per fortuna riuscimmo ad uscirne vivi. Il giorno dopo, Valentina e Mattia partirono per un viaggio in Croazia. Una vacanza d'amore organizzata in fretta e furia. E così, cari lettori, la nostra casa si svuotò di tutti i nostri ospiti. Ed era alquanto triste sentire quel silenzio che ci avvolgeva; ci eravamo ormai abituati ad avere Valentina con noi, e adesso non sentire più la sua voce e la sua calda presenza accanto, ci intristì parecchio. Comunque, pensammo che anche noi avevamo bisogno di una vacanza. Certo, una vacanza breve, perchè non potevamo permetterci di assentarci troppo dal lavoro. Raggiungere Valentina in Croazia? Era un'idea da accantonare, perchè era giusto che si godessero quel loro momento, senza interferenze da parte nostra. Pensammo quindi subito a Franco e alla sua Sicilia. Quella sì che era un'idea. Franco ci avrebbe accolto a braccia aperte. Infatti bastò fare una telefonata, e quando Sabrina gli parlò delle nostre intenzioni, Franco si limitò a dire di non perdere altro tempo lì alla cornetta, e di prendere il primo aereo. Al resto avrebbe pensato lui. Devo riconoscere che ero molto eccitato all'idea; e non facevo altro che pensare al fatto che appena saremmo arrivati a casa di Franco, il nostro caro Siciliano avrebbe montato e rimontato il culo di Sabrina. Morivo dalla voglia di vedere la mia fidanzata regalare a Franco una delle sue mastodontiche seghe spagnole. Ma forse stavo solo esagerando; forse Sabrina, arrivata sull'isola, non avrebbe avuto molta voglia di scopare, calcolando che aveva passato gli ultimi giorni praticamente con il culo sempre occupato da un cazzo. D'altronde la capivo; doveva avercelo in fiamme, per quanti ne aveva presi. Ma ritorniamo a noi. Preparammo le valigie e ci fiondammo in Sicilia col primo aereo. Franco era lì ad aspettarci, nel parcheggio, appoggiato alla sua auto. Quando ci vide ci venne incontro, Sabrina lo abbracciò con molta passione.
"Da quanto tempo!" esultò lei.
"Troppo" confermò Franco, che le accarezzò il culo e poi le diede una pacca bella forte e rumorosa. "Questo culo si fa sempre più bello, a quanto vedo".
Sabrina indossava i leggings rosa, che mettevano in risalto le forme del suo sedere. Effettivamente Franco aveva ragione. Un culo così era davvero molto raro. Sui fianchi aveva messo la cinta che le aveva regalato lui, quella con la scritta "Fuck Me". Le intenzioni, evidentemente, erano chiare. Beh, visto che ci sono finisco di raccntarvi cos'altro indossava: camminava su dei tacchi a spillo molto alti, e al piede portava una cavigliera d'argento che non avevo mai visto. Doveva essere il regalo di qualche suo ammiratore, o qualcosa del genere. Avrei indagato. Sopra la cinta aveva una camicetta bianca, con le maniche arrotolate fino ai gomiti e i bottoni aperti all'altezza del seno, offrendo a tutti la visione delle sue tette morbide e abbondanti.
"Vedo che anche le due gemelle godono di ottima salute" le dissi Franco premendole il seno. Sabrina scoppiò a ridere.
Ci avviammo verso casa e in macchina parlammo di come era andato il viaggio. Sabrina raccontò che c'era un uomo sulla cinquantina che non ne voleva sapere di staccarle gli occhi di dosso. La sua attenzione era diretta soprattutto al seno. Io, sinceramente, non mi ero accorto di niente. Ero stato tutto il tempo a leggere un romanzo; "l'uomo che guarda" di Moravia. Per tutti quelli che non lo conoscono vi consiglio di andarlo a leggere, perchè era un romanzo in cui mi ci rispecchiavo parecchio, in quel periodo.
"Allora, cosa vi ha fatto scappare questa volta?" domandò Franco.
"In che senso?" domandai.
"Nel senso che l'ultima volta siete scappati per mettere a freno l'arroganza di certi uomini, nei confronti di Sabrina. E ora? Qual'è il problema?".
"Beh, è una storia molto lunga" risposi. "Ne sono successe tante di cose. Diciamo solo che abbiamo un pò esagerato a fare certe cose. Ma poi te ne parleremo".
Appena arrivati a casa, Sabrina disse che moriva dalla voglia di fare una doccia. Così si spogliò e entrò nel bagno, ma senza chiudere la porta. La lasciò socchiusa. Io andai in camera a disfare le valigie. Per un attimo rimasi solo a godermi quel silenzio. Uscii sul balcone e osservai la piscina. Poi ritornai giù, e Franco mi passò davanti; era completamente nudo, e osservai non senza un certo piacere il suo pene sballottolato a destra e a sinistra.
"Mica ti dispiace se vado a fare compagnia a Sabrina?" mi chiese.
"No, vai pure" gli risposi, ma le parole mi uscivano a stento.
Allora vidi Franco aprire maggiormente lo spiraglio della porta del bagno per infilarsi dentro. Mi accostai per spiarli; ma potevo solo sentirli. Da quel punto non potevo vedere niente.
"Ti sono mancato?" le domandò Franco.
"Non sai quanto!" rispose lei.
A quel punto credo che Franco fosse entrato nella doccia, e avesse cominciato a limonare con Sabrina, perchè sentivo solo il suono che fanno le labbra e le lingue quando si uniscono e si esplorano appassionatamente. Lo schioppettio, per intenderci. Poi sentii un forte schiaffo; Franco aveva colpito una natica della mia fidanzata, e adesso si apprestava a palparla. Sabrina mugolò di piacere, forse le stava succhiando i capezzoli. Mugolava in quel modo ogni volta che le si baciavano le tette. Iniziai ad eccitarmi, così tirai fuori dai pantaloni il cazzo. Ma la forte eccitazione (un'eccitazione indescrivibile dovuta al fatto di sentire ma di non riuscire a vedere) mi diede qualche problema con l'erezione. Ma non era un problema, me lo menai comunque. Da lì a qualche minuto, Franco era già dentro il culo di Sabrina.
"Oddio, mi fai impazzire!" diceva lei. "Così, dai, così. Cazzo, sei un treno!".
Devo dire che eiaculai anche senza raggiungere la massima erezione. Diciamo che era a metà, e già iniziai a fiottare. Mi presi la sborra in mano, per non farla cadere per terra e quindi sporcare il pavimento. Intanto nel bagno il rapporto anale proseguiva per il meglio.
"Solo tu mi fai godere così!" disse Sabrina ansimando. "Dai, sì! Sì! Sì! Così! Mamma mia che cazzo che c'hai! Sì, bravo, così! Sborrami nel culo. Sì, oh sì!".
A quel punto, il retto di Sabrina doveva essere pieno dello sperma di Franco. Mi allontanai dalla porta del bagno, e ritornai nella nostra camera a godermi un altro pò di silenzio. Che chiavata, ragazzi. Franco sì che era un toro. Ma un toro gentile. Non come uno di quei barbari con cui spesso Sabrina aveva avuto rapporti. Franco era tutta un'altra storia.

Stefano.

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